Consolidare il concetto di dialogo interculturale

Il Seminario di lingua e cultura italiana, in corso a Capodistria, mette in contatto CI, CAN costiera e insegnanti delle scuole CNI e di lingua italiana delle scuole slovene con il Belpaese

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Consolidare il concetto di dialogo interculturale
Marisa Semeraro e Paolo Rovis. Foto: Mariella Mehle

Con le vacanze scolastiche autunnali, nella mattinata di ieri è stato rinnovato l’appuntamento di alta valenza culturale del Seminario di lingua e cultura italiana. Sono ormai sessant’anni che l’incontro formativo viene organizzato con il sostegno di Consolato Generale d’Italia a Capodistria, Università Popolare di Trieste, CAN costiera e Istituto dell’educazione della Repubblica di Slovenia. Il titolo di questa edizione è “Creare ambienti di apprendimento sicuri e stimolanti” e le lezioni sono ospitate proprio in un istituto scolastico, ossia presso la Scuola elementare di Capodistria.

Necessaria una didattica inclusiva
A introdurre l’argomento del Seminario, la dirigente dell’Unità capodistriana, Alica Prinčič Röhler che, nell’accogliere gli educatori e insegnanti di ogni ordine e grado, ha spiegato che il contenuto dei laboratori verte principalmente sull’attenzione al benessere, sull’ascolto, sul rispetto e sulla responsabilizzazione degli alunni. “La trasformazione del ruolo dei docenti, da mediatori di conoscenza e facilitatori di processi di scoperta, è una necessità già assodata e pienamente riconosciuta. Le conseguenze che gli eventi degli ultimi tre anni hanno esercitato e continuano a esercitare, impongono attenzione e sensibilità ad aspetti di carattere motivazionale, relazionale, affettivo, la cura dei quali e imprescindibile per il successo formativo”, ha spiegato la dirigente, menzionando quindi alcune iniziative che l’istituto porta avanti riguardanti ad esempio la valutazione formativa, la costruzione di contesti di apprendimento sicuri e stimolanti. Ha quindi ricordato altre iniziative più recenti rivolte alla promozione di una scuola inclusiva che colleghi gli aspetti fisico, sociale, didattico e curricolare dell’offerta formativa. “La complessità dell’odierno fare scuola e conseguentemente dell’odierno fare formazione è testimoniata anche dall’attenzione verso la promozione di aspetti quali il plurilinguismo o verso l’individuazione e la valorizzazione degli alunni plus dotati, nonché dall’implementazione degli strumenti di diffusione come la biblioteca digitale consultabile sul sito del nostro Istituto”, ha concluso Prinčič Röhler.

Esperti dall’Italia
“Tutte queste attività che l’Istituto svolge e documenta in varie forme, vedono il coinvolgimento di istituzioni scolastiche con lingua d’insegnamento italiana. Proprio questa circostanza unita alla consapevolezza che una competenza è pienamente padroneggiata soltanto se discussa, espressa, riformulata, dibattuta, studiata, interiorizzata nella propria lingua, ci ha indotto ad arricchire l’opportunità di formazione e servizio in lingua italiana con il contributo di esperti provenienti dall’Italia e vicini per formazione e sensibilità ai riferimenti teorici a cui si ispirano le proposte progettuali alle quali il nostro Istituto sta dedicando cura e attenzione ormai pluriennale”, ha osservato il consulente pedagogico Sergio Crasnich, il quale ha rivolto un ringraziamento particolare alla consulente pedagogica per il Governo italiano, Marisa Semeraro, per aver individuato e invitato gli ospiti di questa edizione. A tenere le lezioni formative per due giorni è Serafina Pastore che tratterà gli “Ambienti di apprendimento efficaci ed innovativi” e “Valutazione formativa in coerenza con i nuovi curricoli”. È professoressa associata in Didattica generale presso l’Università di Bari, Dipartimento di Scienze della Formazione, psicologia e Comunicazione.

