CI di Parenzo. Un viaggio nella memoria dell’Istria

Si è tenuta la presentazione del libro di Masi

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CI di Parenzo. Un viaggio nella memoria dell’Istria
Un momento della presentazione. Foto: DENIS VISINTIN

La Comunità degli Italiani di Parenzo ha ospitato nel suo Teatrino la presentazione del libro di Fabrizio Masi intitolato “Istria. Storia oltre i confini, tra memorie, radici e libertà” edito dalla Casa editrice Edicilio di Portogruaro.
L’autore, capodistriano d’origine, nato nel Campo profughi delle Noghere, è un amante della bicicletta. In alcuni giorni a cavallo del solstizio d’estate ha attraversato, pedalando in solitudine, una parte dell’Istria nordoccidentale, percorrendo il percorso della Parenzana, partendo da Muggia.
Sostando in tutte quelle che erano le stazioni della ferrovia, Fabrizio Masi ha incontrato persone che gli hanno raccontato storie di vita, delineando una regione separata da confini composti e scomposti dalla storia, esprimendo immagini, volti e colori della terra da lui attraversata. Il suo viaggio termina a Parenzo, incontrando volti noti della Comunità Nazionale Italiana locale.
Fabrizio Masi organizza gite ciclistiche in Istria, portando gente del Bel Paese che in questo modo scoprono un mondo nuovo, in cui la lingua e la cultura italiana sono di casa, a contatto con quello slavo.
“L’automobile facilita gli spostamenti e rende le località da raggiungere più vicine, ma la bicicletta è un’altra cosa, ti permette di incontrare la gente e attraversare paesaggi incantevoli”, ha detto Masi durante la presentazione del libro. “La gente che incontri poi ti ospita, ti offre un bicchiere di vino, un piatto di prosciutto. Ti offre ospitalità e ti racconta le loro storie”.
Storie come l’eccidio fascista di Strugnano del 1921, in cui morirono dei bambini innocenti, o quello di Piemonte, in cui, per opera di una mitragliata assassina, in un pomeriggio domenicale di Carnevale del 1949, furono uccisi 12 giovani, prevalentemente originari di Cerreto. Storie di chi ha lasciato la terra istriana, come i genitori dell’autore, capodistriani, e quella della nonna, di Montona. Storie di chi è rimasto, come Giulio Ruzzier di Sicciole, che nei suoi dipinti ha immortalato le stazioni ferroviarie della Parenzana o di chi, come il papà di Pino Dotto, nato a Treviso, ha scelto di venire a vivere in Jugoslavia nel 1948, stabilendosi a Parenzo. Una vicenda scritta nel libro e raccontata da Pino Dotto nel corso della serata, assieme ad altri aneddoti riguardanti la vita di suo padre che, impossibilitato a dare al primo figlio il nome voluto di Giuseppe a favore della variante croata Josip, per il secondo nato ha scelto il nome intraducibile di Flavio. Storie che hanno coinvolto il numeroso pubblico.
Il libro di Fabrizio Masi è un viaggio nella storia e nella memoria dell’Istria. Le storie narrate nel libro sono diverse e variegate, di guerra e di violenza, di amore, di speranza e di rinascita. Storie che raccontano la complessità di una regione che è stata divisa a lungo da confini politici e culturali. È un’opera importante, che contribuisce a far conoscere la storia e la cultura dell’Istria, descritta da Antonio Simonetti nel suo intervento come un laboratorio unico in Europa, in cui s’incontrano le culture latina, slava e germanica.

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