Allarme pulci a Scoglio Olivi

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Allarme pulci a Scoglio Olivi

Infestazione di pulci nelle officine del cantiere navale di Pola. Nelle officine, nei magazzini, persino sulle navi in costruzione. Il parassita ha letteralmente preso possesso di uno stabilimento navalmeccanico popolato da migliaia di operai che non ne vengono più a capo. Non solo è impossibile lavorare sotto persistenti attacchi del parassita, ma è impossibile occupare gli ambienti infestati anche senza fare niente, tanto insistente e tanto affamato è l’insetto dopo essersi moltiplicato velocemente e abbondantemente in condizioni favorevoli di umidità e temperature elevate. Ci sono operai che hanno il terrore di recarsi al lavoro, la mattina. Grattarsi è diventata prassi comune a Scoglio Olivi. Ma non basta mica. Le pulci tornano all’attacco sempre e comunque, e sono talmente piccoline che la vittima non ha nemmeno la possibilità di schiacciarne una, come si fa comunemente con le zanzare. No, le pulci sono un problema serio.

Il problema si ripresenta

Non per nulla il cantiere ha già chiamato in soccorso l’Istituto regionale per la salute pubblica in diverse occasioni. Interventi di disinfestazione a tappeto sono stati richiesti ed effettuati tre volte, anche ieri l’altro. Solitamente per un po’ si resiste, ma poi il problema si ripresenta. Alcuni operai puntano il dito contro i sempre più numerosi gatti che hanno scambiato lo stabilimento per una dimora fissa, altri accusano la direzione del cantiere che starebbe risparmiando sui servizi di pulizia. Un tempo – si dice – le donne delle pulizie erano ovunque e le officine venivano regolarmente pulite e disinfettate, ma oggi non più. Si lesina su tutto, anche a costo di mettere a rischio la salute del personale.

Il clima favorisce la diffusione

Che fare? Chiediamo spiegazioni a Nediljko Landeka, caporeparto del Dipartimento di derattizzazione, disinfestazione e disinfezione presso l’Istituto regionale di salute pubblica, che ci risponde quanto segue: “Siamo al corrente dell’invasione di pulci negli ambienti del cantiere navale, e in determinati quartieri urbani di Pola. Il fenomeno ha preso piede anche nel centro storico di Rovigno. In tutti questi casi il fenomeno è facilmente ricollegabile alla massiccia presenza di gatti randagi che si aggirano in maniera incontrollata nelle zone colpite appunto dalla presenza di pulci. In città ma anche in fabbrica c’è quest’abitudine di nutrire gli animali randagi che poco a poco finiscono per addomesticarsi. Poi inizia il circolo vizioso della riproduzione e dell’espansione. In questo periodo dell’anno il clima favorisce la diffusione del parassita, il quale “semina” uova mature che in condizioni favorevoli raggiungono immediatamente la fase dello sviluppo della larva. Le larve si nutrono di resti di materiale organico e nel giro di due settimane ecco che ci ritroviamo con l’insetto maturo completo, pronto a ricominciare il ciclo da capo. L’invasione è scontata”.

Forti reazioni cutanee

L’insetto che l’ha causata si chiama pulce del gatto (Ctenocephalides felis) ed è simile alla pulce del cane e dell’uomo. In questo caso, però, è passata dai gatti a tormentare gli umani e i motivi sono chiari: cattive condizioni igieniche e presenza eccessiva di felini fuori controllo che costituiscono il principale focolaio di propagazione. “La caratteristica saliente di quest’insetto – ci spiega l’entomologo Nediljko Landeka – è la formidabile distanza e la stupefacente velocità del salto della pulce che, una volta raggiunta la meta, l’afferra con degli appositi ganci sporgenti dalle zampette. Con la sua puntura la pulce può causare fortissime reazioni cutanee che nei soggetti allergici o ipersensibili possono causare ulteriori infezioni batteriche o parassitarie, anche di tenia”. Insomma, l’infestazione da pulci negli ambienti domestici o di lavoro è un problema da non prendere alla leggera come forse stanno facendo al cantiere navale in questi giorni.

La disinfestazione non basta

L’Istituto di salute pubblica suggerisce interventi di disinfestazione a tappeto che però non bastano: occorrerà limitare il veicolo di propagazione, quindi i gatti che sono la fonte del contagio. “I gatti randagi che qualcuno nutre devono essere rimossi dal cantiere dagli addetti del Servizio di igiene urbana veterinaria. Poi subentrerà la disinfestazione, che occorrerà ripetere diverse volte fino a quando non avranno raggiunto la maturità tutte le larve e tutte le uova deposte. Solo in presenza contemporanea di tutte queste precauzioni sarà possibile debellare la proliferazione del parassita, o almeno contenerlo in condizioni di relativa innocuità”, ha concluso Nediljko Landeka.

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