«èStoria», ampliare lo spettro dei contenuti

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«èStoria», ampliare lo spettro dei contenuti

GORIZIA | Gli organizzatori del Festival èStoria, che per quasi una settimana ha ospitato presentazioni e dibattiti a Gorizia, hanno chiuso con grande soddisfazione la kermesse di quest’anno. Si confermano ben 60mila presenze e oltre 1 milione di utenti sulle dirette streaming del sito www.estoria.it e su Facebook. “Questa XIV edizione ha ribadito ancora una volta la forte identità di èStoria e il suo primato nazionale nella divulgazione storica – ha commentato l’ideatore e direttore del Festival, Adriano Ossola, – ma ha anche testimoniato la sua vocazione internazionale, con le voci di numerosi protagonisti stranieri”. E ha aggiunto: “Il nostro obiettivo è avvicinare e coinvolgere il grande pubblico attraverso la divulgazione storica e, vista l’ottima risposta, stiamo valutando di ampliare lo spettro dei contenuti aprendo a tutti i modi con i quali si fa e si dice la storia: dalla precisione della ricostruzione storiografica, alla creatività narrativa e ai linguaggi e orizzonti più vari. Penso in particolare alla letteratura, alle serie tv e al graphic novel storico”.

Discipline e prospettive diverse

A decretare il successo del Festival anche la scelta del tema, di grande attualità in questo territorio, ovvero le “Migrazioni“, quelle lontane nel passato e quelle che abitano la contemporaneità; si è anche discusso di storiografia e di attualità geopolitica, intrecciando discipline e prospettive diverse. Un programma molto ricco, sotto le tensostrutture dei Giardini, ma anche in sale sparse in tutto il centro storico, conferenze parallele che nulla hanno tolto alla bellezza dell’incontro. Impossibile seguire tutto, ma il tutto compreso ha dato il vero segno di ricchezza di una manifestazione che si divide e si moltiplica e crea tante occasioni per il pubblico, gli autori, gli editori, gli amici che si sono ritrovati dentro e fuori la dimensione ufficiale degli incontri.
Tante le occasioni anche di conoscere la storia delle nostre terre con la partecipazione dei principali istituti e centri storici, delle associazioni degli esuli e dei massimi esponenti delle nostre istituzioni minoritarie. Spazio per tutti, insomma. Si è parlato di storia, ma anche di progetti per il futuro, legando le tematiche di Gorizia, all’attualità di Fiume, Rovigno e altre località. Solo per citare qualche esempio tra i tanti, Gianni Stelli e Fulvio Salimbeni hanno presentato il libro sulla “Storia di Fiume” di Stelli, e ancora, loro due hanno introdotto il libro di Ezio e Luciano Giuricin sulla stampa dall’Ottocento ad oggi nella nostra regione, edito dal Centro di ricerche storiche di Rovigno. Silva Bon ha fatto conoscere i carteggi di Guido Miglia con Tomizza, Marin e Quarantotti Gambini con il suo libro dedicato al giornalista di Pola, docente nelle scuole istriane e, dopo l’esodo in quelle triestine, con lo sguardo sempre rivolto alla terra che aveva dovuto lasciare ma dalla quale non se ne andò mai, portandola nei suoi pensieri, nelle tante iniziative che realizzò, tra cui la fondazione di una rivista e del Circolo Istria insieme a grossi calibri della realtà triestina degli anni Settanta (il volume viene presentato domani, alle ore 17, anche nella sede dell’IRCI di via Torino a Trieste). Giorgio Tessarolo ha moderato un dibattito con Ezio Giuricin, Antonella Pocecco e Biagio Mannino su “Spostamenti di popolazioni” in una lucida analisi tra la dimensione europea delle migrazioni e quella locale dell’esodo. Senza dimenticare le doverose riflessioni sul futuro, con alcune proposte per un progetto che superi lo stallo dei rapporti tra esuli e rimasti per disegnare un nuovo futuro di collaborazione e condivisione.
Soddisfatto anche il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, il quale ha voluto sottolineare “il tutto esaurito. Gorizia, grazie alla guida di Adriano Ossola, è sempre di più Città della Storia, Città della Cultura”, aggiungendo che “una terra di confine si presta più di altre a cedere e ricevere cultura. Quest’anno ancor di più con il tema “Migrazioni”: una scelta coraggiosa, che ha offerto un’opportunità per affrontare uno degli argomenti epocali che ci seguirà nei prossimi decenni. èStoria sempre più si rivela essere il principale evento culturale, in quest’ambito, della regione e uno dei più importanti in ambito nazionale”.

Apertura al grande pubblico

Sotto alla tensostruttura si sono avvicendati i grandi nomi del panorama nazionale. Una folla di appassionati ha accolto il medievalista Alessandro Barbero, insignito del Premio èStoria, che ha raccontato di popoli in movimento e di come si narra la storia ai non specialisti: “Riusciamo a fare divulgazione perché alle nostre spalle c’è il lavoro di molti che fanno ricerca e questa dialettica è fondamentale, è utile per entrambe. Una volta mancava quest’apertura al grande pubblico, in quanto la ricerca era destinata soltanto alla comunicazione tra studiosi: dobbiamo invece raccontare per soddisfare il diritto di sapere, offrire questo servizio al Paese”.
Tutto esaurito anche per gli accademici Elena Isayev e Gino Bandelli, che hanno rievocato le migrazioni ai tempi dell’Impero Romano; per l’esperto di storia militare Nic Fields che, insieme al direttore del Churchill College dell’Università di Cambridge, Jerry Toner, ha ricostruito le “migrazioni” degli eserciti nell’Antica Roma. Gremiti gli appuntamenti con lo storico Philip Mansel e Fausto Biloslavo su Aleppo e la guerra civile in Siria, con la direttrice emerita di ricerca presso il Centro di Ricerche Internazionali Sciences Po di Parigi, Catherine Wihtol De Wenden, che ha riportato l’attenzione sui flussi migratori all’interno e a partire dall’Africa, con il filosofo e politologo Julian Nida-Rümelin, il quale ha discusso di scuola, educazione, populismo e integrazione, con Petre Roman, ex Primo ministro rumeno al tempo della caduta di Ceausescu, che ha ripercorso gli spostamenti di popoli dall’Europa orientale e la caduta del Muro, con la giornalista di Science, Ann Gibbons, e i genetisti Luca Pagani e Guido Barbujani, che hanno introdotto l’elemento genetico nella riflessione sul passato e sul nostro nomadismo. E la lista è molto lunga.

Il ruolo dei social

Neanche gli scrosci improvvisi di pioggia hanno fatto desistere gli spettatori. Gremite le bancarelle di editori e librai e naturalmente le librerie. Oltre la cultura, il coinvolgimento del pubblico ha creato la festa, disegnandone i contorni, anche mediante i social. Su Facebook il Festival ha avuto una copertura di oltre 900mila persone raggiunte e 850mila interazioni; su Twitter ha raggiunto 200mila persone, con 80mila interazioni.
E la festa continua, perché a chiusura del Festival, è già stato annunciato il tema della prossima edizione dedicata alla “Famiglia” a conferma che squadra vincente non si cambia, anzi, con estrema intelligenza e lungimiranza, le va data continuità e supporto. Quale tema più calzante visto il momento che il Paese sta vivendo, ma anche perché un ritorno ai grandi punti fermi della storia civile, culturale, politica ed economica garantisce un coinvolgimento che continuerà a mietere consensi.

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