«Divina… mente Callas», serata magica a Palazzo Modello

0
«Divina… mente Callas», serata magica a Palazzo Modello

È stata una serata veramente magica quella di sabato alla Comunità degli Italiani di Fiume. Un Salone delle feste gremito fino all’ultimo posto ha tributato interminabili applausi ai protagonisti della serata per il concerto “Divina… mente Callas”, appuntamento dedicato alla mitica cantante greca nel centenario della sua nascita (nacque il 2 dicembre del 1923). Palazzo Modello ha ospitato in questa occasione il Coro lirico San Giovanni di Verona, guidato dal maestro concertatore Andrea Cristofolini, il giovane soprano lituano Olesia Mamonenko e la pianista spagnola Marta Espejo Fernández, che ha accompagnato in maniera brillante tutti i brani proposti nel repertorio.
Il Coro lirico San Giovanni di Verona si è ripresentato a Fiume dopo quattro anni, assenza dovuta alla pandemia di Covid, con il nuovo presidente Giuseppe Bertelè, subentrato a Luciano Novarini, e un nuovo maestro del coro di notevole levatura, nonché valente pianista, Andrea Cristofolini, già “Altro maestro” del Coro dell’Ente Lirico Fondazione Arena di Verona, ritiratosi recentemente in pensione e ora già immerso in questa nuova avventura.
Il Coro lirico “San Giovanni” è comunque una realtà relativamente giovane: è nato, infatti, nel giugno 2008 (festeggia quest’anno 15 anni) dalla passione e dall’entusiasmo di alcuni musicisti/coristi i quali hanno fin da subito coinvolto altri appassionati di canto corale portando il coro a vantare a tutt’oggi una trentina di voci ben distribuite nelle varie sezioni. Da ricordare, con grande onore, che il coro ha avuto una madrina d’eccezione, la signora Simonetta Puccini, unica nipote ed erede del grande compositore Giacomo Puccini, ora scomparsa. Impegno, dedizione e assiduità nello studio hanno fatto crescere velocemente sia in qualità (vocale) che in quantità (repertorio) questa realtà permettendo di affrontare programmi concertistici sempre più impegnativi. La vocazione artistica è quella lirica e il coro riesce ad affrontare un vasto repertorio del melodramma di autori italiani, ma anche stranieri, spaziando dalle più grandi composizioni operistiche di Mozart, Verdi, Čajkovskij, Puccini, Bizet, Donizetti, Bellini, Rossini, Mascagni fino ad opere più moderne di Morricone, Zimmer e Mikis Theodorakis. La musica sacra è presente nel repertorio con Bach, Brahms, Schubert, Salieri, Adam, Mendelssohn, Perosi, Benedetto Marcello, Vivaldi, Händel e altri. Tante anche le collaborazioni con orchestre nazionali e internazionali.
Introdotti sul palcoscenico dalla conduttrice della serata, Selina Sciucca, i coristi veronesi hanno aperto la serata con “Gli arredi festivi”, coro d’introduzione e cavatina del Nabucco, terza opera lirica di Giuseppe Verdi e quella che ne decretò il successo. Poi è stata la volta di Olesia Mamonenko a presentarsi al pubblico con “Tacea la notte placida”, aria della prima parte del Trovatore, opera verdiana che con Rigoletto e La traviata fa parte della cosiddetta trilogia popolare. Soprano lirico-drammatico, si è dimostrata capace di esprimere una vocalità morbida e cangiante, ma al tempo stesso una discreta sonorità per mettere in pieno risalto la tensione drammatica che le opere di Verdi richiedono. A seguire la famosa preghiera “O Signore, dal tetto natìo” del IV atto della quarta opera di Verdi “I lombardi alla Prima Crociata”, con il coro in bella evidenza.
Tanto sentimento e passione
