Endecasillabi, Francesca, Beatrice… Dante e le sue opere ispirano i giovani

XXI edizione della Settimana della lingua italiana nel mondo. A colloquio con le quattro vincitrici delle Scuole dell'Istria e di Fiume

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Endecasillabi, Francesca, Beatrice… Dante e le sue opere ispirano i giovani

Tra le numerose iniziative organizzate nell’ambito della XXI edizione della Settimana della lingua italiana nel mondo, un riconoscimento particolare meritano i concorsi letterari incentrati sulle infinite sfaccettature e interpretazioni che possono scaturire dallo studio della Divina Commedia. Tra queste, sono state ben due le competizioni che hanno visto trionfare gli alunni e studenti fiumani e istriani. A parlarci dei propri lavori e dell’emozione di vincere un concorso legato alla figura del Sommo Poeta sono state quattro giovani amanti della letteratura italiana.

 

Rea Stemberger, studentessa del primo anno della Laurea magistrale di Italianistica dell’Università degli Studi di Fiume è la vincitrice del concorso “Dante. Dal Canto V a oggi”, conferito dall’Istituto italiano di Cultura di Zagabria.

Il premio del Consolato Generale d’Italia a Fiume, “Dante, l’italiano”, è stato invece assegnato a pari merito a quattro alunne. Oltre a Valentina Perić Turčinović, liceale della SMSI “Leonardo Da Vinci” di Buie, che ci ha raccontato nell’intervista pubblicata ieri sul nostro quotidiano che cosa rappresenta il premio per lei, le vincitrici sono Vanja Višnić, alunna del quarto anno della Scuola Media Superiore Italiana di Fiume, Lavinia Jelena Terzić, alunna della SMSI di Rovigno e Denise Jurman, della SMSI di Pola.

Una lettera in endecasillabi

La particolarità dell’opera premiata di Rea Stemberger è la metrica. Il suo testo composto in endecasillabi è stato scritto sotto la supervisione della prof.ssa Gianna Mazzieri-Sanković.

Sei la vincitrice del concorso letterario “Dante. Dal Canto V a oggi”. Con quale testo hai partecipato alla competizione?

“Per il concorso bisognava fare una sorta di analisi del Canto V dell’Inferno della Divina Commedia da una prospettiva contemporanea. Lo conoscevo da prima, per cui avevo una certa familiarità con i temi che vi figurano. È un argomento che mi interessa tantissimo, per cui mi sono divertita molto scrivendo il testo per la competizione. Mi sono immedesimata nel personaggio di Francesca immaginandola mentre scrive una lettera ai posteri. Ho scelto come destinatario sua sorella samaritana. La particolarità del mio lavoro è la metrica: il testo è composto di terzine dantesche, dette anche terzine incatenate o terze rime. La mia relatrice è stata la prof.ssa Gianna Mazzieri-Sanković”.

Nella lettera che hai composto, che cosa riferisce Francesca a sua sorella?

“Nel mio testo, Francesca esprime la propria insoddisfazione in merito al matrimonio con Gianciotto. Comunica alla sorella di essersi innamorata di Paolo e le narra il loro incontro, poi le racconta un ‘sogno infernale’ che ha avuto. La lettera termina con una serie di domande che Francesca pone alla sorella per cercare di capire perché un amore così vero ed ‘eterno’ come il suo nei confronti di Paolo possa portare a una punizione così severa. In altre parole, ho descritto l’Inferno dal punto di vista di Francesca e della sua difficoltà a comprendere i motivi della pena”.

Hai utilizzato delle fonti nella stesura del testo?

“Mi sono basata innanzitutto sulle informazioni storiche disponibili, ovvero quelle relative al matrimonio tra Francesca da Rimini e Gianciotto Malatesta. In base a quello che sappiamo, non si trattava di un amore vero. In un certo senso, ho unito i contenuti della Divina Commedia alle informazioni storiche che possediamo di Francesca”.

Quali emozioni ha fatto scaturire in te la notizia della vittoria al concorso?

“È stata una grande sorpresa per me. Inizialmente non ero sicura di riuscirci perché comporre un testo in endecasillabi non è per niente facile. Veramente non mi aspettavo di vincere. Sono felicissima che il mio lavoro sia finalmente stato apprezzato e riconosciuto poiché la mia più grande passione è proprio la letteratura italiana”.

Beatrice, una fonte d’ispirazione

La nostra seconda interlocutrice, Vanja Višnić, affiancata dalla prof.ssa Rina Brumini, si è concentrata sull’ispirazione letteraria del Sommo Poeta.

Com’è stato partecipare al concorso “Dante, l’italiano”?

“Devo ammettere che non avevo grandi aspettative, perciò è stato molto emozionante vincere la competizione. L’argomento del concorso mi era sembrato interessante perché a scuola mi piaceva studiare gli argomenti legati a Dante e alla Divina Commedia. Per questo motivo mi sono divertita molto scrivendo il tema per la competizione. Ero soddisfatta del mio lavoro, ma davvero non mi aspettavo di vincere. La mia mentore è stata la prof.ssa Rina Brumini”.

Quale tipo di testo hai presentato al concorso?

