SMSI di Pola. Imparare dalla storia per crescere liberi

La palestra della Scuola Media Superiore Italiana Dante Alighieri ha ospitato ieri oltre un centinaio di studenti, docenti e rappresentanti di Roma Capitale che hanno portato a conclusione a Pola il progetto didattico e di arricchimento formativo «Viaggio del Ricordo»

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SMSI di Pola. Imparare dalla storia per crescere liberi
Autorità e ospiti intervenuti all’evento. Foto: GIULIANO LIBANORE

Roma non è stata costruita in un giorno, ma in una giornata soltanto, la Città eterna, con la sua grande e stupenda comitiva, ha saputo eccome costruire e rinsaldare un legame significativo con Pola e la Comunità nazionale italiana, dopo i due giorni trascorsi a Trieste. Viaggio nella memoria e viaggio nel tempo, per un presente più consapevole ed un futuro migliore entro la comune cornice europea, è stata tutto questo e tanto tanto altro la nobile operazione di recupero di una pagina di storia – rimasta per troppo tempo relegata fuori dai confini orientali dell’Italia – compiuta da oltre un centinaio di studenti e docenti della Città italica, della Città Metropolitana di Roma Capitale e della Regione Lazio che ieri, a Pola, hanno portato a conclusione il loro progetto didattico e di arricchimento formativo “Viaggio del Ricordo”. La mattinata di formazione propedeutica, prima di partire alla scoperta dell’italianità, della romanità e della venezianità di Pola, si è svolta nella palestra dell’istituzione ospitante, la Scuola Media Superiore Italiana Dante Alighieri, nell’ambiente condiviso assieme all’elementare italiana Giuseppina Martinuzzi e che simbolicamente, rappresenta l’amicizia e la collaborazione tra gli Stati italiano e croato, meritevoli di avere generato le conquiste più importanti nel campo dell’edilizia scolastica a favore della verticale formativa della CNI. La spaziosa struttura ginnica, però, non è stata sufficiente a contenere una così elevato sentimento collettivo e volontà di avvicinamento e coesione nel nome di una missione che, come da “romano” desiderio, “focalizza la Memoria come elemento essenziale per contrastare fenomeni d’intolleranza, xenofobia e fanatismo ideologico, ricordando che la storia è parte integrante della cultura e della tradizione di una comunità. E come da “polesana” volontà, chi ha fatto gli onori di casa ha desiderato aiutare il raggiungimento del giusto e dignitoso obiettivo didattico-formativo, educativo e culturale che è quello di conoscere e comprendere i drammatici eventi del Novecento per offrire agli allievi la possibilità di coniugare la storia e la memoria attraverso l’apprendimento esperienziale e la riflessione condivisa, per un’educazione alla pace e al rispetto dei diritti umani.

Le autorità presenti
A introdurre il memorabile evento polese, ci ha pensato Debora Radolović, preside della Dante, con sinceri e cordiali saluti a tutti i presenti, proff. e studenti, con menzione particolare riservata ai rappresentanti del Liceo Blaise Pascal di Pomezia, appena visitato dalla dirigente scolastica, e soprattutto agli stimatissimi ospiti: prof.ssa Donatella Schürzel, presidente del Comitato provinciale di Roma e vice Presidente vicario nazionale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia; dott. Miguel Gotor, assessore alla Cultura di Roma Capitale con delega del sindaco di Roma e della città metropolitana, Roberto Gualtieri; dott. Daniele Parrucci, consigliere metropolitano con delega all’edilizia scolastica; dott. Alberto Cossa, a nome del Consolato italiano di Fiume e dell’Ambasciata italiana a Zagabria; Graziella Cazzaniga Palermo, in rappresentanza dell’Associazione degli esuli di Pola e Istria. Parole di benvenuto poi per chi ha ieri rappresentato la CNI, l’onorevole Furio Radin, vicepresidente del Sabor e deputato CNI e Maurizio Tremul, presidente dell’Unione Italiana e per chi ancora ha portato i saluti della Città di Pola, l’assessore alla cultura, Emina Popović Sterpin.

Daniele Parrucci, Debora Radolović e Miguel Gotor.
Foto: GIULIANO LIBANORE

Un’istituzione pronta a dialogare
Come funziona una scuola con lingua di insegnamento italiana fuori dai confini del Paese dello stivale? A illustrarlo in breve agli allievi romani è stata sempre Debora Radolović esibendo le peculiarità essenziali di un’istituzione con 165 studenti, aperta, pronta a dialogare, polivalente a più indirizzi e che come detto “nel suo piccolo mondo, rappresenta una delle realtà più complesse in quanto, oltre che abilitare gli studenti a una professione o mestiere per facilitarne l’inserimento nel mondo del lavoro, educa all’arte della convivenza contribuendo a formare la loro identità che, nella realtà croata in cui viviamo, vuole essere proiettata nella dimensione europea”. Qui sottolineato il contributo all’affermazione della lingua, della cultura e dell’identità italiana, quindi delle tradizioni e degli idiomi dialettali autoctoni, all’acquisizione del concetto di cittadinanza europea, poi anche l’esistenza a Pola di enti e istituzioni che concorrono a perpetuare la storica presenza della comunità italiana sul territorio di insediamento plurisecolare. Nel riassumere le vicissitudini della nostra scuola, non si è mancato di ricordare la nascita, la crescita e l’inaugurazione dell’edificio scolastico al cospetto dei capi di Stato italiano e croato, che hanno siglato la necessità di tutelare le minoranze nazionali, come tali vulnerabili, e di investire nel settore dell’istruzione.