A questo punto sono stati proposti due brani per la sola sezione maschile del coro, ossia “Zitti zitti, moviamo a vendetta” del I atto del Rigoletto e “Scorrendo uniti” del II atto della medesima opera verdiana. Dal Macbeth, decima opera lirica di Giuseppe Verdi, abbiamo potuto ascoltare il coro di profughi scozzesi “Patria oppressa” del IV atto, sicuramente uno dei brani più toccanti ed emozionanti, ed emozionante lo è stato anche il brano proposto a metà programma, che ha visto protagonista assoluta Olesia Mamonenko, la quale si è cimentata in quella che viene considerata la pagina più celebre composta da Vincenzo Bellini, ma anche una delle arie più belle e impegnative in genere, cantata dai più grandi soprani della storia, che trova il suo pendant maschile in “Nessun dorma”, celebre romanza per tenore della Turandot di Giacomo Puccini. Stiamo parlando di “Casta diva”, il cantabile della cavatina della protagonista nella Norma di Vincenzo Bellini, che costituisce una preghiera che la sacerdotessa gallica eleva alla luna e che ha emozionato il folto pubblico presente alla Comunità degli Italiani. L’introduzione, che nell’opera del compositore siciliano è appannaggio del primo flauto, è stata eseguita in maniera magistrale, con sentimento e passione, dalla pianista Marta Espejo Fernández, la quale ha avuto modo più tardi di esibirsi da sola nell’Intermezzo della Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni, considerata una delle più rappresentative opere veriste, raccogliendo i più che meritati appalusi del pubblico.
Dopo le emozioni regalateci dalla “Casta diva”, il Coro lirico San Giovanni si è esibito nel brano “Che interminabile andirivieni”, tratto dal III atto del Don Pasquale di Gaetano Donizetti. A seguire “La Vergine degli angeli”, l’inno religioso che chiude il finale del II atto de La forza del destino di Giuseppe Verdi, che è stato intonato dalla sezione maschile del coro, e da Leonora, per un’altra interpretazione brillante di Olesia Mamonenko, rimasta sul palcoscenico per offrire al pubblico “Vissi d’arte”, del secondo atto della Tosca di Giacomo Puccini. Si tratta di una romanza di toccante intensità, tra le più celebri del melodramma italiano, che si inserisce nella coda al dialogo tra la cantante Floria Tosca e il Barone Scarpia, quando egli ricatta la donna chiedendole di concedersi a lui in cambio della liberazione del suo amato, il pittore Mario Cavaradossi, condannato a morte.
Applausi a scena aperta
Mentre la serata si stava avviando verso la conclusione, gli ospiti veronesi hanno presentato il coro d’introduzione della Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni, “Gli aranci olezzano”, preceduto da una musica molto bella e ariosa, che Marta Espejo Fernández ha saputo trasmettere con grande sentimento, lasciando poi il ruolo principale al coro. Stesso compositore, stessa opera, per chiudere il programma. In “Inneggiamo, il signor non è morto” (Regina coeli) del I atto, Olesia Mamonenko ha dimostrato ancora una volta la sua bravura. Applausi a scena aperta per “Va, pensiero”, collocato nella parte terza del Nabucco di Giuseppe Verdi, uno dei cori più noti della storia dell’opera, che il Coro lirico San Giovanni ha regalato al pubblico fiumano, riproponendo poi per acclamazione “Inneggiamo, il signor non è morto”, che ha concluso una serata indimenticabile.
La presidente della Comunità degli Italiani di Fiume, Melita Sciucca, dopo aver ringraziato i protagonisti per il bellissimo concerto, ha consegnato un omaggio della CI a Marta Espejo Fernàndez, Olesia Mamonenko, al maestro Andra Cristofolini e al presidente del coro Giuseppe Bertelè, nonché a Maria Luigia Meroni, assessore al bilancio del Comune di San Giovanni Lupatoto (Verona), la quale ha accompagnato gli artisti veneti in questa nuova avventura musicale fiumana.

.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display