Cultura e arte condivise
A introdurre musicalmente la parte solenne del Seminario, alla presenza delle autorità, ospiti e docenti, che ha avuto luogo nel pomeriggio di ieri al Teatro cittadino, è stato il Quintetto di ottoni della Scuola di musica e del Liceo artistico di Capodistria. “Questo Seminario rientra nella politica estera, in quanto mette in contatto le Comunità degli Italiani, la CAN costiera e gli insegnanti delle scuole CNI e di lingua italiana nelle scuole slovene, con l’Italia e quindi con simili iniziative contribuiamo a far sì che questi territori oltre che di pacifica convivenza, si arricchiscono volta dopo volta grazie alla distribuzione di cultura, conoscenza e arte. Possiamo essere grati ai nostri predecessori per aver creato questo clima di amicizia”, ha rilevato il vicepresidente dell’UPT, Paolo Rovis. “Ci sono ancora tante cose da fare in campo scolastico e, con le collaborazioni in atto, credo che porteremo avanti uno sviluppo degli istituti scolastici che siano al passo con i tempi. Questi seminari offrono l’occasione di trattare tematiche importanti e attuali, parlare e guardare avanti”, ha osservato Alberto Scheriani, presidente della CAN costiera.

Rafforzare l’uso dell’italiano
A intervenire anche il deputato al seggio specifico del Parlamento di Lubiana, Felice Žiža, il quale nel ringraziare gli organizzatori del seminario ha ricordato pure l’Unione Italiana che partecipa all’organizzazione di diverse iniziative simili, lanciando uno stimolo a rinforzare le collaborazioni tra i consulenti pedagogici di Slovenia e Croazia. “Nell’ultimo anno i contatti sono migliorati. Siamo piccoli, divisi tra due Stati ma in realtà non dobbiamo esser divisi, anzi sempre più uniti perché l’unità fa la forza”, ha spiegato Žiža, sottolineando che l’italiano sta perdendo l’importanza che aveva un tempo sul territorio e il suo insegnamento negli istituti sloveni deve essere rafforzato. Ha sollecitato gli istituti con lingua di insegnamento italiana a fare squadra con i consulenti scolastici, in modo da migliorarsi per diventare della scuole di riferimento e di prestigio del territorio.
Nel porgere i saluti dell’ambasciatore italiano in Slovenia, Carlo Campanile, il console generale d’Italia a Capodistria, Giovanni Coviello ha rimarcato l’indubbio valore della possibilità offerta ai docenti di confrontare le rispettive esperienze e auspica che i seminari si confermino quale ottima occasione per migliorare la conoscenza della lingua e cultura italiana. “Servono strategie d’insegnamento che tengano conto della realtà locale svolgendo il preciso ruolo di soddisfare le necessità linguistiche, culturali e identitarie degli appartenenti alla minoranza italiana. Mi auguro che si possa potenziare l’insegnamento dell’italiano nelle scuole della maggioranza, se si vuole far crescere il concetto del dialogo interculturale e della conoscenza reciproca”, ha concluso il console Coviello.
È quindi seguita la conferenza con l’ospite d’onore di questa edizione, lo psicanalista argentino Aldo Raoul Becce, che oggi vive e lavora a Trieste. “Nulla si può realizzare senza essere collocato all’interno di un sistema di regole e di riconoscimento dell’autorevolezza degli adulti e dei docenti da parte delle famiglie e degli alunni”, ha spiegato Semeraro nell’introdurre il tema “Elogio del confine: il valore positivo del limite nella crescita” esposto da Becce. L’ospite vanta un vasto curriculum avendo avuto una carriera variegata, che ha toccato vari campi. Nella giornata odierna proseguono le lezioni con la professoressa Pastore mentre domani i partecipanti avranno occasione di fare una trasferta a San Daniele del Friuli per visitare la Biblioteca Guarneriana guidati dal consulente scientifico Angelo Floramo, autore di numerosi studi di medievistica.

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