Pola. Una mattinata in centro nell’era Covid

Da un lato le persone che rispettano le misure epidemiologiche, dall’altra coloro che le snobbano

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Pola. Una mattinata in centro nell’era Covid

Da un lato il timore del contagio e l’apprensione per il futuro, dall’altro l’irresistibile bisogno di riappropriarsi dei luoghi, delle consuetudini e dei volti che dipingono il quadro completo della città. Impossibile resistere alla sua chiamata, con tutto il rispetto per le raccomandazioni a tenersi in disparte. Si scende in centro, la mattina, chi per acquisti, chi per un caffè in compagnia, chi per entrambe o nessuna delle due cose. In ogni caso alla chiamata dell’area mercati si risponde con un immediato “rieccoci”. Folla di acquirenti tra le bancarelle di piazza del Popolo, sotto una pioggia di castagne selvatiche che cadono alla velocità delle meteore nella notte di San Lorenzo. Per evitare una sonora martellata in testa e la conseguente collezione di bernoccoli, sarebbe un bene evitare le chiome degli ippocastani e cercare di mantenersi, diciamo, sulla linea a metà strada tra un filare e l’altro. Cosa per altro difficile, visto che il fiume dei clienti si sposta secondo una propria logica intrinseca, difficile da schivare.

Via Flanatica: una tavolata di persone anziane poco inclini a indossare la mascherina

Come siamo messi in quanto a protezione? Boh, diciamocelo: così così. Né bene né male. Buona parte dei clienti e dei passanti indossa la mascherina, in tanti lo fanno anche se non sono nella mischia, se, per esempio, prendono il caffè all’aperto soli soletti a un tavolino sufficientemente distante dagli altri. Ma poi ci sono quelli che io-me-ne-frego e continuano a sfilare tra la folla senza precauzioni di sorta. Avessero la cortesia di non starnutire sarebbe meglio, ma sappiamo bene quanto sono difficili da trattenere gli starnuti in ottobre: la più forte delle volontà dello spirito è subito disarmata di fronte alle materiali necessità del corpo. Insomma, così si va a zonzo tra piazza del Popolo, via Flanatica, via delle Cooperative, via Verona, via Ciscutti e piazza Primo maggio, tra un fontana e l’altra: chi facendo leva su tutte le debite precauzioni possibili e chi infischiandosene sonoramente per indifferenza o alterigia o entrambe. Il mondo è diviso in due schieramenti.

Una signora che ha afferrato bene il concetto: meglio non rischiare

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