Con l’ascensore per il Castello ora si gode tutta Pola

L’elevatore che parte da Zerostrasse inaugurato agli inizi del mese scorso ha attirato già 50mila visitatori. Un’offerta extra per i turisti, ma anche per i residenti

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Con l’ascensore per il Castello ora si gode tutta Pola

Ecco una buona occasione per cominciare ad apprezzare la propria città e smettere di lagnarsi dei suoi (tanti) difetti. Ora che la pressione dei turisti comincia a scemare, ma le giornate di sole sono ancora numerose e lunghe, è la volta buona di riservare una mezza giornata per una visita individuale o di gruppo al Castello veneziano. Adesso c’è una ragione in più per farlo, quasi che fossimo anche noi dei vacanzieri alla scoperta di nuovi panorami: l’ascensore turistico a tre livelli che collega la parte bassa del centro storico e la parte alta del colle con la fortezza incastonata nella roccia. Vediamo di approfittarne, dunque, visto che per i polesi l’entrata è libera e il tempo è dei migliori per osservare la città dall’alto. Si parte da via Carrara che di per sé offre il vantaggio di un panorama ben composto con la pazienza dei secoli e l’ingegno edificatore dell’uomo: la Porta gemina e l’imponente sede del Museo archeologico oggi meravigliosamente ristrutturata. Conviene coprirsi prima di entrare: nei rifugi del Castello la temperatura non varia che tra i 14 e i 18 gradi centigradi durante l’anno. Se in inverno possono anche bastare, in estate sono decisamente uno shock per l’organismo. La pianta dei tunnel è nota: quattro entrate, quattro gallerie lunghe 700 metri, larghe tra i 3 e i 6 metri, alte non più di 2,5 metri, ora finalmente illuminate e prosciugate a dovere. Rimosso il problema dell’umidità, anche la sensazione del freddo è più vivibile.

Il crocevia sotterraneo con i quattro pilasti che reggono le volte

Quattro vie sotterranee

La mostra permanente sulla rete tranviaria polese del primo Novecento è interessante e meriterebbe più tempo per la lettura delle didascalie, ma il freddo ci spinge ad allungare il passo. Per saperne di più, converrebbe vestirsi meglio. Sarà per un’altra volta. Finalmente si arriva al crocevia in cui s’intersecano le quattro vie sotterranee di Pola, una galleria centrale più larga con quattro pilastri che reggono le volte e fungono da pareti espositive a loro volta. In un vicolo cieco ci attende l’ascensore pronto a ricevere 20 viaggiatori. Il “viaggio” dura appena pochi attimi, quanto basta per attraversare i 24 dei 27 metri di galleria verticale tra la prima e la terza fermata. C’è anche una stazione intermedia, il mezzanino: si può uscire dall’ascensore ma non si arriva, per il momento, da nessuna parte. C’è, è vero, una seconda rete di gallerie che si snoda lungo il livello intermedio del colle, ma queste gallerie hanno un interesse limitato fintanto che non sarà possibile visitare il pomerium interno, vale a dire la striscia di terra che corre tra la cinta esterna e la fortezza interna che un giorno sarà attraversata da un sentiero turistico. Si prosegue dunque al terzo e ultimo livello in vetta alla Fortificazione veneziana, una fortificazione bassa in stile barocco, sorta sulle rovine del castello medievale a sua volta costruito sui resti del Castrum romano.

Uno dei suggestivi rifugi del Castello con mostra sulla rete tramviaria d’inizio Novecento

Superate tutte le aspettative

Questo capiente ascensore è costato la bellezza di 11 milioni di kune, ma si dice che valga oro. I turisti in transito – e si tratta molto spesso di anziani con difficoltà di deambulazione – permette a una massa di vacanzieri di inserire nei propri tour tra Foro e Arena anche la fortezza veneziana. “Quest’anno abbiamo superato tutte le aspettative in fatto di visite”, ci confessa Gracijano Kešac e conferma che a tutto agosto le due biglietterie (la bassa e la alta) hanno staccato ben cinquantamila biglietti d’entrata e non è stato che l’inizio, visto che l’ascensore è entrato in funzione solo il 6 agosto. Ma per tirare un paragone con gli anni anteriori alla pandemia è ancora presto, aggiunge il direttore: “Quest’anno non è un anno di riferimento, e tantomeno lo è stato il 2020. Per tentare un paragone serio con gli anni precedenti e per valutare gli effetti del collegamento con la Zerostrasse sull’andamento delle visite al Castello, bisognerà aspettare almeno un altr’anno”. E possibilmente la fine della pandemia. Tuttavia l’interesse per la fortezza sta crescendo. La circolazione dei visitatori è costante e le aspettative sono favorite dai media, che seguono l’evoluzione della metamorfosi del Colle con attenzione e simpatia. Il Museo archeologico è oggetto a sua volta di una radicale opera di recupero che sta volgendo al termine e lo stesso vale per il Teatro romano sul livello intermedio tra i due musei.

Gracijano Kešac

Continua il recupero

Lo stesso Museo storico e navale ha già investito fior di quattrini nella conservazione delle cortine, della torre e delle strutture fortificatorie e non è ancora finita. Kešac stesso dice che dopo dieci milioni versati nell’opera, gli pare sempre di essere al punto di partenza. Ma non è mica vero. Il guaio di ogni recupero è che i risultati si vedono solo alla fine, mentre nel frattempo sembra che tutto dorma. La strada da farsi è ancora lunga. In primo luogo c’è da portare a termine questo progetto europeo del Meccanismo ITU parzialmente finanziato dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale che terminerà con l’allestimento di una mostra permanente sul sistema fortificatorio austriaco e con l’apertura di un bistrò per la consumazione di un boccone con bibita o caffè (insomma, né ristorante, ne bar propriamente detto, ma un qualcosa di intermedio). I servizi igienici sono già stati ampliati, ristrutturati, arredati. Fatto questo, si dovrà pensare anche al recupero della cinta muraria esterna, un’opera di conservazione letteralmente monumentale che richiederà altri quattro milioni di kune. Ma queste sono interventi che devono appena essere progettati.

A tutto agosto 50.000 visite: ma la stagione continua

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