«Apollo» e «Pulcinella» serietà ed esuberanza

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«Apollo» e «Pulcinella» serietà ed esuberanza

FIUME | Una première spumeggiante e coloratissima ha segnato le ultime battute della stagione del Balletto dell’Opera nel Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc”, con i balletti “Apollo” e “Pulcinella” di Igor Stravinski. Coreografati rispettivamente da Martin Chaix e da Giovanni Di Palma, i due balletti, definiti “neoclassici”, si sono svolti con la partecipazione dell’Orchestra dell’Opera diretta dal Mº Vladimir Fanshil.
Contrastanti per tematica, spirito e musica, i due balletti formano, tuttavia, un insieme interessante e diversificato. Quanto il primo si presenta serio, raccolto e poetico, tanto il secondo conquista con la sua esuberanza, l’umorismo, la sua dinamicità ed energia. La prima mondiale di “Apollo”, con il titolo “Apollo Musagète” (Apollo, guida delle Muse), ebbe luogo il 27 aprile 1928 nella Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, mentre quella europea si tenne il 12 giugno dello stesso anno nel Teatro Sarah Bernhardt di Parigi e fu messo in scena dai Balletti Russi. Quella attuale è stata, invece, la première fiumana del balletto di Stravinski.

Mitologia greca

“Apollo” si basa sulla leggenda dell’omonimo dio della mitologia greca, il dio del Sole, e di tre Muse che egli porta con sé sul monte Parnaso. Le tre Muse sono Tersicore, l’incarnazione della passione per la danza e del ritmo della poesia, Calliope, Musa della poesia e del ritmo, e Polimnia, Musa della pantomima. Nel balletto sono inclusi anche Leto, madre di Apollo e il coro delle tragedie greche, un gruppo di persone che esprime le emozioni dei protagonisti e appoggia l’azione principale. La musica di Stravinski, con l’organico orchestrale ridotto a un’Orchestra d’archi, è prevalentemente lenta, meditativa, e accompagna i movimenti altrettanto essenziali e tesi dei ballerini. Nel ruolo principale di Apollo appare Michele Pastorini, che si immerge nella coreografia con un’energia piena di tensione interna. La musica di Stravinski, infatti, non è di facile fruizione e soprattutto in questo balletto, basato sull’Orchestra d’archi, non offre gli spunti sonori che negli altri balletti del grande compositore russo sono forniti da legni e ottoni. Una dimensione emotiva alla storia di Apollo è resa da Leto, sua madre, interpretata con la giusta sensibilità da Marta Kanazir. Per la leggiadria dei movimenti si è distinta Tea Rušin. Il ruolo di Polimnia è stato ricoperto da Maria del Mar Hernandez, mentre a comporre il coro maschile sono stati Emanuel Amuchástegui, Daniele Romeo, Hugo Rodrigues e Svebor Zgurić.

Scenografia minimalista

La scenografia, anche questa firmata da Martin Chaix, è minimalista quanto l’allestimento. L’intero palcoscenico è bianco, circondato da semplici segmenti di pannelli rettangolari, anche questi bianchi, su uno sfondo di intensa luce azzurra. Le luci sono firmate da Saša Fistrić, il quale basa il suo schema d’illuminazione su luci rigorosamente bianche, giocando nella seconda metà del balletto con le ombre che oscurano occasionalmente alcuni dei ballerini in scena, producendo un effetto poetico e raffinato. I costumi di Aleksandar Nošpal combinano il bianco con il color carne ed elementi decorativi che richiamano l’antica Grecia.
Il quadro muta completamente nel secondo balletto, “Pulcinella”, in cui i pannelli rettangolari si moltiplicano e lasciano intravedere uno sfondo che cambia frequentemente colore, in linea con l’energica e dinamica coreografia che non lascia un attimo di sosta ai ballerini.
La prima mondiale di “Pulcinella” risale al 15 maggio 1920, all’Opera di Parigi. A Fiume, com’è il caso con “Apollo”, viene rappresentata per la prima volta. Il balletto si ispira alla musica di Giovanni Battista Pergolesi e per il suo tessuto musicale complesso e brillante ricorda il molto più noto balletto di Stravinski, “Petruška”. “Pulcinella” venne commissionato dal famoso impresario Sergej Djagilev e prodotto dai Balletti Russi. Nell’allestimento realizzato quasi cent’anni fa la scenografia era firmata nientemeno che da Pablo Picasso, e la coreografia da Leonide Massine.

Storia d’amore e gelosia

“Pulcinella” è una storia d’amore e gelosia, di tranelli e tradimenti, ma a lieto fine, come ci si aspetta dalla Commedia dell’arte. La musica è vivace e graziosa e funge da sfondo perfetto alla coreografia sciolta e dinamica, intercalata da gesti e movimenti spiritosi, resi con disinvoltura dai bravi ballerini. Le splendide luci colorate, anche queste firmate da Saša Fistrić, e gli stupendi e coloratissimi costumi di Petra Dančević Pavičić contribuiscono all’atmosfera elegante e gioiosa del balletto, impreziosito dagli interventi canori del mezzosoprano Ivana Srbljan, del tenore Marko Fortunato e del baritono Dario Bercich. L’intero allestimento ci ha fatto venire in mente una squisita confezione di cioccolatini o di confetti colorati!
Nel ruolo di Pulcinella abbiamo apprezzato Ali Tabbouch, mentre Laura Orlić ha interpretato sua moglie, Pimpinella, con innata eleganza e scioltezza. Nel ruolo di Prudenza ha danzato Marta Kanazir, mentre negli altri ruoli si sono esibiti Marta Voinea Čavrak (Rosetta), Emanuel Amuchástegui (Fourbo), Daniele Romeo (Caviello) e Hugo Rodrigues (Florindo).
Meritati e copiosi gli applausi.

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