Le panchine letterarie nobilitano il Parco

0
Le panchine letterarie nobilitano il Parco

A Londra sono illustrate, colorate, ispirate a ogni genere di autori e personaggi letterari, da Mary Poppins a Bridget Jones. Le città italiane seguono l’esempio, chi con più gusto chi con meno talento, ma in ogni caso si tratta di rendere omaggio sia alla letteratura che alle arti e quindi tanto alla parola quanto all’immagine. E ora Pola non vuole essere da meno. Proprio come anni addietro si era messa a copiare le soluzioni più appariscenti, più scatenate e più futuristiche per arredare le rotatorie di nuova costruzione, così ora s’ispira alle città d’arte europee e promuove la moda delle panchine letterarie. Ecco le prime cinque che abbiamo adocchiato strada facendo. Si trovano nel piccolo parco archeologico che occupa l’interno dello storico isolato di San Teodoro, compreso tra le vie Kandler, San Giovanni, Riva e San Teodoro. Cinque bianchissime panchine in pietra istriana dai lineamenti essenziali, dalle geometrie pulite, dall’aspetto decoroso, completano questo sfortunato sito archeologico di cui alcuni avrebbero voluto fare un autosilo, altri una piazza, altri ancora una sala multifunzionale per spettacoli di teatro, mostre e conferenze, mentre i minimalisti incalliti l’avrebbero lasciata scoperta, affinché i resti di costruzioni romane che hanno portato alla scoperta di 2.500 anfore fossero accessibili e visibili al pubblico. Questa è dunque la soluzione di ripiego a cui è pervenuta l’amministrazione municipale negli ultimi anni, in mancanza di idee o soldi (o entrambi), incalzata da problemi urbanistici più impellenti di questo che osserviamo in via Kandler.

Una città poliglotta

Le panchine letterarie di via Kandler, come la stessa città e la sua storia, sono poliglotte. Una cita Italo Calvino: “Ma la città non dice il suo passato, lo contiene come le linee d’una mano”. Un’altra s’ispira a quella mente geniale che fu Nikola Tesla: “Mir u svijetu može doći samo kao prirodna posljedica univerzalnog prosvjetljenja” (La pace nel modo verrà solo come conseguenza naturale dell’illuminazione universale”). Poi viene Oscar Wilde: “The stage is not merely the meeting place of all the arts but is also the return of art to life” (Il palcoscenico non è solamente il luogo d’incontro di tutte le arti, ma è anche il ritorno dell’arte alla vita). E Mark Twain, lo scrittore che narrò le avventure di Huck Finn e Tom Sawyer: “Travel is fatal to prejudice, bigotry and narrow-mindedness” (Viaggiare è fatale per il pregiudizio, il bigottismo e la chiusura mentale). E finalmente una donna, Isak Dinesen (pseudonimo della scrittrice danase Karen Christentze Dinesen, baronessa von Blixen-Finecke): “The cure for anything is salt water – sweat, tears or the sea” (La cura per qualsiasi cosa è l’acqua salata – il sudore, le lacrime oppure il mare). Tutte belle queste citazioni, tutte importanti. Ognuna apre la strada a mille infinite riflessioni perché il pensiero – si sa – tende ad espandersi. Basta che vengano lette, basta che prima di sedercisi sopra qualcuno abbia l’accortezza di osservare, di leggere.

Errori di stampa

Piuttosto, alcune delle targhe con le traduzioni in inglese, tedesco, croato e italiano sono già state rimosse. Probabilmente per ovviare agli errori di stampa, quei refusi così insidiosi e così persistenti che resistono contro ogni verifica, anche la più meticolosa. Come quella “è” italiana, voce del verbo essere, che per uno scambio di tastiere del computer finisce immediatamente per trasformarsi in una consonante croata dalla pronuncia decisa e dalla grafia estranea al mondo neolatino e germanico: “č”. Già. Chi scrive di professione ne sa qualcosa: non si finisce mai di sbagliare…

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display