Fianona 1 Rimane in Istria l’incubo del carbone

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Fianona 1 Rimane in Istria l’incubo del carbone

PORTO FIANONA | La “nuova” Fianona 1 sarà, sotto molti punti di vista, la tanto temuta e mai realizzata Fianona 3. Lo ritengono gli ambientalisti e alcuni dei cittadini che giovedì sera a Porto Fianona hanno partecipato alla presentazione delle modifiche e integrazioni al permesso ambientale rilasciato per Fianona 1 il 26 febbraio 2016. L’incontro si è tenuto in una delle sale riunioni dell’Ente elettroenergetico statale, gestore di Fianona 1, il quale vuole un nuovo permesso ambientale per lo stabilimento al fine di poter prolungare la vita alla centrale. Inaugurato nel 1970, l’impianto avrebbe dovuto essere chiuso lo scorso 1° gennaio a causa della sua inadeguatezza dal punto di vista degli attuali standard ambientali.

Nuova vita a Fianona 1

Il progetto di prolungamento della vita di Fianona 1 di 15-20 anni, che dovrebbe comprendere degli interventi di ammodernamento della centrale, è stato illustrato nell’occasione da Željko Slavica, della ditta zagabrese “Ekonerg”, la quale ha compilato il documento con cui l’HEP richiede al Ministero della Tutela dell’ambiente il rilascio del nuovo permesso ambientale. La richiesta era stata avanzata, dall’HEP e dalla sua società “HEP proizvodnja”, il 9 febbraio 2017, a meno di un anno da quando il governo croato aveva confermato la propria intenzione di rinunciare a Fianona 3 (o Fianona C), una centrale a carbone di 500 megawatt che avrebbe dovuto sostituire il più vecchio impianto termoelettrico fianonese ed essere attiva nella stessa area in cui dagli anni ’90 dello scorso secolo opera anche Fianona 2.

Emissioni dannose

Secondo quanto ha confermato Slavica, la vecchia centrale, ferma dal maggio 2017 a causa di un incendio, aveva ottenuto un permesso ambientale soltanto fino alla fine del 2017 innanzitutto a causa degli elevati valori di emissione nell’atmosfera di sostanze inquinanti. Il progetto di ammodernamento della centrale prevede che gli standard europei siano soddisfatti, dice Slavica, anche tramite uno stabilimento per la denitrificazione catalitica e un impianto per la desolforazione. “Gli interventi che si pianificano porteranno pure a un processo produttivo più efficiente dal punto di vista delle quantità di carbone bruciate”, ha affermato Slavica, confermando che sarà aumentata pure la capacità dell’impianto per il trattamento delle acque di scarico. A suo avviso, nonostante gli elevati valori delle emissioni nello scorso periodo, i dati delle quattro stazioni di monitoraggio dimostrano che l’aria nell’Albonese era di prima categoria per tutte le sostanze inquinanti tranne che per l’ozono. Tuttavia, stando all’esperto, si tratta del cosiddetto “smog estivo”, un inquinamento riscontrato a livello globale e non dovuto ai gas emessi dalla ciminiera delle centrali di Porto Fianona.

Impatto ambientale

“Fianona 1 sarà, in realtà, una nuova centrale a carbone, per la quale, tra l’altro, non è stata eseguita una valutazione dell’impatto ambientale”, ha detto durante la discussione Dušica Radojčić, dell’associazione ambientalista “Zelena Istra – Istria verde”, nel parlare di quello che è a suo avviso il problema principale della procedura avviata dall’HEP. Secondo lei, la legge prevede l’obbligo di compilare uno studio sull’impatto ambientale per gli interventi come quelli pianificati nell’ambito della rivitalizzazione di Fianona 1. “E quello redatto nel 2012 per Fianona 3, che doveva essere una centrale di 500 megawatt, non può essere ritenuto adatto anche per questo progetto. Sono due impianti diversi”, ha sottolineato la Radojčić. Condividono la sua opinione Bernard Ivčić e Zoran Tomić, il primo dell’associazione ambientalista “Zelena akcija” (Azione verde), con sede a Zagabria, l’altro di Greenpeace Croazia. Nel rispondere, Slavica ha detto che si tratta di una domanda per il Ministero della Tutela ambientale, il quale definisce i documenti che devono essere consegnati nell’ambito di simili procedure e che “non ha ritenuto necessario compilarne uno anche per il progetto di ammodernamento di Fianona 1”.

