Voto Slovenia. Qual è il sistema migliore? L’importante è discuterne

L'Unione Italiana promuove il dibattito. Il meccanismo dei punteggi Borda va superato, ma le opinioni rimangono divise sul maggioritario secco o quello con il doppio turno

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Voto Slovenia. Qual è il sistema migliore? L’importante è discuterne

Il prossimo 12 luglio il Presidente della Repubblica di Slovenia, Borut Pahor, sonderà il terreno con i vari gruppi parlamentari per capire se esista il consenso politico e soprattutto la maggioranza necessaria per andare a modificare il sistema elettorale sloveno, come richiesto dalla Corte costituzionale di Lubiana. Ci vogliono 60 voti su 90, e a quanto pare sarà un tetto difficile da raggiungere, vista la linea già assunta da alcune forze politiche, per cui al momento si rischia di non avere la nuova legge, come ha spiegato il deputato italiano alla Camera di Stato slovena, Felice Žiža, ieri sera a Palazzo Gravisi. In assenza di una riforma complessiva, ha aggiunto il parlamentare, è utile che la Comunità Nazionale Italiana si esponga? Il Borda offre delle garanzie, è vero, ma non va bene, e questo è l’unico punto su cui sono tutti d’accordo, come emerso dagli interventi nel salone della Comunità degli Italiani “Santorio Santorio” di Capodistria, che ha fatto da arena più per una serie di riflessioni e uno scambio di opinioni che non per un vero e proprio dibattito. Nell’occasione sono state scandagliate tutte le opzioni in campo per la scelta del rappresentante della Comunità Nazionale Italiana.

Allargare il dibattito

L’iniziativa, promossa dall’Unione Italiana e nella fattispecie dal presidente Maurizio Tremul, ha chiamato a raccolta tutte le istituzioni della CNI con una sola finalità di fondo: allagare la discussione su quali possano essere le soluzioni migliori per la CNI. “L’Unione Italiana non ha assunto alcuna posizione né lo farà”, ha chiarito Maurizio Tremul. “Credo sia importante per tutti noi discutere di queste tematiche”, ha premesso Mario Steffè, presidente della CI capodistriana. Tra i presenti, anche i presidenti di varie CAN – tra cui Alberto Scheriani di quella costiera, Fulvio Richter di quella capodistriana, e Marko Gregorič di quella di Isola – e di Comunità degli Italiani, da Capodistria ad Ancarano, Pirano, Bertocchi e Isola, ma soprattutto, diversi connazionali, compreso il consigliere comunale di Levica, Alan Medveš, che hanno sfidato il caldo per cercare di capirne di più e contribuire al dialogo.

Pane e farina

Una la domanda principale: qual è la via che offre la massima legittimità e rappresentatività al deputato eletto? Si può cercare il massimo, oppure conviene camminare con i piedi per terra, ossia “fare il pane con la farina che abbiamo”, come dice Alberto Scheriani? Il maggioritario secco, semplice, è forse il percorso più fattibile e la Comunità autogestita costiera della nazionalità italiana è andata in questa direzione nel dare recentemente la sua indicazione, anche se il parere definitivo lo fornirà nel momento in cui sarà pronto il disegno di legge di modifica del sistema elettorale sloveno. Dunque, ha corso anticipatamente per dare forza al deputato nelle trattative, come ha spiegato il presidente della CAN costiera, Alberto Scheriani. “Non esiste un sistema sbagliato e uno giusto, tutti quelli ammessi e in regola con la Costituzione sono legittimi, poi dipende dalle preferenze”, ha sottolineato Scheriani. La CAN costiera si è schierata compatta, anche se quella di Isola era inizialmente andata verso il doppio turno. “Abbiamo dato prova di unità e ringrazio per questo la CAN di Isola, è stata una prova di maturità e attaccamento”, ha concluso. “Di una cosa sola ho paura, ossia dell’intrusione dei partiti”, ha aggiunto. Oltre al maggioritario a turno unico, la CAN ha proposto l’innalzamento della soglia per le candidature dall’1 al 2 per cento, come una specie di “primarie”.

Pregi e difetti

Ma è un’opzione che non convince fino in fondo. Luka Juri ha analizzato nel dettaglio pregi e difetti dei vari sistemi: il Borda, con l’assegnazione di un punteggio che rimanda al modello dell’Eurosong, dove vince non chi ottiene più voti massimi ma la media migliore; l’uninominale secco, che promuove il candidato che ottiene la percentuale maggiore, anche se di pochi punti; il maggioritario a doppio turno, che consente una maggiore rappresentatività, ma ha lo svantaggio di comportare due votazioni e tempi di attesa per la costituzione della legislatura. Franco Juri, assente, ha inviato una lettera in cui ha avanzato una strada quasi di compromesso tra la fattibilità, ossia il maggioritario secco, e il doppio turno, introducendo una prassi che si è consolidata in Paesi come gli Stati Uniti d’America, l’Italia, la Spagna: le elezioni primarie. Alan Medveš ha auspicato un sistema che assicuri rappresentatività e democrazia, schierandosi per il doppio turno. Ma a quanti si sono ricollegati con le elezioni per il sindaco o il Presidente della Repubblica, Žiža ha ricordato che la faccenda qui è molto più complessa e non riguarda una legge soltanto, ma ben quattro. Dei tentativi di abbandonare l’attuale sistema ne sono stati fatti alcuni negli anni, basti pensare che la CAN era stata chiamata a dare il suo parere, come le compete da iter, già nel 2013 e nel 2014, ma poi tutto era caduto nel vuoto. Steffè ha invitato a calibrarsi sulla nostra realtà, a superare il Borda e fare in modo di arrivare a una maggiore chiarezza, il tutto a tutela del meccanismo di voto.

Gioco di squadra

A prescindere dal modello che sarà adottato, i connazionali chiedono di essere informati con tempestività e soprattutto consultati in misura più ampia, affinché i problemi si risolvano alla fine grazie al gioco di squadra, come rilevato da Gianfranco Vincoletto, Nadia Bonifacio e Sergio Mondo. L’Unione Italiana in questo senso ha centrato il suo obiettivo: ripartire dalla base, sentire il polso della CNI, creare partecipazione e così trovare le risposte alle questioni fondamentali, soprattutto di carattere politico. Insomma, favorire un dialogo sereno e dialettico, anche un confronto, ma civile, argomentato, sulla scia di quello andato in scena ieri sera. Il prossimo passo, ha annunciato Maurizio Tremul, sarà la riforma della stessa Unione Italiana.

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