Giardini. Il canto del cigno dei bagolari

Con l’abbattimento di 24 esemplari scompaiono un pezzo di storia cittadina e ricordi personali

0
Giardini. Il canto del cigno dei bagolari
Ceppi e tronchi in strada: si circola con cautela. Foto: DARIA DEGHENGHI

Vengono giù a colpi di motosega decisi, come se si trattasse di una sentenza divina. La sentenza, invece, è umana ma è altrettanto inesorabile. Ventiquattro bagolari meglio noti come lodogni hanno i giorni contati. Dieci verranno giù in questi quattro giorni feriali della settimana che termina col ponte festivo, gli altri aspetteranno il loro turno per salire sul patibolo nelle ultime settimane di novembre. I giardinieri dell’azienda per la nettezza urbana e la cura delle aree verdi Herculanea sono all’opera da ieri mattina, muniti appunto di scale, seghe, scuri e camion-gru, circondati dalla sorveglianza del cantiere. La strada non è stata chiusa al traffico per non aggravare ulteriormente la circolazione dei mezzi pubblici, vista la chiusura prolungata di via dell’Arsenale, tuttavia si procede con circospezione, pedoni e veicoli indistintamente.

Qualcosa di marcio
Ieri mattina è sceso in centro città anche il direttore dell’azienda municipale, Robi Fuart, per spiegare ai cittadini come e perché sono stati autorizzati i lavori di abbattimento di una parte considerevole del viale alberato più amato dai polesi. L’autorità che ha deciso di “sfoltire” il salotto verde di Pola è l’azienda specializzata in dendrologia e arboricoltura urbana “Arboring” di Jastrebarsko, in particolare uno dei suoi esperti arboricoltori Fran Poštenjak. Questa non è la prima volta che l’azienda è chiamata a intervenire per un chek-up dei lodogni polesi, anzi. Già nel 2019 la sua diagnosi era stata preoccupante. Su 86 bagolari, quanti ne sono rimasti in vita fino a oggi, una trentina risultava colpita da marciume, che agli occhi degli inesperti riesce difficile a cogliersi. Infatti il marciume del durame può accompagnare lo sviluppo di un albero per anni, limitandosi a eroderlo dall’interno. Spesso, tuttavia, la stabilità degli alberi può risultarne compromessa. In caso di forti venti, gli alberi possono subire delle rotture, come è già successo varie volte in passato, di norma come conseguenza del maltempo. Ciò nonostante, per tre anni Pola ha scelto di non intervenire. I motivi? Una forte pressione dell’opinione pubblica e poi, naturalmente, la pandemia e i due anni scanditi da frequenti divieti di circolazione e assembramento.

Funghi lignei, marciume e carie stanno consumando il viale alberato.
Foto: DARIA DEGHENGHI

Da Piazza Port’Aurea
Ora non c’è più tempo da perdere, anche se i polesi continuano a storcere il naso. Il direttore Fuart ci ha dichiarato: “Oggi abbiamo iniziato ad abbattere gli alberi che sono stati categorizzati come pericolosi e a rischio di crollo secondo lo studio che porta la firma di Poštenjak. Se le condizioni meteo lo permetteranno, entro la fine di questa settimana avremo finito di abbattere i dieci alberi di questa prima fase, dopodiché proseguiremo con la seconda e definitiva tappa, che riguarda altri quattordici fusti, in tutto quindi 24. Si procede a zone e a gruppi, secondo la collocazione degli alberi compromessi. Si comincia col primo gruppo di alberi vicini a piazza Port’Aurea, dopo si andrà avanti con la parte centrale della piazza, fino al suo polo opposto, in direzione dell’Agenzia finanziaria. Gli alberi vengono potati a sezioni e il materiale ligneo che se ne ricaverà verrà in parte donato in beneficenza e in parte utilizzato per i lavori di restauro della piazza quando verrà il momento”.

E nuove piante?
Ecco, appunto: quand’è che verrà il momento della riqualifica dei Giardini? Su questo punto Fuart non ha voluto pronunciarsi perché non è una questione che gli compete. Né ha risposto chiaramente alla domanda quando e con quali piante verranno sostituiti gli alberi abbattuti: “Si pianterà appena possibile, cioè non appena si saranno soddisfatte le condizioni per agire: dipenderà dalla progettazione”. Altra domanda più che scontata: se i bagolari sono malati tanto che è necessario sacrificarne uno su quattro, non è che la Società per la nettezza urbana e il verde pubblico ha sbagliato qualcosa nella suo approccio al viale in tutti questi anni? Laconico Fuart: “Che cosa vuole che le dica? Non facciamoci illusioni, ci sono decisioni che vengono prese in alto e non dipendono da noi quanto da chi governa. E poi, guardi che l’arboricoltura urbana non è una scienza esatta, ma cambia progressivamente anche in funzione delle scoperte che si susseguono e delle necessità che cambiano. Si fa il possibile…”.
“I Giardini sono uno dei simboli della nostra città – dice il sindaco, Filip Zoričić. -. Sono il polmone cittadino e procediamo per fare dell’area l’orgoglio di ogni cittadino di Pola. Al posto degli alberi abbattuti ne pianteremo altri”.

«È una mascalzonata!»
Ieri intanto alcuni cittadini insoddisfatti hanno protestato contro i colpi di scure dei giardinieri municipali. Una signora, scandalizzata, ci ha mostrato i ceppi abbattuti dicendo: “Guardi, guardi qui: sono alberi vecchi cinquecento e seicento anni, non sono affatto malati, il tronco alla base è perfettamente in salute: perché diamine li stanno buttando giù? Mascalzoni, ecco che cosa sono”. Vediamo di chiarire e analizzare anche questo pensiero di chi vive con apprensione la manovra ai Giardini. Innanzitutto, i bagolari che corrono in quattro file lungo la cinta muraria romana da piazza Port’Aurea a via Carrara non sono millenari come le sequoie della Sierra Nevada o i querceti della foresta di Sherwood. I lodogni polesi sono stati piantati nei primi anni del Novecento, ai tempi dell’Impero austriaco, che fece dei Giardini la piazza alberata che oggi conosciamo. Inizialmente erano stati un centinaio gli alberelli disposti in quattro file da 25 a coprire l’intero viale all’epoca ancora attraversato dai tram. Negli anni ne sono stati abbattuti una ventina, senza mai essere sostituiti, ma nel frattempo gli alberi rimasti hanno coperto la piazza con foltissime chiome al punto che nessuno ha notato la differenza. Ora se ne vanno altri 24 bagolari, questa volta in un colpo solo e il fatto non può che destare preoccupazione. Chiunque vada in cerca di spiegazioni s’imbatte in un muro di silenzio. Dipende dagli studi di dendrologia. Dipende dalla progettazione. Dipende dalla riqualifica della piazza. Dipende dalle circostanze. Ma non potremmo cominciare a parlarci chiaro: i Giardini saranno chiusi al traffico? La piazza verrà lastricata? Il viale alberato d’austriaca memoria sarà ricomposto e rinvigorito? Dipende…

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display