Riva. I pro e i contro delle piste ciclabili

Gli amanti delle due ruote hanno reagito positivamente all’idea, gli automobilisti molto meno. Problematico pure lo stato del lastricato

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Riva. I pro e i contro delle piste ciclabili
Pista (poco) ciclabile causa cedimento di lastricato. Foto: DARIA DEGHENGHI

Questa sì che è una novità: in Riva e nelle vie Flacio e San Policarpo metà carreggiata è riservata alle biciclette mentre l’altra metà è rimasta dominio esclusivo dei veicoli a motore. Chiaramente questo succede solo in via sperimentale e solo per l’intervallo temporale prestabilito dal 19 al 21 settembre, acciocché sia celebrata degnamente (e metodicamente) la Settimana europea della mobilità. A giudicare da questo primo tentativo di popolarizzazione della bicicletta nell’area portuale, si direbbe che, in teoria almeno, l’iniziativa abbia un fondamento e una fattibilità per il prossimo futuro. Ora come ora, si può solo constatare che i difetti superano i pregi e che pertanto il discorso dev’essere rimandato a tempi migliori. Una mattinata passata a contare le biciclette in Riva è stata comunque utile per notare che questa parte del centro storico merita una ciclopista di nome e di fatto e possibilmente un percorso ciclopedonale completo, perché gli attuali marciapiedi non assolvono alle necessità moderne di locomozione. Insomma, ieri mattina se ne sono viste talmente tante di biciclette che contarle ha perso ogni senso. I turisti sono ancora presenti in città, il tempo è sempre piacevole, gli inverni sono sempre meno rigidi, e poi, la bicicletta piace, è utile, mantiene il fisico in salute e (quel che più conta) non consuma carburanti fossili, ma solo la forza dei muscoli. Il guadagno è percettibile da qualsiasi ottica la si voglia considerare: la spesa, il consumo di calorie, la prevenzione delle malattie cardiovascolari, del diabete, dell’obesità e vai con i discorsi che ci servono ogni giorno in televisione gli epidemiologi e i profeti del nuovo monoteismo della bicicletta contro il paganesimo dei veicoli con motore a scoppio.

Un quadro complicato
Fin qui tutto bene e tutto chiaro. Resta da vedere come si comporta la viabilità in un contesto più largo, che deve tenere conto anche delle infrastrutture stradali e portuali, delle attività commerciali e marittime, delle abitudini dei polesi e delle aspettative dei turisti. A ben guardare, il quadro si complica immediatamente. Intanto c’è da tenere presente che sulla banchina che corre dal Marina Aci allo Scoglio Olivi i pescherecci scaricano quotidianamente quintali di pesce fresco che viene raccolto, sempre sulla banchina, dai mezzi dei rifornimenti, massimamente dai camion frigo e congelatore, mezzi pesanti che ora come ora rendono impossibile la fruizione della banchina anche ai pedoni e figurarsi alle biciclette. In secondo luogo, dal Marina Aci al Molo Fiume attraccano e attendono i propri clienti almeno 12 imbarcazioni per gite in mare giornaliere. Inutile dire che il viavai è costante e le calche frequenti. Poi ci sono gli stessi diportisti dell’Aci, e naturalmente lo scalo passeggeri da Molo Fiume verso la stazione ferroviaria. Non bastasse, il lastricato in arenaria di austriaca memoria sta cedendo paurosamente per lo sforzo che subisce da un secolo e mezzo.

Un esperimento comunque utile
Le rive di Pola del futuro saranno ciclabili da Vallelunga a Musil, come vorrebbe l’assessorato all’Urbanistica e alle Opere pubbliche? Certamente, un giorno. Ma non prima di un recupero e una riqualificazione completa dell’area costiera e del bacino portuale. Non prima che tutte le rive (anche quelle smilitarizzate) diventino realmente transitabili, fruibili o abitabili e certamente non prima che il centro città sia sgravato dalle macchine in eccesso nei mesi caldi, e quindi non prima che in zona Campo Marzio spunti un autosilo o entri in funzione un sistema di mobilità multimodale (Park&Ride) funzionale e possibilmente efficiente. In ogni caso, non prima che un divieto tassativo di circolazione estenda le zone pedonali anche all’esterno delle mura di cinta romane… La Settimana europea della mobilità si concluderà il 22 settembre, mentre oggi termina l’esperimento della pista ciclabile a doppia marcia ricavata da una delle due corsie della carreggiata in Riva e nelle vie Flacio e San Policarpo dal club di Canottaggio al cementificio. Che sia stato un esperimento utile, è fuori dubbio, anche se sui social ci sono state diverse polemiche e scontri d’opinione animati e ben argomentati da ambedue gli schieramenti opposti, laddove, sia chiaro, la polemica non sia stata fomentata dagli oppositori o dai sostenitori dell’attuale amministrazione municipale.

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