Pola. Sedici tombe storiche saranno salvate dall’oblio

Firmato un accordo tra la società di onoranze funebri e servizi cimiteriali e l’Associazione Italiani di Pola e dell’Istria «Libero Comune di Pola in Esilio»

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Pola. Sedici tombe storiche saranno salvate dall’oblio
Le tombe storiche nel cimitero cittadino si contano a centinaia. Foto: DARIA DEGHENGHI

Sedici tombe storiche saranno salvate dall’oblio grazie a un accordo inedito che la società di onoranze funebri e servizi cimiteriali di Pola ha studiato all’uopo in collaborazione con l’Associazione Italiani di Pola e dell’Istria “Libero Comune di Pola in Esilio”. La municipalizzata diretta da Darko Bijelić e l’associazione degli esuli presieduta da Graziella Cazzaniga Palermo ci hanno lavorato un anno e mezzo perché era stato necessario “trovare le formulazioni concettuali, giuridiche e amministrative per far quadrare l’accordo con le leggi, le deliberazioni e i regolamenti in materia di gestione delle aree di sepoltura sia nazionali che locali”. Lo abbiamo appreso in occasione della firma del contratto tra le due parti alla presenza del vicesindaco di Pola, Bruno Cergnul, che ha tenuto l’accordo a battesimo. Vediamo che cosa ci hanno dichiarato in merito i protagonisti. “Si tratta di un accordo lungamente preparato perché rappresenta di fatto una novità assoluta per la città e per la sua società comunale, ma anche in ambito nazionale. Che io sappia, qualcosa di simile hanno cercato di fare anche a Fiume, ma l’idea non è giunta in porto per tutta una serie di motivi che non andremo a spiegare in questa sede. Il contratto che hanno concepito invece la nostra società Monte Giro e l’AIPI è già in vigore ed è stato inviato al Consolato generale d’Italia a Fiume affinché ne sia valutata l’applicabilità anche per i cimiteri di Fiume, altrettanto pregni di storia e di sepolcri da conservare”, ci ha detto il vicesindaco e aggiunto che l’intento della manovra è ovviamente quello di migliorare l’aspetto del campo storico del cimitero civico salvando le tombe più notabili o le più antiche, anche ampliando la rosa degli enti e dei patrocinatori dei restauri. Ma questo avverrà in un secondo tempo, quando l’iniziativa si sarà fatta pubblicità anche all’estero, tra eventuali eredi probabilmente ancora inconsapevoli di aver avuto degli avi sepolti a Pola.

Un contratto di collaborazione da copiare.
Foto: DARIA DEGHENGHI

Diverse le tombe in mora
Sentito il vicesindaco, Graziella Cazzaniga Palermo ci ha dichiarato: “L’AIPI ‘Libero Comune di Pola in Esilio’ sta cercando di mantenere vivo il ricordo dei nomi di famiglia degli antenati degli esuli da Pola assumendosi l’obbligo dei versamenti della tassa cimiteriale, in collaborazione con la direzione della società stessa. L’impegno che ci prendiamo è innanzitutto quello di pulire e mantenere in ordine le tombe, con interventi di riparazione qualora si rendessero necessari. In secondo luogo ci assumiamo l’impegno di sollecitare tra gli esuli l’interesse a dare una mano all’impresa anche in termini di contributo finanziario”. Piuttosto, come sono state selezionate queste prime sedici tombe da curare? In base ai nomi oppure in base allo stato di conservazione e di necessità d’intervento? Pronta la risposta di Graziella Cazzaniga: “Una cernita iniziale ce l’hanno data al Cimitero perché le tombe in mora o in deficit di pagamento sono tantissime, probabilmente a centinaia, e siccome passati i 10 anni dalla scadenza della concessione le tombe vanno all’asta per nuove inumazioni, si corre sempre il rischio di nuove perdite di identità e di memoria”. Infatti, è già successo tante altre volte nel passato.

Graziella Cazzaniga Palermo e Bruno Cergnul.
Foto: DARIA DEGHENGHI

Valore storico e architettonico
Questi sono dunque alcuni dei nomi di famiglia che l’AIPI va a salvare a proprie spese: Sauri, Cidri, Malusà, Franceschini, Chersi, Gelmi e Pussini. In qualche caso i monumenti sepolcrali sono di notevole valore storico e architettonico, in altri si tratta solo di lapidi discretamente ornate, ma sempre importanti essendo muti testimoni del passato della città. La tariffa cimiteriale da saldare è di una ventina di euro l’anno e di per sé non rappresenta un investimento particolare, ci fa notare ancora la nostra interlocutrice, giacché il vero onere finanziario sarà quello della manutenzione straordinaria, come nel caso in cui ci vanno di mezza la stabilità delle opere. Trattandosi di monumenti eretti anche un secolo fa, è chiaro che tutti o quasi si vanno deteriorando o vanno cedendo, e infatti alcuni sono a rischio di crollo. Ora la cosa importante sarà sollecitare gli esuli e i loro eredi a visitare questo luogo e scrutare queste tombe perché potrebbe anche darsi che qualcuno abbia avuto degli antenati (e quindi dei sepolcri) di cui non era stato a conoscenza.

Un contratto unico in Croazia
Un commento a caldo infine da Darko Bijelić, direttore dell’azienda Monte Giro che insiste proprio sull’innovazione dell’accordo con l’AIPI: “Che io sappia questo è un contratto sui generis, unico in Croazia, studiato apposta per trovare una soluzione al problema della normativa cimiteriale deficitaria, che trascura il valore immateriale delle tombe abbandonate permettendo il loro riutilizzo alla scadenza dei dieci anni dalla sospensione dei pagamenti. E infatti tutti gli anni l’azienda effettua una revisione dell’utenza e mette all’asta parte delle tombe storiche che i residenti hanno interesse a rilevare. Tuttavia Pola è una città pregna di passato e queste tombe vanno tutelate”. Bijelić ci ricorda che anni fa la Città di Pola si è data un regolamento interno sulla conservazione delle tombe storiche che suddividono il patrimonio in quattro categorie di tutela distinte. Il massimo grado di tutela è definito dall’obbligo della conservazione dei nomi e delle lapidi originali intatte. In teoria il documento è stato pensato bene, ma è andata a finire che spesso le sue disposizioni non sono state osservate scrupolosamente (o per niente) da parte dei nuovi titolari. Sta di fatto che in assenza di controlli, in tanti hanno fatto poi di testa propria, col risultato che molte tombe ne sono uscite deturpate.

Darko Bijelić.
Foto: DARIA DEGHENGHI

Interesse scarso
Ora che le verifiche sono puntuali, invece, si assiste a un altro fenomeno: i polesi non sembrano più interessati a rilevare le tombe storiche se poi non possono farsene quello che gli pare. Insomma, siamo tornati al punto di partenza. Qualcuno ha suggerito che dovrebbe essere la Città di Pola a badare al patrimonio sepolcrale, appoggiandosi magari sul gettito fiscale dei tributi comunali come l’imposta pagata dai locali commerciali nei centri storici, ma le cose non sono affatto così semplici. Anche senza contare i sepolcri del Cimitero della Marina, le tombe storiche in città si contano a centinaia, e l’azienda comunale e l’amministrazione comunale non hanno mezzi per avviare un programma di restauri né parziale né completo. Forse il modello della collaborazione avviata con l’AIPI avrà un seguito, e avrà dei successori. Forse si faranno avanti altre associazioni, minoranze, gruppi etnici e religiosi, forse cominceranno a interessarsi alle tombe eventuali discendenti. Si vedrà. Questo è solo il primo passo.

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