Caso Viscovici. Costruzioni «sospette», l’opposizione vuole vederci chiaro

Seduta tematica del Consiglio comunale sull’annosa quanto scottante questione edilizia

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Caso Viscovici. Costruzioni «sospette», l’opposizione vuole vederci chiaro
Un momento della seduta del Consiglio comunale di Arsia. Foto: TANJA ŠKOPAC

“Se tutto dipende dall’Ispettorato edilizio, vuol dire che il Piano ambientale per il nostro territorio non serve a niente”. Lo ha detto Admira Žakula (HDZ), consigliere del Comune di Arsia, nel corso della seduta consiliare voluta da lei e dagli altri appartenenti all’opposizione, i consiglieri dell’SDP e dell’HSU, per discutere con la maggioranza (DDI-PIP) e con gli esponenti del Comune, il tema definito “lavori edili a Viscovici (Viškovići)”.

Nel soffermarsi sulle due aree con cantieri edili nell’abitato, di cui una chiusa l’anno scorso dall’Ispettorato edilizio, l’altra denunciata di recente dal Comune alla stessa istituzione, la rappresentante dell’HDZ ha ricordato che a Viscovici è “in corso una devastazione territoriale di dimensioni enormi”, ovvero l’edificazione di ville lussuose con piscine che, se i lavori edili dovessero proseguire come finora, saranno più numerose degli abitanti del luogo. “Considerato il rapporto dell’Ispettorato edilizio, possiamo affermare che i lavori sono illegali. Sono stati eseguiti su terreni una volta agricoli e poi urbanizzati per essere di nuovo, dopo il rilascio del permesso edilizio, trasformati in terreni agricoli. Da tutto ciò scaturiscono molte questioni poco chiare. Per questo abbiamo voluto che fosse invitata a questa riunione una persona esperta, ma anche che ci venisse spiegato il ruolo del Comune nel contesto di simili investimenti e investitori”, ha detto nella parte introduttiva la Žakula, dimostrandosi in seguito insoddisfatta delle risposte dell’assessore all’Amministrazione comunale Igor Radić e delle affermazioni secondo le quali sarebbe l’Ispettorato edilizio l’unica istituzione competente per risolvere le irregolarità a Viscovici.

Conformi al vecchio Piano
Oltre ad avere il compito di rispondere alle domande dell’opposizione, Radić ha pure proposto un’introduzione all’argomento a nome del Comune. Nessuna reazione si è avuta dal sindaco Glorija Paliska (DDI), mentre a nome della maggioranza consiliare è intervenuto, ma soltanto per riassumere le parole dell’assessore, il presidente del Consiglio, Željko Zahtila (DDI). Come confermato da Radić, la costruzione delle strutture la cui realizzazione è stata fermata dall’Ispettorato edilizio l’anno scorso, era stata avviata in base ai permessi rilasciati nel 2010 e nel 2011 in conformità al Piano ambientale dell’ex Comune di Albona, dal momento che il Comune di Arsia all’epoca non aveva ancora un Piano ambientale. Il Consiglio comunale aveva approvato il documento appena nel dicembre del 2011, a conclusione di una procedura durata 11 anni. I permessi d’ubicazione sono del 2007. “Nel momento in cui i permessi erano stati rilasciati, le due aree facevano parte delle zone edificabili. Dopo l’approvazione del Piano ambientale del Comune di Arsia le aree sono state estromesse dalle zone edificabili, però gli investitori possedevano gli atti rilasciati in base al Piano ambientale in vigore in quegli anni e conformemente alla vecchia Legge sull’edilizia. Pure i documenti legati all’avvio della costruzione nel 2013 erano stati approvati conformemente allo stesso Piano e alla Legge menzionata. Quest’ultima non prevedeva nemmeno la necessità di specificare il termine entro il quale i lavori di costruzione dovrebbero essere conclusi”, ha detto Radić, confermando che il Comune non rilasciava, né lo fa oggi, permessi edilizi, né è in possesso del Piano ambientale dell’ex Comune di Albona, di cui all’epoca si serviva l’Ufficio dell’assessorato all’Assetto territoriale della Regione istriana operante ad Albona per il rilascio dei permessi anche per il territorio di Arsia.
Admira Žakula ha sottolineato che tra le questioni che dovrebbero essere chiarite, oltre al fatto che il Comune non ha nel proprio archivio il Piano dell’ex Comune di Albona, ci sono pure quelle legate alla definizione degli indennizzi che gli investitori pagavano per la costruzione delle varie strutture. “Non ci è chiaro nemmeno come si svolgeva e in base a quale documento, il controllo dei progetti edilizi nel nostro territorio; non possiamo comprendere neanche come i permessi possano essere ritenuti validi nel caso di un’area urbanizzata diventata di nuovo agricola o rilasciati per terreni che non dispongono di una strada d’accesso necessaria per l’esecuzione dei lavori”, ha aggiunto la Žakula, confermando che l’opposizione trova particolarmente allarmante il fatto che lo scienziato Mario Viscovich, zio del proprietario di uno dei terreni privati utilizzati, illegalmente, dall’investitore per le edificazioni fermate dall’Ispettorato, sia stato aggredito fisicamente nel momento in cui ha cercato di “difendere” la proprietà del nipote. “Perché il Comune non ha aiutato quest’uomo?”, ha chiesto la Žakula. Secondo Radić, il Comune aveva reagito alla denuncia nell’aprile 2022 e ha invitato Viscovich a rivolgersi alla Polizia e alla magistratura, che “sono competenti per la proprietà privata”.

Chi ha firmato
“Per l’altra area, reagendo alle informazioni di alcuni cittadini e dopo essersi accertati della situazione sul campo, le guardie del nostro Comune hanno denunciato il caso questo mese e ora attendiamo l’intervento degli ispettori”, ha detto l’assessore, secondo il quale, le guardie comunali, per poter denunciare i casi d’edilizia abusiva all’Ispettorato in parola, devono disporre di conferme che si stia costruendo qualcosa che non è previsto dal permesso edilizio. Le denunce possono essere avanzate pure dai cittadini che assistono a casi d’edilizia abusiva e che dispongono dello stesso tipo d’informazioni.
“Tutto il tempo si parla di ‘qualcuno’. Ma questa persona che ha firmato i permessi di costruire ha un nome e un cognome, una funzione. Chi è?”, è intervenuto Nevres Mulavdić (SDP). Nel rispondergli, Radić ha detto di non sapere di chi si tratti, ribadendo che i permessi per il territorio di Arsia vengono rilasciati dall’Ufficio albonese dell’assessorato all’Assetto territoriale della Regione istriana. “Anche se penso che nel 2007 a occuparsi del rilascio dei permessi di ubicazione sia stato l’Ufficio dell’amministrazione statale, ma bisognerebbe verificarlo”, ha risposto Radić aggiungendo che anche i consiglieri possono chiedere i particolari riguardo alla persona che ha firmato i documenti all’Ufficio regionale competente operante ad Albona, il quale ha l’obbligo di rispondere entro 15 giorni dalla ricevuta del quesito. “E a voi del Comune e alla maggioranza consiliare interessa saperlo?”, ha chiesto Nikola Lazić (SDP), ma nessuno della maggioranza o del Comune ha risposto.

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