Velepromet e Ovčara: omaggio alle vittime

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Velepromet e Ovčara: omaggio alle vittime

VUKOVAR | Con la messa celebrata dal guardiano del Convento francescano di Vukovar, fra Ivica Jagodić, e con la deposizione di corone e candele, è stato celebrato il 27º anniversario dell’eccidio compiuto alla Velepromet. Nei padiglioni, trasformati dal settembre del 1991 dall’ex JNA e dalle unità paramilitari serbe in centro di prigionia, furono torturati e uccisi centinaia di difensori e civili croati. Stando ai dati della Società croata dei detenuti dei campi di concentramento serbi, sono 10mila le vittime della tragedia della Velepromet. Più di 700 sono le persone che hanno perso la vita nei padiglioni. Ružica Barbarić, che durante la sua detenzione al Velepromet fu violentata, percossa e maltrattata, ha ricordato la sua tragedia. “È stato terribile. Dopo essere stata catturata fui condotta in giro per le case dove venni stuprata a più riprese. Ci facero quello che volevano. Non so come sono riuscita a sopravvivere. Per 20 anni dopo quell’esperienza terribile non sono riuscita a dormire in pace. Per il crimine commesso, e non sono stata l’unica donna a subirlo, nessuno ha pagato”, ha raccontato la Barbarić. Gli abitanti di Vukovar hanno ricordato anche le vittime dell’Ovčara. Nella notte tra il tra il 20 e il 21 novembre 1991 furono maltrattati e uccisi 200 prigionieri prelevati dall’ospedale di Vukovar, insieme ad altre 50 persone i cui corpi non sono stati ancora ritrovati. Trasportati in autobus fino a una fattoria nei pressi dell’Ovčara, a una decina di chilometri a sud-est della città, dopo ore di pestaggi e torture i prigionieri furono trasferiti in un campo vicino dove vennero uccisi e sepolti in una fossa comune in aperta campagna. Le ricerche dei resti delle vittime non sono ancora completati.

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