“Ho scritto un tema in forma epistolare. Si tratta di una lettera che, ho immaginato, Dante avrebbe scritto a Beatrice dopo la sua morte: Dante le confessa come si sente, esprime la sua profonda sofferenza per la sua morte. Nella lettera la descrive come una donna gentile, angelica. Le scrive che sarà lei la sua musa ispiratrice, annunciandole la stesura delle sue future opere che, puntualizza, cambieranno l’italiano come lingua. Nel mio testo, Dante pone l’accento sull’influenza che Beatrice avrà sulle sue future opere e sul modo in cui si approccerà alla scrittura”.

Come mai hai scelto proprio questo argomento per la competizione?

“Quando la prof.ssa Brumini ci aveva spiegato l’argomento del concorso, temevo di non riuscire a pensare a un argomento adatto. Poi però ci ha consigliato di ‘farci ispirare’ nella stesura. Ho pensato immediatamente a Beatrice poiché è stata proprio lei la sua più grande fonte d’ispirazione e per questo motivo ho scelto proprio lei come destinatario della lettera. Il titolo del mio tema è ‘8 luglio’, che è la data della morte di Beatrice. Durante la stesura del testo ho consultato la bibliografia che utilizziamo a scuola per lo studio di Dante”.

L’amore del Poeta per il volgare

Lavinia Jelena Terzić, sotto la guida delle proff.sse Larisa Degobbis e Adriana Ive, si è aggiudicata il premio del concorso con un lavoro incentrato sull’influenza delle opere minori di Dante sulla lingua, la letteratura e la cultura dell’Italia.

In cosa consiste il testo per il quale sei stata premiata?

“Perché attribuiamo a Dante la nascita della lingua italiana? – è questa la domanda che mi ha permesso di dar vita al mio testo, incentrato principalmente sul ruolo assunto dal Sommo Poeta nell’impatto sulla lingua italiana, all’interno del contesto sociopolitico del tempo. In seguito a una prima introduzione, nella quale espongo alcuni cenni storici sul vivere e sull’agire di Dante, proseguo il mio ragionamento con la stesura di un’analisi delle idee che Dante ha espresso nelle sue opere minori, quali il ‘Convivio’ o il ‘De vulgari eloquentia’, inerenti alla lingua italiana in sé. In particolare, ho enfatizzato l’amore del Poeta per il volgare, espresso in particolar modo con la sua aspirazione a renderlo illustre, fatto che traspare maggiormente all’interno della sua lirica. Infine, ho concluso il mio lavoro con l’idea che, senza l’immenso contributo che Dante ha fornito alla genesi della lingua italiana, l’Italia non sarebbe il Belpaese ricco di quel patrimonio immateriale, che gli aveva permesso indubbiamente di raggiungere l’unità culturale ancor prima di quella politica”.

Come hai vissuto la vincita del concorso?

“Per me è stato un onore sia avervi partecipato che aver vinto, in quanto questa particolare esperienza mi ha permesso di crescere perlopiù a livello personale, siccome ho elaborato la nozione che già avevo del ‘Padre della lingua italiana’, reperendo concetti che si distanziano dalla solita ‘pappardella’ ripetuta e digerita più e più volte a scuola. Colgo l’occasione per ringraziare le mie mentori, la prof.ssa Larisa Degobbis e la prof.ssa Adriana Ive, che mi hanno spronato a dar forma ai miei pensieri, permettendomi di raggiungere questo traguardo”.

In che maniera ti ha arricchito quest’esperienza?

“L’arricchimento che maggiormente ho sentito è sicuramente quello culturale, principalmente perché la letteratura è una delle mie passioni. Allo stesso modo mi è stata data la possibilità di accrescere il mio sapere, in quanto, grazie al premio, mi è ora possibile partecipare a dei corsi presso un’Università privata a Fiume che mi aiuteranno sicuramente a direzionarmi nel mio futuro percorso di studio”.

Una salvezza per tutti noi

Denise Jurman, sotto la guida della prof.ssa Loredana Slacki, ha invece presentato un tema incentrato sulla Divina Commedia a partire da un’attualizzazione del poema e della sua importanza al giorno d’oggi.

Denise Jurman

Con quale lavoro hai partecipato al concorso?

“Ho partecipato al concorso con un saggio che riguarda Dante Alighieri, nel quale mi sono concentrata soprattutto sulla sua opera più importante, la Divina Commedia”.

Di che cosa hai trattato nel saggio?

“Parlando dell’importanza dell’opera, ho cercato di attualizzare al mondo contemporaneo Dante e il messaggio che vuole portare. Il poeta rappresenta un po’ tutti noi in cerca della propria salvezza. Il tema della sua opera è fisso, non ha tempo né generazione ed è scritto per sempre, per tutti”.

Come hai vissuto la vincita del premio?

“Devo dire che in un primo momento sono rimasta stupita, non mi sembrava vero. Dopo un po’ ho realizzato che stava succedendo davvero. È stata un’esperienza molto piacevole”.

Cosa significa per te questo riconoscimento?

“Anche se penso che chiunque abbia partecipato al concorso, sia già un grande vincitore, per me la vincita del premio è sicuramente il risultato di un serio lavoro. Porta veramente molta soddisfazione e dimostra e ti fa capire che l’impegno vale molto e che viene riconosciuto”.

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