Albona. Musica e poesia per i minatori

Il 102.esimo della storica rivolta del 1921 è stato celebrato pure con una serata artistico-culturale

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Albona. Musica e poesia per i minatori
A ospitare la serata, la sala cinematografica di Albona. Foto: TANJA ŠKOPAC

“Pjesma gradu mom” (Canzone per la mia città) è il nome scelto per il programma con cui la Città di Albona ha voluto celebrare giovedì sera il 102.esimo dello storico sciopero dei minatori del 1921, durato dal 2 marzo 1921 fino all’8 aprile dello stesso anno e diventato conosciuto con il nome di “Repubblica di Albona”. La serata, tenutasi nella sala cinematografica albonese, ha visto l’esibizione di un gruppo di allievi della Scuola d’arte “Matko Brajša Rašan” di Albona e dei docenti della stessa istituzione, come pure dei membri dell’Orchestra cittadina albonese, cui si sono aggiunti altri cittadini del territorio attivi nel campo della cultura.

Per la prima volta a presentarsi ad Albona, anche interpretando alcuni versi dialettali dedicati ai minatori, è stato il rinomato attore croato Edvin Liverić Bassani, originario di Casali Sumberesi e, come egli stesso ha ripetuto nel corso della serata, moderata da lui, nipote di un minatore, ovvero, in dialetto zacavo, “kovarev nuk”. Il fatto di aver avuto nonni minatori è stato sottolineato nel corso della serata pure dai due rappresentanti del mondo politico che nella stessa occasione si sono rivolti al numeroso pubblico. Si tratta del presidente della Regione istriana, Boris Miletić, e del sindaco albonese Valter Glavičić, di cui il primo si è soffermato nel suo discorso di circostanza pure sulla durissima vita dei minatori albonesi che avviarono lo sciopero del 1921, che dovettero combattere per i loro diritti economici e per migliori condizioni di lavoro. Il presidente regionale ha pure voluto paragonare la lotta contro l’ingiustizia che ha segnato la Repubblica di Albona, considerata una delle prime rivolte antifasciste e avviata dopo il pestaggio, a Pisino, del leader sindacale Giovanni Pippan da parte di un gruppo di fascisti, ai problemi con l’edilizia abusiva in Istria, di cui di recente hanno iniziato a parlare pubblicamente i politici al potere in diverse realtà del territorio regionale. “Quella è un’ingiustizia nei confronti di chi fa tutto conformemente alle leggi”, ha detto Miletić, dicendosi in seguito molto felice per il privilegio di vivere in Istria.
“Oggi celebriamo la Giornata della Repubblica di Albona e io sono Valter Glavičić, nipote di minatori, albonese, e fiero di esserlo, sempre, ma particolarmente nella data odierna. Orgoglioso in quanto discendente di coloro che furono i primi in Europa e nel mondo a riconoscere alcuni dei più importanti valori dell’umanità, che sono alla base della civiltà ancora oggi, ovvero la libertà e la giustizia”, ha affermato il sindaco albonese. Come ha detto in seguito, per tutti i valori che hanno lasciato in eredità all’Albonese, i minatori, che “seppero guardare al futuro”, devono continuare a essere ricordati. “Questo è il motivo per cui oggi abbiamo questa celebrazione e per cui cantiamo una canzone alla nostra città, al nostro paese, all’Albonese, orientato verso lo sviluppo”, ha aggiunto Glavičić, confermando di essere ottimista e invitando gli albonesi a continuare a essere visionari, come lo erano i minatori del 1921.
Nel corso della serata, oltre a Liverić, a leggere poesie scritte nel dialetto ciacavo locale sono stati pure Bruno Falco, Loredana Ružić Modrušan (dipendente cittadina e ideatrice del programma) e Amneris Ružić Fornažar, di cui l’ultima ha eseguito pure la musica del ballo popolare istriano, “balun”, suonando la cornamusa (mih). Alla parte musicale del programma con esibizioni soliste hanno contribuito Robert Mikuljan, trombettista e maestro dell’Orchestra cittadina, il violinista Edi Šiljak, il pianista Aldo Foško, che con Mikuljan ha eseguito pure una versione del brano “Bella ciao”, come pure Nicole Vidak, la quale, accompagnata al pianoforte da Aleksej Hrvatin, ha eseguito una canzone dedicata ai minatori e scritta da Adriano Šćulac.

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