Castion, una bonifica difficile

L’intervento ha definitivamente rigenerato una superficie di ben 5,5 ettari. Alla conferenza di presentazione dell’opera compiuta sono intervenuti i sovrintendenti ai lavori, i rappresentanti del Fondo nazionale pro tutela ambientale ed efficienza energetica e i vertici cittadini

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Castion, una bonifica difficile
Una veduta aerea dell’area dove sorgeva la vecchia discarica subito dopo la bonifica. Foto: www.pula.hr

“Non è stato facile”: ha proferito queste parole Danko Fundurulja, l’ingegnere che assieme al collega Vedran Franolić dell’impresa IPZ UNIPROJEKT TERRA d.o.o. di Zagabria ha provveduto alla stesura del progetto di bonifica della vecchia discarica di Castion e anche coordinato la sovrintedenza dei lavori. La grande impresa, eseguita dalla ditta G. T. Trade di Spalato e conclusa con il supporto tecnico-progettistico della PONTIFEX s.r.l. di Pola, lo scorso settembre ha definitivamente generato una superficie di ben 5,5 ettari con erba timidamente appena spuntata in questi giorni e destinata a diventare un prato con alberelli quasi perfetto, anche senza attingere “alimento” dal materiale inquinante seppellito e isolato nel sottosuolo della montagna. Questa che per cinquant’anni di seguito è stata la montagna dei rifiuti accatastati senza criterio di sorta, la più alta, maleodorante e ingorda di Pola, al punto da aver fagocitato senza sosta oltre 1,3 milioni di tonnellate di rifiuti, adesso non c’è più.

Un’azione utile alla comunità
Queste almeno le stime e le considerzioni prodotte dall’assessore cittadino all’Edilizia e alla Pianificazione ambientale, Damir Prhat, ieri in conferenza per la pubblica presentazione dell’opera compiuta. Hanno partecipato all’appuntamento negli ambienti universitari (FET), anche il sindaco Filip Zoričić, con parole di compiacimento per la realizzazione di un intervento di bonifica ambientale salubre, importante e utile a tutta la comunità del territorio, nonché Maja Feketić, in rappresentanza del Fondo nazionale pro tutela ambientale ed efficienza energetica. Tanto di complimenti da quest’ultima per l’attuazione del progetto che è in linea con l’adempimento degli obblighi internazionali d’adeguamento allo sviluppo sostenibile, di protezione e uso efficace delle risorse naturali, nonché di miglioramento dell’ambiente comunitario, definiti dal Trattato d’adesione della Croazia all’UE. Il valore del progetto di Pola è di 28.745.466,08 kune, di cui l’importo di 23.838.685,26 kune (l’85%) è costituito da sovvenzioni UE a fondo perduto, mentre l’importo rimanente di 2.804.551,20 kune rappresenta la partecipazione del Ministero dell’ambiente tramite Fondo per la tutela dell’ambiente e l’efficienza energetica.

Addio ai gabbiani
Una presentazione tecnico-professionale data per l’occasione dall’ingegnere Danko Fundurlija, sfogliando immagini da power point con gabbiani che si gettano a capofitto su migliaia di sacchetti di plastica portati dal vento, impigliati nei rovi e negli steccati della zona, ha voluto comunicare simbolicamente che certi spettacoli di affronto all’ambiente non li vedremo più. Oltremodo interessante è stato l’excursus storico fornito sulla discarica polese e sulle sue metamorfosi capitate in mezzo secolo di (ab)uso, prima dell’avvento dell’era moderna che ha fatto nascere in zona il nuovo Centro regionale di smaltimento dei rifiuti. Fornita l’immagine geodetica di un fossato da 18 metri riempito dagli scarti fino a crescere e ad assumere l’aspetto del rilievo montuoso e tutta l’illustrazione delle attività eseguite per l’impermebilizzazione del fondo di questa fattispece di imbuto sotterraneo: la realizzazione del corpo della discarica esistente trasferendo parte dei rifiuti smaltiti, la costruzione di un canale periferico per la raccolta delle acque di falda, l’esecuzione del sistema di copertura finale sul corpo della discarica, la realizzazione del sistema di degasaggio con stazione di pompaggio del gas, la riorganizzazione paesaggistica della zona, l’allestimento di un bacino di raccolta per l’acqua meteorica, la costruzione di strutture “assorbenti” e di un accesso di servizio.

Monitoraggio permanente
Erra chi crede che la storia della montagna dei rifiuti di Pola finisca qui. La bonifica arrivata dopo l’interramento incontrollato di rifiuti in oltre cinquant’anni d’esercizio, necessita di un permanente monitoraggio della zona trattata, per cui si valuta che Pola spenderà sulle 200mila kune all’anno onde tenere sotto controllo la situazione e accertare l’assenza di sostanze inquinanti nell’aria. A parte il fatto di avere appreso che sono stati realizzati dei pozzi di barriera, studiata la caratterizzazione del terreno di fondo, con indagini geofisiche, stratigrafiche, campionamenti e analisi ambientali, non è stata rilevata un’eccessiva presenza di metalli pesanti, c’è chi ieri ha espresso timori a riguardo. Un dubbio non indifferente: è stato notato in questi giorni che la fiaccola della torcia del sistema di degasaggio con stazione di pompaggio del gas risulta essere spenta… Vuol dire che il metano si sta liberando in aria con inquinamento relativo? Il progettista ha garantito la sua riaccensione a intervalli e assicurato che non si tratta di un incoveniente di cui preoccuparsi in quanto le dispersioni sarebbero minime e irrilevanti. Un’altra domanda: “Le trivellazioni hanno individuato la presenza di acque sotterranee con conseguente pericolo di espansione dell’inquinamento nel sottosuolo? Negativa la risposta: non ci si è imbattuti in vere e proprie falde sotterranee, ma soltanto in penetrazioni acquifere nate per effetto della filtrazione delle acque meteoriche passate attraverso lo strato inquinante dei rifiuti.

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