Sulle ali della quarta rivoluzione industriale

Nell’ambito delle giornate delle porte aperte dell’Università «Juraj Dobrila» ieri si è tenuta una tavola rotonda incentratra sul ruolo dell’Ateneo nella società di oggi

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Sulle ali della quarta rivoluzione industriale
I partecipanti alla tavola rotonda all’Università Juraj Dobrila. Foto: DARIA DEGHENGHI

Il ruolo dell’Università nei processi di trasformazione della società (locale, nazionale ed europea) nell’era della quarta rivoluzione industriale. Questo l’argomento della tavola rotonda che si è tenuta ieri all’Università degli studi di Pola, su iniziativa dell’Ateneo, con la partecipazione di funzionari pubblici, manager aziendali, docenti di informatica ed economia. Il dibattito è stato uno degli appuntamenti di maggiore rilievo delle due giornate delle Porte aperte dell’Università di Pola che sta vivendo – proprio come la società – momenti di intensa trasformazione sulla via di una digitalizzazione accelerata. A moderare il dibattito Dean Sinković, docente della Facoltà d’Economia e turismo che deve parte della sua formazione accademica al mondo universitario statunitense. Suo il giudizio che “quelli che la nostra Università sta vivendo in questo momento sono processi che gli Stati Uniti d’America hanno attraversato più di vent’anni fa”. La stessa esperienza è stata vissuta da Željko Kukurin, CEO di Valamar Riviera, che è stato uno studente della Bocconi di Milano. I pilastri della “nuova Università” nell’era dell’“industria 4.0”, sono dunque l’innovazione, la digitalizzazione, l’interdisciplinarità, l’internazionalizzazione degli studi e la cooperazione col settore produttivo.

Studiare vuol dire incontrare
Il sapere che si apprende dai libri non è la fine ma solo l’inizio del percorso. “L’innovazione non si trova nei libri”, ha rimarcato Kukurin, per il semplice fatto che l’editoria non riesce a stare al passo con i tempi che corrono a velocità prima impensabili. La padronanza delle teorie che hanno fatto la storia di una scienza in passato – ossia quella decina o ventina di libri che fungono da propedeutica alla disciplina – è sottintesa ancor prima di mettere piede all’Università che guarda al futuro e nessun corso di laurea è finalizzato a servire la “pappa in bocca” in questo senso. Studiare economia, commercio e management è più che mai un incontro con le aziende, col mondo, con le Università, uno scambio di esperienze, nozioni, conoscenze, abilità e pensiero. E se questo vale per l’economia vale, a maggior ragione, per le scienze delle telecomunicazioni. Il preside della Facoltà d’informatica di Pola, Darko Etinger, ha di che andare fiero: il corso di laurea in informatica online di Pola è il primo in Croazia: partirà in autunno di quest’anno e servirà a formare ingegneri, tecnici, programmatori, sviluppatori, amministratori ICT di cui le aziende hanno una fame praticamente insaziabile.

Il mondo che cambia
Due sono i corsi on-line in procinto di decollo alla “Juraj Dobrila” di Pola: Economia e Informatica. Stando a Etinger, questi corsi sostituiscono e migliorano quelle che un tempo erano le lezioni fuori corso. Sono riservati a studenti che lavorano e ai lavoratori che studiano appunto perché “il mondo è cambiato”. Gli studi fuori corso sono ormai obsoleti, quelli di una volta perlomeno. Oggi sono necessari quelli online perché le aziende, le industrie, i servizi si stanno digitalizzando a ritmi incalzanti e chi non è in grado di seguirne il passo è a rischio d’estinzione. “Per assurdo gli studenti d’informatica vanno a lavorare prima ancora di prendere la laurea: tale è la richiesta di manodopera in questo campo. Permettere loro di terminare gli studi in rete è di fondamentale importanza, benché, sia chiaro, la didattica a distanza non potrà mai sostituire completamente i rapporti fisici tra gli studenti e i professori”, ha concluso Etinger adducendo alla sua osservazione una miriade di argomentazioni. Per il resto la Facoltà d’informatica di Pola partecipa con la “facoltà gemella” di Fiume al Programma digitale europeo (Digital Europe Program – DEP) che ha visto nascere il Centro europeo di innovazione digitale EDIH Adria, il consorzio universitario-digitale che ha il compito di traghettare la Croazia dalle tecnologie e dalle industrie del passato a quelle del futuro: intelligenza artificiale, finanze di elevate prestazioni, salute e turismo sanitario, traffico, trasporti e comunicazioni intelligenti, energia e sviluppo sostenibile. EDIH Adria s’avvale della collaborazione dei due giganti tecnologici: Ericsson Nikola Tesla d.d. i Infobip d.o.o. e può contare su un bilancio da 2,6 milioni di euro.

L’importanza dell’adeguamento
A proposito di Infobip, il gigante dell’IT mondiale non perde l’occasione per unirsi all’Università, che trae beneficio dall’azienda così come l’azienda, nella sua filiale di base a Dignano perlomeno, trae beneficio dall’Ateneo alla cui evoluzione sta partecipando attivamente. Monika Ivanović, responsabile del team per la gestione dell’immagine della società è intervenuta al dibattito parlando del modo in cui la pandemia ha influenzato il mondo del lavoro. “Ci abbiamo messo tra i 6 e i 12 mesi per adattarci al regime di lavoro da remoto e ora ci mettiamo altrettanto per tornare negli ingranaggi del lavoro in ufficio. Ne abbiamo appreso che la produttività col lavoro a distanza non decade, anzi, si mantiene e l’azienda non ci rimette alcunché. Tuttavia vi sono aspetti psicologici che sembrano nuocere alle dinamiche di gruppo e qui si parla principalmente del senso d’appartenenza, del senso di fiducia nei colleghi…. In ogni caso la pandemia ci ha insegnato il valore della velocità d’adeguamento, dell’adattabilità”.

Una corsa senza tregua
Che il mondo sia cambiato e la Croazia con lui, è chiaro anche da alcune considerazioni del presidente della Regione, Boris Miletić: “Quindici anni fa non c’era argomento sul tavolo che non riguardasse la disoccupazione e il salvataggio dei posti di lavoro. Oggi, solo un decennio e mezzo dopo, non c’è altro argomento che tenga banco oltre alle difficoltà delle aziende di trovare forza lavoro”. In altri termini, siamo passati da un estremo all’altro e la società è sempre sull’orlo di una nuova transizione. Sulle ali della quarta rivoluzione industriale, l’Università e la società sono impegnate dunque in una corsa senza tregua. Ma le idee non mancano. Il sindaco Filip Zoričić ha già proposto e firmato una convenzione con l’Ateneo e l’Infobip che porterà un giorno alla costruzione di un Centro delle innovazioni e delle tecnologie a Vallelunga. Per i tre partner che vogliono vedere l’opera realizzata quanto prima c’è solo un fattore d’intralcio ma è fondamentale: i terreni destinati a ospitare la struttura sono ancora in mano alla Repubblica e non alla Città di Pola.

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