Bruno Bulić: «Siamo troppo dipendenti dall’industria del turismo»

I vertici del partito «Hoćemo pravedno» criticano il governo, l’amministrazione regionale e quella municipale

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Bruno Bulić: «Siamo troppo dipendenti dall’industria del turismo»
Dragica Tumbetaš, Bruno Bulić e Vlado Šegon. Foto: Marko Mrđenović

Un Paese di sguatteri e camerieri troppo dipendente dal turismo. In questo, secondo l’ex sindacalista oggi presidente del Coordinamento regionale dell’Istria di “Hoćemo pravedno”, Bruno Bulić, l’attuale governo avrebbe sostanzialmente trasformato la Croazia. “Un grave errore”, continua l’ex presidente del Sindacato dell’Istria, del Quarnero e della Dalmazia, che rilancia e afferma che basare un’intera economia soprattutto sul turismo è una scelta miope. “Il turismo è un settore che non offre garanzie sul lungo periodo. É più che mai soggetto a variabili imponderabili e imprevedibili come, ad esempio, l’inflazione galoppante, la crisi energetica oppure la performance economica negativa dell’industria tedesca, che ha inevitabilmente ridotto il potere d’acquisto dei tedeschi, nostri primi ospiti”, spiega Bulić, il quale continua e sostiene che a pagare il prezzo maggiore di un’eventuale stagione turistica difficile sarebbe niente meno che l’Istria, consegnata mani e piedi dai politici locali alla monocultura turistica. “Oltre al turismo, in Istria non esiste praticamente altro”, è il pensiero del rappresentante di “Hoćemo pravedno”. Sempre a proposito di turismo, Bulić ricorda che nel 2022 i soli locatori turistici (hotel e villaggi turistici esclusi) hanno incassato la bellezza di 7 miliardi di euro, sui quali hanno pagato soltanto lo 0,98 p.c. di tasse. “È assurdo”, ha quindi commentato, aggiungendo che il sistema fiscale in Croazia, oltre a essere profondamente sbagliato, penalizza le fasce più deboli della popolazione. Tornato a parlare dell’Istria, Bulić ritiene poi inadeguato l’operato sia dell’Ispettorato all’edilizia che della Procura, la cui inerzia avrebbe permesso il dilagare dell’abusivismo edilizio. Se l’ex sindacalista si è soffermato sulla situazione economica in Croazia e in Istria, il suo vice, Vlado Šegon, ha posto l’accento su Pola, definendola “un esempio negativo”. “Credevo non potesse andare peggio di quando alla guida del principale centro urbano dell’Istria c’era la Dieta Democratica Istriana, ma l’attuale amministrazione è riuscita a farmi ricredere”. Così il vicepresidente del Coordinamento dell’Istria di “Hoćemo Pravedno”, secondo cui la Città di Pola sarebbe ferma al palo. E il primo responsabile sarebbe secondo Šegon il sindaco Zoričić, a cui il politico imputa anche la colpa di aver permesso la “compravendita” di consiglieri, che mai come oggi passano da uno schieramento all’altro soltanto per il proprio interesse. Accanto a Bulić e Šegon, ieri a Pola, era presente pure Dragica Tumbetaš, presidente di “Hoćemo pravedno” che, criticato duramente l’inefficiente sistema sanitario nazionale e il governo per il suo disinteresse per il problema, ha tenuto a ricordare che il suo partito nasce in difesa dei pensionati odierni e futuri che non si sentono rappresentati né dai partiti al potere né da quelli dell’opposizione, ma soprattutto dal vecchio Partito dei pensionati, che secondo la presidente avrebbe disatteso le aspettative dei suoi elettori.

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