Rampa di lancio del siluro: forse una speranza c’è

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Rampa di lancio del siluro: forse una speranza c’è

Forse una speranza c’è. Dopo il recente crollo di una parte del tetto in legno della rampa di lancio dell’ex Silurificio, in via Milutin Barač, muto testimone del glorioso passato industriale di Fiume che oggi versa in condizioni disastrose, abbiamo chiesto alla Port Authority, che ne detiene la proprietà, se esista da parte dell’azienda una reale volontà di avviare, in tempi relativamente brevi, un progetto di restauro.
Come già scritto al momento del crollo, l’iter burocratico per avviare un’eventuale opera di ristrutturazione della vecchia rampa non è affatto semplice e necessita di tutta una serie di permessi e della partecipazione di più istituzioni ed enti, primo fra tutti il Ministero della Cultura, più precisamente l’Ufficio per la conservazione e il restauro del patrimonio culturale, del quale appunto fa parte la rampa di lancio. Infatti, senza l’OK del Dicastero, la Port Authority non è autorizzata a procedere con alcun intervento.

Attirare potenziali investitori

La Direzione portuale ha iniziato, intanto, quest’anno, la raccolta della necessaria documentazione, che servirà alla stesura del Progetto di massima per la ristrutturazione della stazione di lancio del siluro. Come ci è stato spiegato, il costo di tale incartamento, per la cui realizzazione verrebbero ingaggiati anche collaboratori esterni, ammonterebbe a circa 420mila kune, e la Port Authority coprirebbe le spese autonomamente. Il fascicolo, ancora in fase di raccolta, prevede il Progetto architettonico preliminare, il Progetto esecutivo, la Revisione (controllo) del progetto di ristrutturazione in termini di resistenza meccanica e stabilità, il Progetto d’elettrotecnica, antincendio, di protezione sul lavoro, di risanamento degli interni della rampa di lancio del siluro e, infine, i relativi Preventivi. “La Port Authority è consapevole dell’importanza, sia storica che culturale, di questo bene industriale, del suo ricco trascorso e delle sue potenzialità come eventuale futura attrazione turistica – ci è stato detto –. La documentazione che stiamo raccogliendo ci darà modo di capire meglio in che direzione andare, e di avere una visione più chiara dei costi e di quelle che potrebbero essere le migliori modalità di restauro, dopo di che bisognerà decidere, tutti insieme, quale sarà la futura funzione della rampa. L’attuale procedura servirà ad attirare potenziali investitori o a trovare altre fonti di finanziamento per far risplendere quest’indiscusso gioiello industriale fiumano”

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