Gallesano. Degustazione dei piatti tipici: ha vinto il gioco di squadra

La Comunità degli Italiani ha ospitato uno degli eventi clou dell’estate. In prima fila le attiviste del sodalizio locale, le quali hanno cucinato per due giorni

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Gallesano. Degustazione dei piatti tipici: ha vinto il gioco di squadra
Le schede di sapore. Foto: Carla Rotta

Potrebbe sembrare difficile da credere, però un buon ingrediente dei piatti tipici è il bel tempo. Non si mette né in pentola né nel piatto, ma ve l’immaginate la serata di degustazione dei piatti tipici gallesanesi sotto la pioggia battente? Proprio il pericolo di pioggia aveva fatto slittare l’appuntamento, inizialmente in agenda il 4 agosto, a lunedì sera. Quindi, il menu ha previsto prosciutto, formaggio, maccheroni al sugo di gallo, polenta con trippa, polenta e lumache (cioche, insomma), minestre, dolci e un cielo terso.

“Questa è la 15ª edizione della degustazione – ci ha detto Debora Moscarda, presidente della Comunità degli Italiani di Gallesano, che organizza l’evento –. Abbiamo cucinato due giorni, aumentando anche la quantità delle pietanze in rapporto agli anni precedenti. Hanno fatto tutto i nostri soci, le nostre brave donne, perché questo è un lavoro di squadra”.
Oltre agli stand con i sapori gallesanesi, anche quello della Comunità degli Italiani di Dignano e di Lipik.
“Lipik è con noi già da molti anni – ha spiegato ancora Debora Moscarda –, il sodalizio di Dignano è nostro ospite in quanto ogni anno invitiamo una CI. L’anno scorso, ad esempio, era presente il sodalizio di Sissano”. Dignano ha offerto la minestra di granturco (che è sempre buona. Provare per credere), mentre Lipik ha portato la polenta con salame di carne di cavallo e formaggio, crostata alla marmellata e il kuglof e grappe alle prugne e maraschino. Sostanzialmente i piatti più… robusti erano in vendita a 7 euro, i dolci e le minestre a 5, i liquori (0,03) a 2 euro.
Avete mai chiesto la ricetta di qualcosa e poi restare all’oscuro di quello che solitamente è il “segreto del cuoco”? Ebbene, i gallesanesi non sono stati avari di dati: infatti, hanno messo in distribuzione schede con le ricette dei piatti in offerta, scritte in gallesanese e in italiano e accompagnate dalla foto. Bello e pratico. E comunque, l’intento era quello di chiedere la ricetta delle (paradisiache) fritole.
La degustazione è stata accompagnata da piacevole musica di sottofondo, poi diventata musica da ballo, una volta vuotati i piatti. Complimenti. Con un appunto, se ci è consentito. Che comunque non sminuisce l’impegno, il lavoro e la genuinità della serata. Ben sapendo che i discorsi, specie se nell’aria c’è odore di… buono, risultano essere un po’ indigesti, è mancata la parola. Anche solo di semplice benvenuto che solitamente si dà a chi si accoglie in casa. (Già ci sembra di sentire qualcuno brontolare “co se magna no se parla”, ma tant’è). Comunque, come detto, una bella e piacevole serata.

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