In primo piano gli allievi delle scuole romane.
Foto: GIULIANO LIBANORE

Adriatico, un mare che unisce
Agli auguri di buona permanenza a Pola, da parte dell’assessore Popović Sterpin, ha fatto seguito l’intervento di Donatella Schürzel, che ha ringraziato Debora Radolović, dell’accoglienza fraternamente amichevole che si riconferma a ogni suo arrivo a Pola e anche in occasione di “questo ulteriore viaggio del ricordo per condividere un’esperienza molto intensa, raccogliere un humus importante con cui ritrovare nuove fonti vitali ed energia, in un ininterrotto andirivieni da una all’altra sponda dell’Adriatico, mare che ha funzione di collegamento e non di separazione”. Soddisfatta la medesima, anche per il fatto che dopo la crisi epidemico-sanitaria siano ripresi questi “percorsi di crescita civile, etica e di conoscenza della memoria storica, affinché resti viva e non cristallizzata nel tempo e nei documenti di storia, rendendo i giovani portatori, non di banali messaggi, ma di vita vera e realizzazioni concrete”.
A tanto di auspici è seguita una sorpresa, con Claudio Smareglia per dei saluti al microfono da parte di un discendente del celebre compositore, Antonio Smareglia, cui Pola ha dato i natali. Qui l’augurio acciocché l’essenza italiana autoctona di questa Regione abbia continuità, anche attraverso queste benvenute iniziative. Per voce di Graziella Cazzaniga Palermo, quindi, un sentito messaggio trasmesso ai giovani dal consorte Salvatore Palermo, esule di Pola: “Fai capire a questi ragazzi cos’era stata l’Italia qui in questi luoghi” per aggiungere ancora che “voi ragazzi siete il viatico più importante per raccontare la storia che vedete con i vostri occhi, tutta la storia dall’inizio fino alla fine.”

Europeismo, riconciliazione e pacificazione
L’importanza dell’iniziativa istituzionale del viaggio del ricordo è stata in seguito sottolineata dall’assessore romano alla Cultura Miguel Gotor specificando che un tanto consente di promuovere e far conoscere due aspetti di una medesima realtà storica: la tragedia delle foibe e il dramma dell’esodo. Due sono gli atteggiamenti presi poi in considerazione, in riferimento all’oggi e al rapporto con le minoranze: la tanto (ab)usata “tolleranza” che in realtà significa “sopportazione” (perché dal latino il tollerare è riferito al freddo, al caldo e alle tasse), e il termine del “rispetto”, che nella sua vera accezione comporta “stima, riconoscimento di diritti e doveri minoritari, possibilità democratica di coltivare la propria memoria e di partecipare al processo di ricerca che riguarda la storia”. Nel caso del presente viaggio si è detto che ha consentito di affermare 3 valori: europeismo, riconciliazione e pacificazione. “Oggi mi sento a casa”: ha detto, invece, il consigliere Parrucci, gratificando i protagonisti di questo momento di coesione assieme ad allievi-ragazzi e formulando il caloroso invito con un “vi aspettiamo a Roma”, rafforzato poi dall’esortazione a incentivare le visite di scambio culturale tra le scolaresche di Pola e di Roma, da parte del rappresentante diplomatico Alberto Cossa.
Costruire ponti e dialoghi
L’opera di approfondimento della conoscenza della nostra realtà territoriale ha incontrato tra l’altro il supporto significativo del presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul con un breve saggio sul mondo CNI, sulle organizzazioni più rappresentative, le scuole e le istituzioni che ne determinano la presenza nazionale e linguistico-culturale: “Siete venuti in un luogo dove la Comunità italiana è presente, in un posto dove vive una piccola porzione d’Italia”. E ribadendo i traguardi dell’edilizia scolastica (italiani e croati) ha sottolineato che c’è tutto un percorso che va a riallacciare i fili del dialogo, dopo che qui è stato interrotto in maniera cruenta e sotto la pressione dei tre totalitarismi (nazismo, fascismo e comunismo), rei di avere prodotto, violenze, dolore, morti e vendette. “È tempo di andare oltre, di costruire ponti, relazioni, dialoghi interculturali…” si è sentito dire incitando il superamento delle divisioni e la costruzione dell’Europa. Imparare la storia in questo contesto, viene ritenuto indispensabile per crescere quali uomini realmente liberi, al riparo dalle brutture belliche che altrove stanno dilaniando la realtà presente.

Il concetto di solidarietà
Da alleato fedele della scuola italiana in Croazia, per affrontare e superare le diverse difficoltà che la riguardano, l’onorevole Furio Radin è stato chiamato a intervenire, per poi sentire sviluppate le riflessioni di Miguel Gotor: “Sono d’accordo con l’assessore che ha sfondato una porta già aperta circa il concetto di tolleranza”. A proposito di “convivenza” e di termini più accettabili, si è detto propenso a parlare di “solidarietà”, solidarietà tra maggioranza e minoranza, o preferibilmente comunità nazionale, in questi che sono tempi davvero ormai cambiati.
Gli applausi seguiti dopo il “Viva Roma” di Furio Radin, sono stati interrotti da una conclusione carina con poesie in dialetto veneto e lingua standard recitate dagli alunni della Martinuzzi, in presenza del direttore scolastico Luka Brussich e del loro insegnante mentore Alessandro Lakoseljac. Per finire, dei piacevoli momenti di condivisione, foto di gruppo, scambi di omaggi, targhe, libri e monografie tra ospiti e ospitanti.

Autorità, ospiti e allievi di Roma e Pola all’appuntamento nella palestra delle scuole in lingua italiana.
Foto: GIULIANO LIBANORE

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