Sul Monte Maggiore i prati si stanno rigenerando

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Sul Monte Maggiore i prati si stanno rigenerando

Ha preso il via giovedì scorso il campo di volontari sul Monte Maggiore intitolato “Restituiamo i prati alle farfalle”. Organizzato dalle associazioni Bioteka e Biom in collaborazione con il Parco natura “Učka“ e il Comune di Chersano, il suo obiettivo è offrire alle specie animali che vivono nella zona un habitat sicuro e d’altra parte sensibilizzare le persone a prendere parte a eventi che mirano alla tutela e alla salvaguardia della natura. “Il progetto si svolge nell’ambito del programma operativo ‘Concorrenza e coesione’, è iniziato nel mese di settembre del 2017 e andrà avanti per quasi tre anni – spiegano Petra Peleš della Bioteka e Tomislav Hudina della Biom, entrambi di Zagabria –. Una parte del programma viene finanziata dal ministero dello Sviluppo regionale e dei Fondi europei, nonché da quello della Tutela ambientale. Il valore totale del progetto è di circa 36 milioni di kune. Nell’ambito del progetto verranno costruite anche delle abitazioni per il soggiorno dei volontari, che saranno sistemate vicino al campo, sulla cima del Monte, vicino a Draga di Laurana, e il Centro d’interpretazione a Sella Poklon, che accoglierà pure la direzione del Parco. Entro il 2020 verranno rinnovati i sentieri per i ciclisti e altro ancora”.
Di che cosa si occupano le vostre associazioni?
“La Biom è attiva nella tutela della natura e siamo i rappresentanti in Croazia dell’associazione ‘Bird life’ per la tutela dei volatili. Nell’ambito di questo progetto organizzeremo 12 campi di volontari in tre anni, suddivisi in due parti: la manutenzione delle aree verdi e delle pozze d’acqua, nonché l’ormai tradizionale campo dell’inanellamento degli uccelli che prenderà il via il 15 agosto e durerà circa 50 giorni”.
Il primo campo di volontari di quest’anno ha avuto luogo in luglio. Ha attirato molti partecipanti?
“Dal 12 dal 24 luglio si è svolto il primo campo al quale hanno preso parte circa 25 volontari provenienti da varie parti del mondo. Il secondo si svolgerà fino al 24 agosto, mentre il terzo, e ultimo di quest’anno, si terrà dal 24 agosto al 7 settembre. In media i volontari rimangono da 3 a 5 giorni nel campo, in base alla possibilità. C’è chi viene solo in giornata. L’età varia da 7 a 77 anni. Lo scorso anno abbiamo avuto una volontaria dall’Inghilterra di 82 anni ed è stato affascinante vedere con quanta grinta ha saputo lavorare e includersi in tutte le attività. Ci sono stati poi gli scout dal Belgio, una ventina, che sono rimasti quasi due settimane”.
Com’è una tipica giornata di volontariato?
“Si inizia a lavorare di buon mattino per due-tre ore, onde evitare il periodo più caldo della giornata. A volte scendiamo fino a Draga di Moschiena per fare il bagno o trascorriamo le ore più calde all’ombra per poter continuare a lavorare durante il pomeriggio e di sera. Nel frattempo si prepara il pranzo, poi la cena. Tutti coloro che desiderano imparare qualcosa sulla biodiversità della zona sono i benvenuti. Possono soggiornare sul Monte Maggiore per tutta la durata del campo, per alcuni giorni, o visitarlo in una sola giornata. Il pernottamento è previsto in tenda, mentre i pasti vengono preparati in loco. Le vette del Monte Maggiore erano una volta ricche di vita grazie alla pastorizia. Purtroppo con la scomparsa di quest’ultima, i prati si sono trasformati in macchia e di conseguenza in boschi. Per questo motivo, dai prati sono scomparse varie specie di farfalle, uccelli e lucertole, in quanto non avevano più le condizioni adatte per vivere. Il nostro compito principale è quello di ripulire i prati, falciarli e permettere agli insetti e animali di ritornare nel loro habitat. Dopo i primi campi organizzati negli anni precedenti, abbiamo notato un grande cambiamento: i prati si stanno rigenerando. Per la prima volta quest’anno abbiamo notato la presenza del Lanius collurio, un comune passeraceo detto anche falconcello, che ha nidificato nelle immediate vicinanze”.
Nella giornata di ieri i volontari presenti nel campo erano quattro. Altri due erano attesi nelle ore serali. Tadija Kekić di Zagabria ha partecipato per la prima volta due anni fa e ora è ritornato per dare una mano. “Mi piace questo campo e mi piace avere l’opportunità di essere utile a favore della natura. Questa volta mi prendo cura per lo più del legname, ovvero degli alberi che vengono abbattuti”, spiega Tadija. Ana ha preso parte al campo per la prima volta assieme alle sue figlie di 8 e 12 anni, Klara e Terezija. “Mia figlia Terezija cerca spesso su internet articoli sui volontari e mi ha convinto a venire. Purtroppo domani dobbiamo ripartire per Zagabria perché devo tornare al lavoro, anche se le bambine vorrebbero rimanere ancora”, spiega Ana. “Ci piace tanto dormire in tenda, stare sui prati e giocare con Greta (nda, il cane di Petra Peleš). Abbiamo rastrellato, raccolto il fieno e giocato. Non vedo l’ora di ritornare”, ha detto Terezija. In zona il collegamento internet è quasi inesistente. “Non mi mancano affatto il computer e il telefonino. Sto bene così”, conclude più che soddisfatta Terezija.

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