Questa sera, giovedì 23 giugno, presso la sede della Comunità degli Italiani di Buie, si è svolta la conferenza stampa di presentazione del programma di Felice Žiža, candidato per il ruolo di presidente dell’Unione Italiana alle prossime elezioni del 26 giugno. Felice Žiža, ha dichiarato che la candidatura è nata per contribuire alla riaffermazione dell’Unione Italiana come Associazione che tutela e garantisce i diritti e l’unità della CNI, che oggi si trova divisa tra gli Stati di Slovenia e Croazia, ma è unita nella causa comune dell’italianità. Per aiutare a ridisegnare un’Unione Italiana moderna, al passo con i tempi, che affronti le sfide del presente, con un occhio vigile al futuro di tutti i connazionali.
”Personalmente credo nel lavoro di squadra, quindi sarà fondamentale per tutta la CNI, la firma di un Accordo di collaborazione tra l’UI, la CAN Costiera e i due Consigli CNI istriano e litoraneo-montano. Sono tutti soggetti che lavorano per noi, per salvaguardare i nostri diritti ed è più che logico che si consultino, che trovino una strategia comune e che operino insieme, in sinergia, per il bene della Comunità, per consolidare la collaborazione fra tutte le Istituzioni della Comunità Nazionale Italiana e rafforzare l’unicità della CNI anche nei rapporti con Roma, Zagabria e Lubiana”, si legge nella presentazione di Žiža che comunque a Buie ha ribadito come l’UI dovrà comunque essere sempre l’istituzione principale, come risulta negli accordi internazionali.
”Bisogna lavorare per unire non solamente su carta queste realtà. Abbiamo bisogno di sinergie di tutte le istituzioni per poter arrivare all’attuazione piena dei diritti acquisiti che non sempre vengono rispettati”, ha ribadito. In questo contesto è stata sottolineata l’importanza di tutelare i diritti CNI e di colmare le disparità esistenti nel loro rispetto, dal bilinguismo a tutti gli altri valori acquisiti nelle scuole, nei mezzi d’informazione, negli altri settori che interessano la CNI. Importante, secondo Felice Žiža, pure il coinvolgimento degli anziani, che la memoria storica dell’etnia e che ancora tanto possono dare, ma soprattutto dei giovani che potranno trovare nelle Comunità la necessaria aggregazione e quella collaborazione di cui hanno bisogno.
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