«Dolce Époque». Eleganza mitteleuropea

Marlene Prischich racconta le impressioni dal prestigioso evento incentrato sul 130º della nomina di Abbazia quale centro di cura della Monarchia austroungarica

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«Dolce Époque». Eleganza mitteleuropea

L’appuntamento “Dolce Époque”, presentato il 26 settembre scorso nella prestigiosa sede istituzionale dell’Ambasciata d’Ungheria a Vienna quale vetrina scenico-musicale del glorioso passato di Abbazia nella ricorrenza del 130º anniversario del conferimento della nomina di centro di cura della Monarchia austroungarica, oltre a essere stato un successo ha rappresentato anche un’occasione di rafforzamento dei rapporti diplomatici tra la Croazia e diversi Paesi dell’Unione europea. Un evento di grande levatura svoltosi con il patrocinio straordinario del Parlamento europeo e delle ambasciate di quattro Stati membri dell’area mitteleuropea, ovvero Croazia, Italia, Ungheria e Francia.
150 invitati d’onore
Tra i 150 invitati d’onore, tra cui dirigenti e alti rappresentanti governativi, erano presenti l’Ambasciatore ungherese, Andor Nagy, il ministro plenipotenziario dell’Ambasciata croata, Silvio Kus, il ministro consigliere dell’Ambasciata italiana, Marco Di Ruzza, il ministro consigliere dell’Ambasciata di Francia nonché direttore dell’Institut français, Jacques-Pierre Gougeon, il consigliere straordinario dell’attuale presidente del Consiglio austriaco, Manfred Matzka e l’ex ministro della Difesa nonché tre volte presidente del Consiglio nazionale austriaco, Werner Fasslabend.
A parlarci del prestigioso evento è stata la direttrice artistica della serata, la lauranese Marlene Prischich, opinionista del nostro giornale, che ha ideato il formato, curato l’organizzazione e la regia di questo progetto internazionale, esibendosi pure al pianoforte.
Taglio storico-promozionale
“Questo spettacolo scenico-musicale di carattere ludico e dal taglio storico-promozionale, presentato nella prestigiosa sede barocca dell’Ambasciata d’Ungheria a Vienna, nasce dalla collaborazione transnazionale di 15 artisti croati, italiani, austriaci e ungheresi – spiega la nostra interlocutrice –. L’importante ricorrenza ha permesso di riproporre anche a Vienna quanto già presentato nel 2017 nel Salone di Villa Angiolina ad Abbazia e nel 2018 nella storica Silbersaal del Deutsches Theater di Monaco di Baviera, con la differenza che alla sua terza edizione il progetto si presenta molto più articolato, sia nei contenuti che nell’organico degli artisti. Tra questi c’è Ilaria Zanetti, soprano al Teatro lirico ‘Giuseppe Verdi’ di Trieste, un travolgente talento poliedrico, il noto gruppo vocale austriaco ‘Wiener Comedian Harmonists’, tutti membri del coro della Staatsoper di Vienna, Marco Ferri, primo violino dell’orchestra del Teatro Comunale di Bologna, il cui virtuosismo gli è valso le lodi dei Wiener Philharmoniker, in particolare del violinista Peter Wächter, Enrico Ferri, violoncellista dell’orchestra del Teatro ‘La Fenice’ di Venezia, il cui lirismo ha ammaliato la platea coinvolgendola in un incanto di delicatissimi chiaroscuri. E poi ancora Alessandra Fogliani, pianista arrangiatrice di spiccata inventiva con la quale ho avuto il piacere di suonare a quattro mani, e gli attori Marina Stanger e Zoran Josić, il cui trasformismo performativo, sorretto da ricchi costumi evocativi del periodo 1870-1920, ha conferito un volto ai numerosi personaggi storici citati nel corso della serata. La proiezione dei pannelli è stata coordinata dall’architetto Enrica Morini, coinvolta peraltro anche dal punto di vista scenico nel programma.”
Come si è dipanata la serata?
“Il programma è costituito da tre parti strettamente interconnesse. Concerto, sketches di carattere ludico e letture di aneddoti e fatti storici, sorrette dalla proiezione di materiale iconografico risalente al periodo 1880-1941. È un misto inedito di musica, teatro, danza e storia, allietato dall’umorismo, con annesso un buffet originale in stile Art Nouveau. L’arte in scena gioca di proposito con le aspettative del pubblico, che di volta in volta viene colto di sorpresa dall’imprevedibile dinamicità dei contenuti. Sorprendere il pubblico è un’impresa ardua, soprattutto in una città musicalmente erudita come Vienna. Farlo anche ridere con raffinata eleganza è un’ulteriore prova di bravura che alla fine viene premiata. Se dopo oltre due ore ininterrotte di programma – e non sono poche – il pubblico è entusiasta e vuole ancora sentire due bis significa che si è riusciti a coinvolgerlo anche dal punto di vista emotivo. Dietro a tutto questo c’è un enorme lavoro di preparazione. Far ridere, come già scrisse Chopin, è cosa seria”.
Che tipo di materiale iconografico è stato presentato?
“Cartine, fotografie, ritratti e cartoline d’epoca, scorci di panorama e di vita quotidiana sulla riviera quarnerina, da Laurana a Fiume, gentilmente forniti da collezionisti privati, dall’Archivio di Stato e dal Museo di Marineria e di Storia del Litorale croato di Fiume. L’Ufficio turistico di Laurana ha finanziato i souvenir, presentati al pubblico a fine serata”.
Oltre all’aspetto scenico-musicale, l’appuntamento è stato caratterizzato anche da un buffet storico inteso a evidenziare il forte legame multiculturale?
“Per il buffet, gli ungheresi, oltre al vino, hanno offerto le loro tipiche pogácsa, mentre la pasticceria Dal Cont Delicatesse di Udine ha preparato dei mignons, piccoli dolci la cui ricetta proviene dal Codex Laurianensis, una raccolta di oltre 1.600 ricette stilata 130 anni fa sulla riviera di Abbazia in croato, italiano, tedesco e francese. Non potevano mancare il Maraschino, storico liquore della Dalmazia, e il caffè, preparato per l’occasione dal collezionista Lucio Del Piccolo con le sue originali macchine antiche risalenti al 1870-1940”.
L’appuntamento culturale dedicato ad Abbazia è stato anche un’occasione d’incontro e di dialogo transnazionale tra i diversi stati membri dell’Unione europea.
“L’anno prossimo Fiume sarà Capitale europea della cultura, per cui ringrazio il sindaco di Fiume, Vojko Obersnel, per averci gentilmente voluto conferire il suo patrocinio in quest’ottica, e le Comunità degli italiani di Abbazia e Laurana per il gentile supporto. Ma in particolare sono grata al Ministero degli Affari esteri ed europei croato per averci appoggiati in tutte le complesse fasi di realizzazione di questo eclettico progetto, nel quale sono stati coinvolti quattro Stati membri. Tutti parlano di Unione europea e molti se ne sentono parte, ma sono pochi quelli che veramente possiedono un’autentica coscienza comunitaria, nel rispetto degli ideali che ne stanno alle radici.
L’obiettivo di questo progetto, sin dagli esordi, è stato quello di promuovere un dialogo e favorire un incontro tra gli stati membri d’area mitteleuropea ispirandosi alla poliedrica storia e alle tradizioni di questo territorio di particolare rilievo geo-strategico per la stabilità dell’Europa sul fronte centro-orientale. Ad Abbazia, esattamente 130 anni fa, è nato un modello esemplare di comunità europea ante litteram, dei cui valori si farà portatrice anche la Croazia nel 2020 quando sarà a capo della Presidenza del Consiglio Ue. In un momento di forte crisi identitaria, sollecitata da sfide politico-sociali di non facile gestione, è importante ricordare, come ha sottolineato il direttore dell’ufficio del Parlamento europeo in Baviera, Tobias Winkler, che possiamo restare uniti soltanto ricordandoci della nostra diversità. Questo lo insegna bene la musica: una lingua universale, comprensibile a tutti, come ha sottolineato il ministro Di Ruzza, ma ricca e coinvolgente nelle sue forme espressive solo in virtù della varietà di interpreti, strumenti, timbri e generi attraverso i quali si esprime”.

