La violenza tra coetanei è sempre più diffusa

Preoccupa in particolar modo il fenomeno del cyberbullismo in quanto ciò che nasce su Internet può essere visto da tutto il mondo 24 ore su 24. Inoltre, è molto più difficile risalire a chi sta dietro a questo tipo di comportamento

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La violenza tra coetanei è sempre più diffusa
Biljana Butigan, Valentina Orbanić, Helena Mitrović e Alica Rosić Jakupović. Foto: Marko Mrđenovic

Il bullismo si può definire come una forma o una manifestazione di violenza verbale o fisica da parte di una o più persone nei confronti di qualcuno che molto spesso è preso di mira perché considerato più debole o comunque non in grado di difendersi. Oltre al bullo e alla vittima, ci sono anche altre persone che partecipano anche se indirettamente: i complici, cioè coloro che si affiancano al bullo, non intervenendo nell’atto, ma incitando e sostenendo la prepotenza: i neutri, coloro che osservano dall’esterno, non si schierano e non intervengono e i difensori o coloro che difendono la vittima. Il fenomeno è molto frequente tra bambini e adolescenti e sono situazioni che, a causa della giovane età, spesso non riescono a gestire. La giovane vittima può così avere difficoltà a esporre ciò che gli sta capitando, può essere esclusa dai gruppi di amici oppure scegliere di isolarsi, atteggiamento che si mostra come un ulteriore sintomo di un malessere che mina la sua autostima.

Un problema sociale
Il bullismo è dunque un problema sociale che colpisce molte persone in tutto il mondo, compresi i giovani in Croazia, dove negli ultimi anni i dati statistici mostrano un aumento dei casi di maltrattamento tra coetanei. Anche in Istria. E proprio questo è il motivo che ha spinto la Questura istriana a intervenire e a impegnarsi sul fronte della prevenzione del fenomeno. Come? In primo luogo organizzando incontri direttamente nelle scuole per parlare di bullismo con i bambini e i giovani e riunioni con i genitori. Ma anche promuovendo un confronto costruttivo tra forze dell’ordine, assistenti sociali, psicologi, amministratori locali e docenti. Uno di questi incontri di confronto si è tenuto ieri presso la sede della Comunità degli Italiani di Pola, rappresentata per l’occasione dalla sua presidente, Tamara Brussich, che ha augurato buon lavoro a tutti i presenti. Moderata da Alica Rosić Jakupović, responsabile del Dipartimento di prevenzione della Questura istriana, la tavola rotonda ha visto la partecipazione di diversi rappresentanti della polizia, della Procura, del Tribunale comunale di Pola, dell’Istituto regionale di salute pubblica, del Consiglio dei giovani della Regione istriana e di numerosi insegnanti e professori delle scuole elementari e medie superiori del Polese.

I profili social
La prima a salire in cattedra è stata la vicepresidente del Consiglio dei giovani dell’Istria, Valentina Orbanić, che ha subito colto l’occasione per presentare i risultati di un sondaggio (condotto su un campione di quasi 900 adolescenti) sulle abitudini e sul modo di vedere e vivere Internet e i social network dei ragazzi delle scuole elementari e medie della penisola. Ebbene, dall’indagine è emerso che oltre il 95 p.c. degli intervistati ha accesso a Internet e che il tempo medio trascorso online ogni giorno varia da una a tre ore. E ancora, grazie al sondaggio si è scoperto che soltanto il 51 p.c. dei genitori monitora e controlla le attività su Internet dei propri figli. Un altro dato interessante e preoccupante presentato da Valentina Orbanić riguarda i social media: quasi tutti i ragazzi tra gli 11 e i 16 anni intervistati hanno dichiarato di avere un proprio profilo social. Dei quasi 900 adolescenti che hanno partecipato all’indagine, 100 hanno detto di avere accettato l’amicizia sui social da sconosciuti. Altri 100 hanno, invece, ammesso di essersi incontrati con uno o più “amici” conosciuti sui social. Infine, la rappresentante del Consiglio dei ragazzi ha detto che ben 200 intervistati hanno dichiarato di essere stati testimoni o vittime di pettegolezzi sui media sociali.

Le radici in famiglia
Terminata l’esposizione, la parola è stata ceduta a Biljana Butigan, responsabile del Dipartimento per la lotta alla delinquenza minorile della Questura istriana, che ha subito tenuto a sottolineare come il fenomeno del bullismo sia in aumento soprattutto tra i ragazzi delle elementari. “La violenza tra coetanei è preoccupantemente sempre più diffusa tra i giovanissimi”, ha sentenziato Butigan, ricordando che in Croazia i minori di 14 anni non sono perseguibili penalmente. La rappresentante della polizia ha quindi parlato di un altro fenomeno in crescita tra gli adolescenti istriani: il cyberbullismo, che la responsabile del Dipartimento per la lotta contro la delinquenza minorile ritiene ancora più pericoloso rispetto al bullismo tradizionale. In primo luogo perché tutto ciò che nasce su Internet può essere visto da tutto il mondo 24 ore su 24. Inoltre, mentre nel caso del bullismo tradizionale, la vittima ha dei momenti di tregua perché la violenza (verbale o fisica) è confinata in luoghi precisi, come ad esempio la scuola, nel caso del cyberbullismo la vittima è continuamente esposta a emozioni intense. E ancora, scoprire chi si nasconde dietro al cyber bullo è spesso un compito molto arduo se non impossibile. Tornando alla violenza tra coetanei e al bullismo tradizionale, Butigan ha spiegato che il bullo di solito è lui stesso vittima di violenza psicologica o fisica in famiglia. “Proprio per questo non appena ci viene segnalato un caso di violenza tra coetanei il primo passo è in genere sempre quello di sentire il bullo e i suoi genitori. Biljana Butigan ha evidenziato come il numero dei casi di bullismo in Istria sia aumentato dai 17 del 2022 ai 26 dei primi otto mesi di quest’anno. L’incontro è proseguito con gli interventi di Rafaela Urlić Drmić, viceprocuratore comunale responsabile della tutela dei minorenni, Kristina Knežević Červar, presidente dell’Ufficio penale del Tribunale comunale di Pola. Entrambe hanno parlato di tutela dei minori.

Le conseguenze immediate e future
Nel corso dell’incontro di ieri è stato chiesto anche il parere di Helena Mitrović, responsabile del Dipartimento di salute mentale dell’Istituto regionale di salute pubblica, la quale ha spiegato che essere vittima di episodi di bullismo è certamente doloroso nell’immediato, ma che costituisce anche un fattore di rischio rispetto allo sviluppo di diverse tipologie di disturbi, non solo in età infantile e adolescenziale, ma anche in età adulta. Per quanto riguarda le principali conseguenze psicologiche a breve termine, Mitrović ha precisato potrebbe essere l’insorgere di stanchezza persistente, disturbi del sonno, scarsa autostima e svalutazione della propria immagine, problemi di concentrazione e di apprendimento, di stress aggressività e tristezza.

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