Arrivederci in tribunale

“È davvero incredibile che non ci sia stata una valutazione dell’impatto ambientale per Fianona 1 ed è ancora meno accettabile la decisione del dicastero competente di non richiederla. A giudicare dal comportamento del Ministero della Tutela ambientale, è del tutto chiaro che otterrete il nuovo permesso ambientale”, è intervenuto Ivčić, informando i rappresentanti dell’HEP dell’intenzione degli ambientalisti di avviare cause legali per il caso di Fianona 1, come avevano fatto a causa di Fianona 3. Un “arrivederci in tribunale” è arrivato pure dalla Radojčić, secondo la quale, è un’assurdità che nel momento in cui la maggior parte dei Paesi europei opta per le energie rinnovabili, l’HEP intenda investire enormi quantità di denaro pubblico in una fonte energetica del passato per poter soddisfare gli standard ambientali dell’Unione europea. Secondo gli ambientalisti, l’HEP dovrebbe investire nello sfruttamento dell’energia solare essendo la Croazia conosciuta per l’alto numero di ore di sole all’anno. Nel reagire alle affermazioni, Slavica ha detto che anche la produzione di corrente per il tramite dell’energia solare richiede che facciano parte del sistema energetico croato pure centrali come quelle di Porto Fianona.

La voce dei cittadini

“Lasciate che noi, abitanti di quest’area sotto la ciminiera, decidiamo della nostra sorte”, è intervenuto Roko Terković, membro del Consiglio comunale di Chersano, eletto nella lista indipendente del sindaco Valdi Runko, pure lui presente all’incontro. A suo avviso, è necessario indire un referendum. Rispondendo alla sua domanda se le centrali a Porto Fianona bruceranno anche i rifiuti del Centro regionale per la gestione dei rifiuti di Castion, Tamara Tarnik, dell’HEP, ha confermato che il permesso ambientale voluto dall’HEP non lo permetterà, perché non sarebbe conforme all’attuale normativa europea; però ciò sarà possibile a partire dal 2022, come specificato nel Piano nazionale per la gestione dei rifiuti per il periodo tra il 2017 e il 2022. In tal caso sarà avviata una procedura di consultazione pubblica. L’albonese Mladen Bastijanić si è soffermato sulla questione dell’utilizzo da parte delle centrali termoelettriche a Porto Fianona, per il loro processo produttivo, di una delle migliori fonti di acqua potabile nell’Albonese, Bubić, la quale “dovrebbe essere messa a disposizione dei cittadini”. Stando a lui, il permesso alle centrali di usare l’acqua in questione dimostra che le istituzioni pubbliche, compreso il Ministero della Tutela ambientale, non meritano la fiducia dei cittadini. “Nella società odierna bruciare il carbone per produrre energia elettrica è del tutto sbagliato”, ha sottolineato Lucijan Mohorović, ginecologo in pensione, che negli scorsi decenni aveva eseguito delle ricerche sull’impatto delle emissioni di Porto Fianona sul feto e sulle donne in gravidanza, confermando la nocività della produzione di energia elettrica dal carbone. Lucijan Martinčić, che negli anni ’90 faceva parte del team per il progetto di costruzione di Fianona 2, crede che Fianona 1, dopo gli interventi di ammodernamento, non sarà pericolosa per la salute umana. Secondo Mladenka Vidas, l’HEP dovrebbe rispondere per tutti i suoi “progetti falliti e i documenti compilati inutilmente”, tutti finanziati con il denaro pubblico.

Un progetto di transizione

Per il momento, il costo della procedura avviata per l’ottenimento del nuovo permesso ambientale per Fianona 1 sarebbe di 70mila kune, che vanno versate a favore della “Ekonerg”. Lo ha confermato Mihajlo Mirković, direttore della “TE Plomin”, ditta attiva in seno alla “HEP Proizvodnja”. Da quanto si è potuto evincere dal suo discorso, la “resurrezione” di Fianona 1 sarebbe soltanto un progetto di transizione la cui realizzazione dovrebbe precedere uno sfruttamento più concreto delle fonti energetiche rinnovabili da parte dell’HEP.
Il dibattito pubblico continuerà fino al 9 maggio. Entro la stessa data possono essere avanzate obiezioni e suggerimenti agli uffici dell’assessorato allo Sviluppo sostenibile della Regione istriana, che coordina il dibattito pubblico in collaborazione con l’ufficio responsabile per l’edilizia del Comune di Chersano e l’assessorato all’Assetto territoriale della Città di Albona. Il documento con il quale l’HEP richiede le modifiche al permesso ambientale e un suo riassunto sono disponibili al pubblico presso le sedi e sui siti web della Regione istriana, del Comune di Chersano e della Città di Albona, come pure sulle pagine Internet del Ministero della Tutela ambientale.

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