Antonio Borme, tenacia e coerenza di pensiero

Rovigno. Omaggio a una delle figure di spicco della CNI

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Antonio Borme, tenacia e coerenza di pensiero
Maurizio Tremul ed Ennio Forlani depongono la corona di fiori. Foto: Roberta Ugrin

In occasione della ricorrenza del 31º anniversario dalla scomparsa del prof. Antonio Borme (Trieste, 20 gennaio 1921– Rovigno, 6 agosto 1992), questa mattina l’Unione Italiana, la Comunità degli Italiani “Pino Budicin” di Rovigno, il Consiglio della minoranza nazionale italiana autoctona della Regione istriana e il Consiglio della minoranza nazionale italiana della Regione litoraneo-montana, hanno organizzato una cerimonia di commemorazione al cimitero cittadino Laste, divenuta ormai un appuntamento tradizionale nel calendario della Comunità Nazionale Italiana. Presenti alla commemorazione il presidente dell’UI Maurizio Tremul, il presidente onorario dell’Unione Italiana prof. Giovanni Radossi, la vicepresidente della Regione istriana in quota CNI Jessica Acquavita, il presidente del Consiglio della minoranza nazionale italiana autoctona della Regione istriana Ennio Forlani, il presidente del Consiglio della minoranza nazionale italiana della Regione litoraneo-montana Mauro Graziani, il vicesindaco in quota CNI di Rovigno David Modrušan, la presidente della CI “Pino Budicin” Viviana Benussi, i vicepresidenti della stessa, Gianclaudio Pellizzer e Matteo Tromba e la presidente del Comitato esecutivo del sodalizio Gianfranca Blandini Šuran. Presenti, inoltre, la preside della SMSI di Rovigno Ines Venier, nonché il nipote e i figli del prof. Borme, Giuseppe e Miriam, con i rispettivi coniugi.
Valori, ideali e diritti
Con la deposizione di una corona di fiori, è stata ricordata la figura e l’opera di una grande personalità che durante la sua vita si è battuta con tenacia e coraggio per i valori, gli ideali, i diritti e l’autonomia della CNI sul suo territorio d’insediamento storico, tracciando il percorso seguito dalle generazioni che lo hanno succeduto nel corso degli anni.
Durante la cerimonia commemorativa di Antonio Borme, primo presidente della massima organizzazione rappresentativa della CNI, a rivolgersi ai convenuti sono stati il prof. Giovanni Radossi e a conclusione della celebrazione, il figlio Giuseppe Borme.
Un’opera di ricucitura
“Antonio Borme era uno dei ‘rimasti’, anzi era il più rappresentativo e il più preparato dei rimasti, per l’altissimo livello culturale, acquisito all’Università di Padova e per la chiarezza e la coerenza delle idee. Egli aveva creduto fermamente e in buona fede che i diritti degli italiani sarebbero stati riconosciuti nel nuovo Stato; per questo non esitò a prendere delle iniziative che, se valutate nel loro contesto temporale (anni Sessanta e primi anni Settanta), non possono non essere definite molto coraggiose, che gli costarono la defenestrazione del 1974. Ma quello che soprattutto colpisce è il senso o l’idea, che egli aveva di sé stesso, attivamente impegnato in un’opera di ricucitura tra passato e presente, tra rimasti e andati, di grande respiro umano. Il professor Borme era indubbiamente un uomo sereno; deciso, ma sereno; determinato, a volte irriducibile, ma sereno. Così come si presentò al suo rientro nel 1988, dopo il lungo esilio: un leader carismatico, insostituibile, un gentiluomo forse d’altri tempi, troppo presto perduto, del quale rimpiangiamo tutto quello che avrebbe potuto fare ancora con noi e per noi”. Con queste calde parole dette dal cuore, Giovanni Radossi ha ricordato la vita e l’opera di Antonio Borme, suscitando lacrime di commozione tra i presenti.
“Ritrovarci puntualmente ogni anno a commemorare il mio (nostro) papà mi commuove enormemente. Il tempo passa, i ricordi leniscono inesorabilmente, ma l’affetto nutrito nel ricordare il nostro ‘preside’, che, con la sua onesta condotta, rettitudine morale, e rispetto per chiunque, ci ha trasmesso ed educato a fare nostri questi valori che dovrebbero costituire le fondamenta per ogni essere umano”, ha detto Giuseppe Borme, ringraziando tutti i presenti accorsi a ricordare e rendere omaggio a una delle figure di spicco della CNI.

Giuseppe e Miriam Borme con i rispettivi coniugi
Viviana Benussi, Giovanni Radossi e Maurizio Tremul

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