Capodistria. Promozione di una cultura integrata e allargata

Alla CI «Santorio Santorio» presentato il programma della Fondazione Teatro Lirico «Giuseppe Verdi» di Trieste

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Capodistria. Promozione di una cultura integrata e allargata
II presidente della CI Mario Steffè accoglie i rappresentanti del Teatro Lirico di Trieste. Foto: MARIANGELA PIZZIOLO

Presso la sede della Comunità degli Italiani “Santorio Santorio” di Capodistria è stato presentato il programma della Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste per la stagione 2023/2024. Il direttore artistico Paolo Rodda è stato accolto a Palazzo Gravisi Buttorai dal presidente della CI, nonché vicesindaco di Capodistria, Mario Steffè, e dalla presidente del Festival Estivo del Litorale, Neva Zajc, che da molto tempo collaborano al fine di promuovere una cultura integrata e allargata a livello europeo e transfrontaliero.

Numerose eccellenze italiane
Il Festival Estivo del Litorale, infatti, non solo si premura di ospitare al suo interno numerose eccellenze italiane nel campo della musica e della danza, ma sostiene anche una campagna di abbonamenti ad attività culturali che si svolgono nel Veneto e nel Friuli Venezia Giulia, con una particolare affiliazione al Teatro Lirico di Trieste.
Il programma della stagione prevede otto titoli, ovvero sette opere liriche e un balletto. Nel mese di novembre è andata in scena l’opera di Giacomo Puccini “Manon Lescaut”, con la regia di Guy Montavon e una scenografia molto originale e innovativa. Per il mese di dicembre è in programma “Il flauto magico” di W. A. Mozart, con la regia di Ivan Stefanutti e una compagnia di canto di giovanissimi artisti selezionati a un’audizione. A gennaio andrà in scena l’opera “Anna Bolena” di Gaetano Donizzetti diretta da Graham Vick, il cui allestimento riproporrà un’idea del 2012 realizzata in coproduzione con la Fondazione Arena di Verona.
L’opera meno nota, ma straordinaria, “Ariadne Auf Naxos” di Richard Strauss è in programma per febbraio, con la direzione di Paul Curran. Marzo vedrà invece il “Nabucco” di Giuseppe Verdi, diretto da Gianfranco del Monaco e allestito dal Teatro di Zagabria. Tra aprile e maggio sarà proposta “La Cenerentola” di Gioacchino Rossini, con registi Paolo Gavezzini e Piero Maranghi e la scenografia del Teatro Carlo Felice di Genova.
Il balletto “Giselle” di Adolphe-Charles Adam, è previsto per il mese di maggio, in collaborazione con il Teatro di opera e balletto di Lubiana. L’ultima rappresentazione, nel mese di giugno, unirà “Il castello del duca Barbablu” di Béla Bartók e “La porta divisoria” di Fiorenzo Carpi.
Sono in programma anche “Il Flauto Magico”, “L’Oro del Diavolo” e “Arlecchino e Colombina”, atti unici della durata di circa un’ora, che verranno proposti in orari pomeridiani con biglietti davvero accessibili, dai 5 ai 10 euro.
Crescita artistica e sociale
Questo tipo di programmazione si rivolge in particolare alle scuole e agli anziani. Il direttore artistico Paolo Rodda ha voluto spiegare quali cambiamenti sono stati attuati dal Teatro Verdi negli ultimi anni, che hanno permesso all’istituzione di ripartire dopo la chiusura dovuta all’emergenza sanitaria e di crescere dal punto di vista artistico e sociale. È aumentato il numero delle donne coinvolte, sia tra i musicisti che tra gli artisti, ed è stata rivolta molta attenzione all’inclusione del pubblico, in particolare della fascia giovanile. Per questo motivo, non solo sono stati scelti allestimenti e scenografie accattivanti e innovative, ma soprattutto c’è stata una revisione dei prezzi.
A tal proposito, è intervenuta la responsabile della bigllietteria Valentina Lo Presti, che ha esposto la politica dei prezzi del teatro, il cambiamento nell’assegnazione dei posti a sedere e le nuove tipologie di abbonamenti e di riduzioni dei biglietti. Sono già stati registrati degli aumenti nelle vendite e negli abbonamenti e anche nel numero di spettarori provenienti dalla Slovenia. Questa collaborazione di confine non è facilitata soltanto dalla vicinanza geografica e dal fatto che, nel Litorale, l’Italiano sia una lingua molto conosciuta, ma soprattutto dall’evidenza che l’arte e la musica sono linguaggi universali.

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