Tradizione e tecnologia fanno crescere la Belica

Castua ha ospitato la presentazione della monografia scientifica «Le sfide del settore vinicolo nella Repubblica di Croazia» e il meglio della produzione regionale

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Tradizione e tecnologia fanno crescere la Belica
La presentazione della monografia nella Casa della Belica a Castua. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Mancano pochi giorni alla Bela nedeja – viene tradizionalmente festeggiata la prima domenica di ottobre –, il più importante appuntamento dell’anno a Castua, il giorno in cui si celebra il vino, quello novello, simbolo della tradizione locale. Non a caso, in prossimità dell’evento, è stato presentato ieri un libro, una monografia scientifica, dal titolo “Le sfide del settore vinicolo nella Repubblica di Croazia”, curato da Jana Katunar e Nenad Vretenar, i quali hanno raccolto le esperienze di 15 “addetti ai lavori” e tre recensioni qualificate. Il progetto è stato sostenuto dalla Regione litoraneo-montana e dalla Città di Castua, in collaborazione con vari enti e istituzioni. Una tra queste è l’associazione “Belica” che raccoglie i produttori locali e che nei propri spazi ha ospitato la promozione del libro. Vi hanno partecipato le Università di Fiume e Zagabria, ma l’idea è nata, fondamentalmente, nell’ambito di un incontro informale in cui il vino si è proposto come catalizzatore per riunire delle nozioni, dei dati e delle prospettive di sviluppo trattate da punti di vista diversi. Il volume è suddiviso in tre segmenti e 12 capitoli che si occupano della produzione vinicola con un approccio interdisciplinare.

La presentazione del volume è stata seguita da una carrellata sulla produzione vinicola nella Regione litoraneo-montana in cui opera da tre anni l’associazione “Kvarner vines”, che si è posta come obiettivo la promozione dei vini locali, con particolare riferimento ai vitigni autoctoni. Alla degustazione guidata si sono potuti assaggiare cinque vini diversi, partendo dalla Jarbola, vitigno locale del Castuano, per proseguire con il couvé tipico che conosciamo con il nome Belica e che viene prodotto con varietà diverse, da 4 a 6 a seconda delle annate, ma da qualche anno seguendo dei processi tecnologici che consentono di farne un vino di qualità, riconosciuto e apprezzato. Dopo questi due vini locali Tomislav Pavlešić, della Facoltà di Biotecnologia dell’Università di Fiume, ha proposto la Žlahtina, il vitigno locale più diffuso e che rappresenta il 90 per cento della produzione regionale. Si è proceduti in crescendo, con un rosé realizzato con il vitigno Trojščina che rappresenta già un prodotto più raffinato, ma meno impegnativo dell’ultimo vino della giornata, il Sansigot, realizzato come il precedente da varietà quasi estinte e rivitalizzate in tempi recenti. Questo vino rosso, più leggero rispetto ai vini tradizionali come il Terrano in Istria o il Plavac mali in Dalmazia, si sta affermando in Europa e nel mondo, premiato a numerose rassegne internazionali.

Mostarac: «Evento più sentito»
All’incontro ha partecipato il sindaco di Castua, Matej Mostarac, che ha commentato: “Castua e il vino si amano a vicenda e manifestazioni come questa lo ribadiscono. La Belica sta crescendo per importanza, anche grazie alla collaborazione con le Università di Zagabria e Fiume, le quali hanno consentito di valorizzare delle varietà quasi estinte e che insieme sono diventate uno dei marchi più riconoscibili di Castua. Questa presentazione è il modo migliore per annunciare l’evento vinicolo più sentito e più importante, appunto la Bela nedeja”.

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