Mercato di Pola, con i prezzi non si scherza

«Troppo caro, troppo caro» sentenziano i turisti ed è difficile dargli torto viste le cifre esposte

0
Mercato di Pola, con i prezzi non si scherza
Occhio al prezzo perché forse non è “giusto”. Foto: DARIA DEGHENGHI

“Scusi, il granturco quanto viene? – Dipende da chi compra. Il prezzo è 5 euro, ma si può trattare”. Così comincia la chiacchierata del nostro consueto giro di ricognizione al mercato ortofrutticolo in una mattinata neanche tanto calda di mezza estate. D’accordo che ai mercati si è sempre trattato, ma mai risposta di commerciante è stata tanto ambigua: “Dipende da chi compra”. Certo che si rimane perplessi. Anche l’oracolo di Delfi ha dato risposte meno opache di questa. Ciò non toglie che un prezzo del mais – nominale, perlomeno – lo troviamo su tutte le bancarelle in attività e non ce n’è uno che si discosti dagli altri: fintanto che si paga senza discutere, fanno sempre cinque euro. E se qualcuno protesta? Beh, allora si può trattare. I turisti generalmente non trattano: o comprano in silenzio o se ne vanno, perché così esige la buona educazione di stampo occidentale, e i nostri preferiscono lasciarli passare piuttosto che ridurre il prezzo in partenza. E dire che sono solo delle pannocchie…

Cara la mia… pannocchia
D’altronde la formazione dei prezzi in piazza del Popolo non è una scienza esatta. Certamente non lo è in estate quando sembra piuttosto l’arte del fare fessi i turisti. Tuttavia si dà il caso che anche i turisti abbiano imparato a comprare con circospezione. C’è un mormorio di “zu viel, zu viel” (in tedesco “troppo caro, troppo caro”) che suona come una litania pronunciata con la massima cautela per non offendere, proprio come in chiesa. La pannocchia lessata condita di solo sale è certamente una leccornia estiva o un pasto leggero oppure uno snack per l’aperitivo della sera, ma pagarla 5 euro – che, si badi bene, fanno 38 delle vecchie kune o poco meno – è un attentato al senso comune e un’ingiuria all’intelligenza dei consumatori. Alzi la mano chi non ricorda che il mais l’abbiamo sempre pagato una decina o una dozzina di kune il chilogrammo, 18 o 20 al massimo, quando l’offerta era magra. Insomma, quest’estate per i prezzi è micidiale, e lasciamo stare il costo della pallina di gelato da 3,50 euro e quello delle patatine fritte con ketch-up da 12 euro, perché ci basta osservare l’altalena dei prezzi in piazza del Popolo per farci venire il capogiro. La frutta? Sono quattro euro per le albicocche, cinque per le pesche e sei per le pesche noci, quelle grosse. I limoni vengono 3 euro e le prugne – sì, le comunissime prugne – tre euro e cinquanta centesimi. E scusate se non è poco. L’uva da tavola costa non meno di 6, ma raggiunge anche il prezzo di 8 euro il chilogrammo. I meloni costano 2 euro e le angurie 1,50 euro il chilo. Le mele vengono 2,50, le pere 3 o 4 euro a seconda della varietà. Insomma, a dover saziarsi di sola frutta si farebbe la fame.

Ortaggi e pesce
Vediamo allora gli ortaggi. Nemmeno qua si scherza, anche se la modestia del palato paga. Le patate novelle e la varietà estiva del cavolo cappuccio costano un euro e mezzo al chilo ed è un buon acquisto ma il raccolto, a quanto ci dicono, sta per finire. I cipollotti, i cetrioli, i peperoni, le zucchine, le melanzane e il pomodoro (cuore di bue e insalataro) vengono 2 euro, la cipolla rossa novella, le biete, le carote e la barbabietola 3 euro, i fagiolini 5 e pomodori ciliegini 6 euro, mentre l’insalatina raggiunge i 15 euro di spesa a chilogrammo. Le erbe aromatiche (salvia, timo, basilico, origano, menta, coriandolo ed erba cipollina) vengono 1 euro il mazzetto. E il pesce? Il merluzzo è in vendita dai 6 ai 9 euro, orate, branzini e calamari si pagano generalmente 12 e 13 euro, il prezzo dei gamberi varia dai 15 ai 25 euro, il tonno a tranci e il filetto di sogliola costano 20 euro, il pesce rospo 23, il pagro 30, il polipo 19 e 20, il rombo 24, il filetto di salmone 25, come il dentice d’allevamento, mentre quello selvatico costa più caro: non meno di 32 euro il chilogrammo. Con la pezzatura che sale, cresce anche il costo della merce, ma in questo caso i clienti sono i ristoranti e i prezzi vengono calibrati a seconda della domanda e dell’offerta sul momento.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display