Con Isabella Flego sopra l’Equatore

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Con Isabella Flego sopra l’Equatore

UMAGO | La Comunità degli Italiani “Fulvio Tomizza” di Umago ha ospitato la presentazione del libro “Memorie da sopra l’Equatore“ della scrittrice connazionale Isabella Flego, la cui prefazione porta la firma di Irene Visintini, prof.ssa di lingua italiana a Trieste e a Pola e importante critica letteraria soprattutto della CNI. Come ha ricordato la presidente della CI, Floriana Bassanese Radin, Isabella Flego è una scrittrice pluripremiata, autrice di moltissime opere di narrativa, ma anche di poesia e liriche, senza dimenticare il saggio a cinque firme “Personaggi femminili nella narrativa di Fulvio Tomizza”, curato pure dalla stessa prof.ssa Visintini. Questo libro però, come ha sottolineato la Visintini in qualità di moderatrice della serata, è diverso e si distacca da tutte le opere precedenti, perché è ambientato in Africa, continente nel quale la scrittrice ha vissuto per cinque anni, accompagnando il marito, un dirigente industriale che negli anni ‘70 avevano iniziato un partenariato in Ghana.

Ricordi piacevoli e dolorosi

Nel corso della serata l’autrice ha compiuto un viaggio nella memoria, accompagnata dal pubblico presente in sala; è bastato vedere il luccichio nei suoi occhi mentre raccontava diversi episodi accaduti in quella terra lontana per capire che l’Africa le è rimasta nel cuore. Come è facile intuire, la permanenza in quell’ambiente così distante dalla nostra cultura ha segnato profondamente la scrittrice, come anche la vita dei suoi familiari. Vivendo in Ghana, la Flego ha imparato a percepire il coraggio, la gioia ma anche la sofferenza e la rabbia del popolo africano e, come lei stessa ha ammesso, vivendo a contatto con questa diversità culturale ha acquistato una crescita interiore che l’ha riportata ai suoi anni da bambina, in una famiglia che ha conosciuto la miseria ma non la povertà, dal momento che era ricchissima di valori. In Africa è rimasta ammaliata dai colori, dagli odori, dai profumi, dalla luce così diversa, ma ha potuto toccare con mano anche la più dura povertà, a tu per tu con tanti bambini scalzi e seminudi, con la pancia gonfia per la fame, invasi dalle mosche: un’umanità misera e malridotta, vittima della sopraffazione e dell’egoismo dei bianchi.

Stupore e scoperta continui

Nel volume la Flego ripercorre questi cinque anni di stupore continuo, di scoperta continua, senza dimenticare gli avvenimenti socio-politici che fanno da sfondo al suo viaggio. Come ha spiegato l’autrice, questo libro è nato da una serie di appunti da lei raccolti nel tempo; ci sono voluti tre anni per poterli mettere insieme sotto forma di un diario di viaggio, composto da diversi capitoli nei quali la scrittrice racconta delle persone che ha incontrato, della vita nei mercati, dello stupefacente artigianato locale, dove gli uomini realizzano meravigliose creazioni intagliando avorio ed ebano, di come le donne vengano tenute in altissima considerazione, dal momento che proprio a loro sono affidate le redini del commercio e della famiglia, di come siano considerate “le radici da cui si origina la vita”, proprio come la terra madre.
In Ghana la Flego ha imparato l’importanza della libertà, l’attaccamento al dialetto, ai riti, alla musica di un popolo che, nonostante anni di schiavismo, non ha mai dimenticato le proprie radici. Proprio fra quella gente si è resa conto di quanto fosse limitata la sua libertà a confronto di quella delle donne africane e alla fine di quel meraviglioso percorso si è sentita parte integrante del mondo africano, con il suo attaccamento alla fede, ai riti religiosi, al lento alternarsi della magia della foresta, nel susseguirsi delle stagioni che scandiscono i ritmi di vita delle popolazioni e, come ha concluso lei stessa “quando il mio sguardo si è fuso nel loro sguardo, allora mi sono sentita a casa”.

Un viaggio indimenticabile

Durante la presentazione la Flego ha proiettato diversi scatti del suo viaggio africano, nei quali il pubblico ha potuto vedere alcuni bellissimi esempi di lavorazioni artistiche locali ma anche i momenti salienti dell’attività del consorte, durante la firma dei contratti fino agli incontri con i personaggi più illustri, tra cui perfino il re degli Ashanti, una popolazione locale. La scrittrice ha presentato, inoltre, alcuni campioni di stoffe coloratissime, realizzate a mano, alcuni gioielli in avorio e una variopinta gonna dai colori sgargianti, tipici della cultura africana. Il pubblico ha applaudito a lungo al termine della presentazione e in tanti hanno voluto una copia autografata dall’autrice. La serata è stata inoltre allietata dalla partecipazione del coro della CI locale, che, diretto dal Maestro Maurizio Lo Pinto, ha eseguito due bellissimi brani di origine africana, coinvolgendo il pubblico e contribuendo a creare la giusta atmosfera per la presentazione di questo prezioso volume.

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