Il 130º della Voce del popolo
In occasione dello spettacolo ha unito l’anniversario di Abbazia con il 130º che “La Voce del popolo” celebra quest’anno.
“È una ricorrenza molto felice, visto che combacia con quella di Abbazia. L’abbiamo quindi inserita nel programma, allestendo uno sketch tematico. Visto che ogni brano musicale rimanda o a un compositore che ha soggiornato ad Abbazia – come Puccini, Mascagni, Lehár, Mahler – o le cui composizioni all’epoca animavano le sale e i teatri di Fiume – da Saint-Saëns a Offenbach, passando per Strauss, Eilenberg e Godowsky –, abbiamo dedicato al famoso lungomare che da Laurana si snoda fino a Volosca la ‘Promenade’ di Gershwin. In una delle tre scene in cui vengono riproposte brevi istantanee di vita quotidiana ambientate proprio su questa passeggiata panoramica una è stata riservata all’incontro di due gentiluomini, seduti in riva al mare. Mentre il primo legge il tradizionale ‘Wiener Zeitung’, puntualmente distribuito ad Abbazia ogni giorno, grazie al treno diretto che da Vienna arrivava a Mattuglie, l’altro gli si siede accanto con ‘La voce del popolo’. Cosa poi succeda tra i due, è una divertente sorpresa”.

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