Il sindaco: A Pola crimini come altrove

0
Il sindaco: A Pola crimini come altrove

Pola è una città sicura oppure no? Le risposte alla domanda variano da caso a caso, a seconda che l’interpellato abbia subito o meno qualche forma d’ingiustizia. Ma le risposte che possiamo dare a questa domanda hanno a che fare anche con una questione d’immagine della città medesima, specie se sono formulate in maniera categorica. Il consigliere socialdemocratico Igor Belas lo ha messo bene in evidenza all’ultima seduta del Consiglio municipale, richiamandosi alla notizia, resa pubblica un paio di mesi fa, secondo cui Pola sarebbe letteralmente l’ultima tra le città croate con più di 20.000 abitanti, in quanto a sicurezza di beni e persone. Ne avevamo parlato anche a suo tempo, ma stranamente la notizia non ha avuto l’eco che meritava. Ora invece, placate le emozioni e domata l’indignazione, sembra che se ne possa discutere liberamente e con cognizione di causa.

Parlano i fatti

I fatti. In uno degli ultimi numeri, la rivista a diffusione nazionale “Zaštita”, specializzata in tematiche riguardanti la prevenzione della criminalità e la protezione civile, ha pubblicato i risultati della sua inchiesta annuale sulla sicurezza delle città croate, inchiesta che avrebbe il vantaggio di essere condotta con rigore scientifico dall’autorevole Istituto di economia di Zagabria, per cui è generalmente considerata attendibile. La ricerca prende in esame lo stato della criminalità in 29 città con numero di abitanti superiore a 20.000, tra cui ovviamente anche Pola. Ebbene quest’anno Pola si è conquistata nientemeno che il primato assoluto, primato in negativo si capisce, poiché primeggia in tutti i parametri presi in considerazione, vale a dire: furti, scippi e rapine, spaccio e abuso di stupefacenti, omicidi e reati contro la persona. Quest’anno, dunque, il primato assoluto, ma anche negli anni passati – bisogna dirlo – la città si era quasi sempre trovata in vetta alla classifica, ora al secondo e ora al terzo posto, “in cattiva compagnia” di altre città turistiche dell’Adriatico come Zara e Spalato. “Che cosa possiamo concluderne? – si è chiesto il consigliere Igor Belas –. Le cose stanno proprio così come asseriscono l’Istituto e la rivista in parola? E se non stessero precisamente in questo modo, è possibile smentirli una volta per tutte, metterli a tacere, insomma, magari intentando una causa in Tribunale per mettere fine a questa faccenda che reca danni di immagine alla città?”.

Si plachino gli animi

Due le risposte spedite al mittente e all’opinione pubblica polese. La vicesindaca Elena Puh Belci ha cercato di placare gli animi generalizzando e senza contestare gli esiti dell’inchiesta. Si è limitata a constatare quanto segue: “Non credo ci sia il bisogno di commentare i contenuti di una rivista commerciale, né il fatto che un istituto di ricerca dedichi parte della sua attività alla criminalità in genere. La situazione ai nostri occhi, che studiamo la materia di mese in mese, in seno al Consiglio per la prevenzione della criminalità, è completamente diversa. Lo stato di sicurezza in città risulta essere soddisfacente a lungo termine, da diversi anni a questa parte. È vero che il Commissariato di Polizia di Pola lamenta una sensibile mancanza di uomini, ma abbiamo cercato di ovviare anche a questa carenza con una campagna di reclutamento dei giovani in favore dell’Accademia di Polizia di Zagabria. Inoltre, la sicurezza è una sensazione molto soggettiva che è impossibile supportare con dati empirici”, ha concluso Elena Puh Belci, senza rispondere alla domanda del consigliere sulla possibilità di sporgere denuncia contro l’editore della rivista.

Carenze metodologiche

Si è fatto sentire in merito il sindaco Boris Miletić, che ha fatto luce sul caso osservandolo da tutte le angolazioni possibili, anche perché ci ha passato delle notti insonni sopra. In primo luogo, ha osservato Miletić, “l’analisi della statistica è imperfetta addirittura dal punto di vista matematico, e cioè proprio a livello di somma e sottrazione, per cui alcuni dati numerici non reggono semplicemente il peso della verifica matematica”. In secondo luogo – ed è qui che sta il vero problema secondo il sindaco – la ricerca risulta “carente anche dal punto di vista metodologico, per cui i risultati che emergono sono necessariamente fuorvianti, e lo ha confermato lo stesso questore Alen Kalbot”. Sta di fatto che Istituto (e rivista) prendono in esame i dati del Commissariato di Polizia di Pola, che esercita la propria giurisdizione su tutto il territorio dell’ex Comune polese, e quindi sui territori dell’attuale Città di Pola, della Città di Dignano e dei Comuni di Medolino, Lisignano, Fasana, Marzana, Barbana e Sanvincenti. Quindi, la polizia polese “copre” un territorio diverse volte più esteso della sola città e una popolazione di ben un terzo superiore rispetto alla sola popolazione polese. Ciò nonostante, l’Istituto di economia prende la statistica per buona e la mette in relazione alla Città di Pola. Non solo, ma quasi tutti i Comuni sotto sorveglianza del Commissariato di Polizia di Pola presentano un’economia fortemente orientata al turismo, per cui sei mesi l’anno o poco meno, il numero di uomini e automobili in circolazione raddoppia, e sappiamo con quali effetti sulle statistiche.

D’estate cifre gonfiate

“Si prendano a esempio i grandi campeggi della periferia polese – insiste il sindaco -, dove con il numero di vacanzieri aumenta necessariamente anche la casistica dei furti di attrezzature per il camping, biciclette, portafogli con poche banconote dentro eccetera. Naturalmente la statistica concede a ogni furto lo stesso trattamento, e le cifre si gonfiano. Ma ciò non significa che la città per conto suo sia l’Eldorado della criminalità organizzata, anche perché a Pola si può benissimo passare la notte sopra una panchina in un parco senza correre il minimo rischio”. Questo, nei termini essenziali, il discorso del sindaco Miletić, che ha concluso il discorso considerando i pro e i contro di un’eventuale querela contro l’editore: “Abbiamo preso in esame anche questa possibilità e abbiamo consultato alcuni penalisti ma senza concludere altro se non che ci conviene procedere con la massima prudenza.
Per avere successo in Tribunale è necessario dimostrare che ci siano stati danni concreti documentabili. Ma come dimostrare che abbiamo avuto dei danni materiali (per esempio, che i ricavi sono scesi perché si vendono meno immobili proprio a causa del danno all’immagine provocato dalla stampa)? Come dimostrare alcun danno se la realtà dei fatti dice esattamente l’opposto, e cioè che le vendite aumentano, che le presenze turistiche crescono costantemente, che i prezzi degli immobili salgono senza freni, che la popolazione aumenta sull’onda dei flussi migratori nazionali a favore della nostra città? È impossibile vincere una causa del genere”, ha concluso il sindaco. E ha aggiunto che la sua amministrazione ha sollecitato l’Istituto a rivedere il suo metodo alla luce delle differenze tra il territorio amministrato dalla Città di Pola e quello sorvegliato dal Commissariato di Polizia di Pola, senza peraltro avere riscontri positivi in tal senso.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display