Pola. Che solido Castello (foto)

Si è conclusa la seconda fase di recupero della struttura muraria che corre intorno all’elegante costruzione veneziana

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Pola. Che solido Castello (foto)

Non tutta la storia è sempre onorata da un buon trattamento. Fase dopo fase, il Castello veneziano di Pola, sede del Museo storico e navale dell’Istria, invece, sta ricevendo continue e meritate attenzioni, assicurandosi la sopravvivenza da inestimabile patrimonio architettonico della città e un futuro nelle mappe turistiche per i posteri. Il direttore dell’istituzione, Gracijano Kešac, comunica che è appena arrivata a felice conclusione anche la seconda impegnativa fase di recupero e ricostruzione della struttura muraria di supporto, che circonda il canale del maniero, impresa che è stata portata avanti alla fine del 2019 e all’inizio del 2020.
“Si tratta di una struttura – come specifica Kešac – che presenta un cattivo stato di conservazione e che in determinati punti è del tutto finita per franare. In quest’ultima fase dei nostri interventi ci siamo concentrati a livello del lato orientale del muro tra il maniero e l’area del piccolo teatro romano. Si è proceduto prima di tutto con la rimozione del terrapieno accumulatosi a ridosso dei muri, con lo smistamento e l’analisi del materiale di pietra, quindi con la pulizia dalla sterpaglia e di altri fusti selvatici. È stato necessario procedere con riempiture e consolidamenti mediante materiale prodotto dallo scavo e misure di rafforzamento della corona della struttura muraria adottando modalità di costruzione edile identiche a quelle originali”.
Dal 2015 a questa parte, solo per i bastioni del Castello si sono resi necessari milioni di investimenti e non una, ma quattro fasi di restauro e ricostruzione. Esattamente un anno fa era giunta a conclusione una quarta grande tornata di interventi mediante i quali era stato completato il totale recupero della cortina settentrionale del maniero, quella più imponente e che meglio si avvista navigando per il porto di Pola. Di pari passo erano state compiute le prime manovre di ristrutturazione del fossato, ossia delle strutture murarie di sostegno mangiate dai rovi e semi-crollate. Adesso, come anche allora, è stata investita una grande mole di lavoro per liberare le strutture da impurità accumulate negli anni, per riempire le fughe e le fessure mediante stuccatura atta a proteggere le superfici da possibili infiltrazioni di acqua, tutelandole dall’insidia dello sporco che si accumula sotto l’influsso degli agenti atmosferici.
Geometrie scomposte
Sempre rimanendo a livello di fossato attorno alla fortezza, si ricorderà che i secoli avevano anche compromesso la geometria dell’architettura del Castello, rendendo diverse pietre più sporgenti e altre più rientranti e gli artigiani esperti dell’impresa Kapitel di Gimino avevano eseguito un’opera di livellamento manuale, con lisciatura finale. I punti del tutto malconci e con grandi vuoti, causa la caduta di diversi vecchi blocchi di pietra finiti per frantumarsi e sbriciolarsi, erano stati colmati con massi nuovi. Ora si attende ancora un po’ di patina del tempo per vedere più mimetizzato il bianco brillante con cui tuttora si presentano.
Ricorda Kešac: “I lavori del muro di sostegno del fossato erano stati iniziati ancora nel lontano 2008, quando veniva effettuato il recupero della cortina occidentale del Castello, del torrione e della passeggiata. Allora si era trattato di compiti prioritari, causa l’infiltrazione dell’acqua negli ambienti espositivi e lavorativi dell’istituzione museale. Avevano finalmente ricominciato a lavorare a livello del fossato nel 2018, con ulteriori interventi dal lato settentrionale”.
Gli investimenti resisi necessari per gli ultimi lavori di recupero ammontano a 263.457 kune, assicurati dal Ministero della Cultura, dalla Regione istriana, dalla Città di Pola e dallo stesso Museo storico e navale. Il progetto per il recupero è stato realizzato, con visto ministeriale, dallo studio architettonico di Eligio Legović, di Parenzo; i lavori eseguiti dalla ditta specializzata “Kapitel” di Gimino erano stati vigilati dall’Ufficio polese della Sovrintendenza al patrimonio storico e per la parte edilizia dalla S.r.l. Istra inženjering. Ma la parola fine non arriverà ancora per un Castello che necessita di costante manutenzione. Un’ennesima fase di restauri viene già annuncia da Kešac. È pianificata nel periodo 2020/2021. Futuro oggetto di restauro saranno le strutture murarie lungo il canale meridionale, lato che presenta una porta arcuata d’ingresso al maniero architettonicamente molto interessante.

 

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