Arsia. Le piogge «chiudono» un museo

Temporaneamente inagibile la Casa del minatore. Torbide le sorgenti dell’Arsa

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Arsia. Le piogge «chiudono» un museo
All’ingresso nella Casa del minatore “Arsia”. Foto: TANJA ŠKOPAC

Le abbondanti piogge cadute mercoledì nell’Albonese hanno influito pure sull’offerta turistico-culturale di Arsia. Oltre che negli spazi della sede della Società artistico-culturale “Rudar”, l’acqua piovana si è infiltrata pure nella Casa del minatore “Arsia” (Kovarska kuća “Arsia”), ovvero nei vani che si trovano al primo piano dello stesso edificio nel cui pianterreno opera la sede della SAC menzionata, rendendoli inagibili a chi avrebbe voluto visitare la struttura il pomeriggio dello stesso giorno. A detta dei rappresentanti della municipalizzata “Arsiana”, fondata per la gestione del locale patrimonio industriale che negli ultimi anni si sta adattando a contenuti culturali e turistici e per l’organizzazione delle visite alle stesse strutture, l’acqua si è infiltrata dal tetto. Tuttavia, la Casa del minatore dovrebbe tornare a essere visitabile tra qualche giorno.

L’acqua (non) potabile
Disagi anche per quanto riguarda la qualità dell’acqua potabile che dalla zona di Arsia, dalle vicinanze del fiume Arsa, arriva ai rubinetti di numerosi utenti dell’Albonese. Secondo quanto confermato ieri pomeriggio dalla municipalizzata “Vodovod Labin”, preposta alla gestione dell’infrastruttura idrica e di quella fognaria nell’Albonese, nel caso delle fonti Sant’Antonio, Mutvica, Fonte Gaia e Kokoti è stato riscontrato un intorbidamento che supera i massimi valori ammessi, ovvero il limite di 4 NTU. Da ieri l’acqua viene fornita a tutto l’Albonese dalle fonti di Rakonek, Cosliacco e Fianona. Gli utenti nell’area dei cosiddetti “edifici nuovi” (Nove zgrade), di Kature, Kapelica, Breg, Salaco (Salakovci), Viškovići (vicino a Vines), Marcegliani (Marciljani), ma anche nella Zona imprenditoriale di Vines, come pure, nel territorio di Arsia, quelli di Brgod, Stallie, Macarini e Cugno, devono far bollire l’acqua prima di usarla a scopi alimentari. Simili trattamenti non sarebbero necessari se la stessa acqua si usa per l’igiene personale. La “Vodovod Labin” continuerà a monitorare la situazione.

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