Radon Non c’è di che essere preoccupati

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Radon Non c’è di che essere preoccupati

Hanno contribuito a fornire valutazioni e considerazioni molto rassicuranti gli incontri con il fisico e professore straordinario dell’Università di Osijek, Vanja Radolić: l’allarme radon, gas presente oltre certi limiti della norma nel sottosuolo di alcune scuole polesi, in realtà non rappresenta una vera emergenza e tanto meno costituisce una ragione di panico. A calmare le acque e a ripristinare una certa tranquillità, consci comunque di dover continuare con i rilevamenti e con l’adozione di determinate misure di sicurezza di tipo permanente, hanno influito le spiegazioni scientifiche fornite dall’esperto dell’istituzione specializzata in materia, giunto a Pola assieme a Sanja Krča, rappresentante dell’Istituto statale per la tutela dalle emergenze radiologiche e nucleari.

Incontri a più riprese

Il primo incontro con i rappresentanti della Città, fondatrice delle scuole elementari, è servito a ragionare sul da farsi seguendo i consigli della scienza, che in ogni caso richiede una migliore e più numerosa distribuzione dei punti di misurazione per permettere un’inquadratura e una definizione più dettagliata del problema comunque presente. La questione radon è stata quindi affrontata assieme ai dirigenti scolastici delle scuole di Pola dove sono stati registrati valori più elevati del gas. Rientrano nella lista degli edifici che presentano valori superiori ai 300 becquerel per metro cubo, le elementari di Montegrande, di Monteparadiso, di Castagner, la “Centar” e l’italiana Giuseppina Martinuzzi, quindi la Scuola Media di economia, nonché la Media-superiore di orientamento professionale. E una terza riunione per ascoltare le stime e i vagli degli intenditori in materia di radioprotezione sanitaria è stata promossa pure negli ambienti dell’elementare Giuseppina Martinuzzi, convocando i rappresentanti dei genitori (in verità pochi), che si sono dimostrati interessati ad ottenere chiarimenti.

Cerlon: «Nessun allarmismo»

“Dopo avere ascoltato una lunga lezione di livello universitario inerente alle tipologie di radon esistenti in natura – ha rilevato la direttrice della scuola italiana Susanna Cerlon – e dopo avere appreso da cosa dipende la sua presenza negli ambienti di lavoro e di residenza, i genitori hanno posto una serie di domande. Come specificato a chiare lettere, il radon figura al 40.esimo posto sulla lista delle cause di malattie con possibile esito mortale, e, in detto caso, da quanto appreso l’esposizione dovrebbe essere permanente e pluridecennale. Lo studioso ha rivelato che non esiste una situazione straordinaria e preoccupante. Il gas è da sempre presente, ovunque con diverse concentrazioni nel sottosuolo. Tuttavia, è stato predisposto di effettuare a settembre una seconda misurazione preventiva molto più dettagliata e indicativa in tutti gli ambienti scolastici, aule e servizi igienici, del pianterreno in particolare. Le misurazioni saranno comunque necessarie, sia per verificare l’efficacia di azioni preventive sia per dare eventuale attuazione alla predisposizione di azioni per la riduzione del radon, in modo che le concentrazioni di questo gas si mantengano completamente al di sotto del limite di riferimento”.

Misurazione nei tempi adatti

Perché a settembre e non subito? “Perché – sottolinea la direttrice – per ottenere dei risultati realmente obiettivi, bisogna misurare in condizioni reali, quando la scuola è frequentata e arieggiata e quando la stagione viene ritenuta più adatta, scegliendo tra l’altro posizionamenti dei dosimetri e dei rilevatori, in punti più consoni di quelli analizzati finora”. Si viene a sapere che il docente ha precisato che esiste una notevole variabilità nel tempo della concentrazione di radon indoor dovuta sia a variazioni naturali (variazioni stagionali; variazioni giorno-notte; variazioni della temperatura e di altri parametri), sia a variazioni nell’utilizzo dell’edificio (diverse abitudini d’uso degli occupanti l’edificio, differenti periodi di accensione del riscaldamento, lunghi periodi di inutilizzo come durante le vacanze estive). A tale proposito è stato fatto presente che, negli edifici scolastici, tali variazioni sono spesso particolarmente significative a causa dei prolungati periodi di chiusura della scuole stesse, delle modalità di riscaldamento, dell’apertura delle finestre durante le lezioni, le pulizie ecc. A causa delle peculiarità delle scuole, dunque, la concentrazione di radon indoor, all’interno di esse, non sempre riflette gli andamenti nel tempo.

Ulteriori accertamenti

Pertanto, ci vorranno ulteriori accertamenti di eventuali superamenti dei livelli stabiliti e quindi provvedere alla loro riduzione e alla bonifica là dove necessario. La dirigente scolastica Susanna Cerlon, in ogni caso puntualizza anche un dato di fatto: “Le misurazioni hanno appurato che le più alte concentrazioni di radon sono state registrate negli ambienti della sala insegnanti, della direzione e della segreteria. Ciò non toglie la necessità di provvedere a un’ulteriore misurazione, per analizzare i valori in ogni punto della scuola”.

Brussich: «Sono tranquilla»

All’incontro con Vanja Radolić ha partecipato non a caso, anche Tamara Brussich, direttrice della scuola d’infanzia in lingua italiana Rin Tin Tin di Pola, siccome negli ambienti dell’elementare italiana opera anche la sezione prescolare dislocata Delfini. “Il professor Radolić – ha specificato la Brussich – ha fornito tutte le informazioni necessarie ed è stato molto esaustivo nell’esposizione di questo che è un fenomeno naturale. La Città di Pola si premurerà di organizzare future campagne di misurazione e accertamento per capire meglio la situazione nel suolo sottostante gli edifici pubblici delle scuole e ottenere indicazioni della distribuzione della concentrazione del radon negli ambienti interni. Quindi si valuterà dove, come, quando e se sarà necessario reagire. Fino ad ora si è fatto il possibile. Come direttrice dell’istituzione Rin Tin Tin, vado assolutamente tranquilla per quanto riguarda la sezione Delfini. Le norme di sicurezza che il prof. di Osijek ci ha consigliato – finestre aperte, ambiente bene arieggiato – noi le osserviamo da sempre. Non vi è alcuna ragione di essere preoccupati. Lo hanno assicurato gli esperti in scienze. E io li ascolto”.

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