Risplende il civico 3 di via Cambieri

0
Risplende il civico 3 di via Cambieri

Negli ultimi anni il rione di Potok sta assumendo un aspetto sempre più curato e, soprattutto, colorato. Infatti, di recente sono stati tolti i ponteggi dal palazzo al civico 3 di via Cambieri (già via della Vittoria 5 e Dimitrije Tucović) che ora splende di un’intensa tonalità di arancione, ravvivando il quartiere assieme agli altri due palazzi poco distanti, in via Nikola Tesla e in viale Krešimir, che vantano non uno, bensì tre colori diversi sulla facciata. Com’è il caso con l’intero rione di Potok, il committente del palazzo di via Cambieri, all’epoca della sua costruzione, fu l’Ente autonomo case economiche e popolari, che finanziò moltissime case e alloggi per persone meno abbienti. Lo stabile venne progettato dall’architetto Amedeo Slavich nel 1936 e nello stesso anno venne costruito. L’opera di restauro del tetto e della facciata dell’edificio è stata realizzata nell’ambito del programma di rinnovo delle facciate e dei tetti portato avanti dalla municipalità da più di dieci anni, grazie al quale il centro città sta assumendo un aspetto sempre più curato.

Sistema di costruzione a blocchi

Il complesso edilizio dinanzi alla Stazione ferroviaria, che comprende i blocchi di case tra le vie Krešimir, Viktor Car Emin e tra le vie Cambieri e Nikola Tesla, è stato progettato dagli architetti Lorenzo Valentini e Amedeo Slavich. Il progetto ottenne tutte le licenze edilizie tra il 1933 e il 1936 e venne ultimato in pochi anni. Il sistema di costruzione a blocchi non è altro che il prosieguo del Piano regolatore dell’architetto triestino Giacomo Zammattio del 1890, in cui nello spazio tra gli edifici viene sistemata un’area sportiva e verde. Il rione di Potok è un raro esempio di microzona urbana architettonicamente uniforme e pensata fino all’ultimo dettaglio. Il blocco è qui inteso come elemento fondamentale che caratterizza una struttura urbanistica. La maggior parte dei palazzi di Potok, come quelli del rione di Belvedere, è stata progettata nello stile dell’architettura moderna italiana: le proporzioni sono vigorose, la plasticità è semplice, mentre gli angoli vengono spesso evidenziati da balconi sporgenti, ovali o poligonali.
Per quanto riguarda altri edifici nel centro di Fiume, nel corso di quest’anno è stato portato a termine l’intervento di rinnovo della facciata del palazzo in via Lodovico de Adamich 7, mentre sono ancora in corso i lavori agli edifici nelle vie Andrea Schiavone 1 (Andrija Medulić), la palazzina che si affaccia in parte anche su piazza Kobler (già Piazza delle erbe) e che in passato fu sede del Comune (in seguito, l’edificio venne messo in funzione della musica, in quanto al primo piano operava l’istituto filarmonico cittadino nel quale lavorò pure Johann von Zaitz, padre del compositore fiumano Ivan de Zajc); in Calle dei
canapini 15, in via Pomerio 18 e in Corso 6.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display