Quel primo volo nel cielo di Fiume

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Quel primo volo nel cielo di Fiume

L’uomo e la sua incontenibile voglia di volare. Ne sapeva qualcosa un personaggio storico di Fiume, di cui oggi si sa poco o niente, ma che a inizio del Novecento si era reso protagonista di una delle imprese storiche più interessanti in assoluto. Guido Prodam, questo il suo nome, fu il primo aviatore a effettuare un volo sopra il cielo fiumano, oltre che il primo pilota austroungarico a volare sopra il mare. Il fatto, che destò ampio interesse tra gli abitanti della Fiume dell’epoca, avvenne il 10 dicembre 1911, alla presenza di un numeroso pubblico tra cui autorità governative e media. Guido Prodam scelse un posto alquanto improbabile per vivere la sua avventura, ovvero una pista improvvisata nel Porto petrolifero (oggi in disuso), nei pressi dell’ex fabbrica Torpedo, in via Milutin Barač (ex via dei Pioppi) nella Zona industriale di Mlaka. Non fu un caso se questo giovane d’avanguardia, all’epoca 29.enne, scelse proprio quel posto per effettuare il suo storico gesto. Un anno prima, infatti, da quel medesimo punto tentò di ergersi in volo anche il pilota francese Leon Versepuy, scegliendo la rotta Fiume-Abbazia, ma dovette rinunciarvi all’ultimo momento dopo avere ricevuto il divieto dalla Raffineria. L’azienda petrolifera considerava infatti l’atto estremamente pericoloso.

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Un giovane spericolato

Prodam, l’anno dopo, ebbe maggior fortuna e riuscì a preparare tutto (e a ottenere i necessari permessi) per la sua grande impresa. Non aveva alcuna pretesa. Voleva farlo per sé stesso, forse per togliersi uno sfizio, per scoprire fino a dove potesse spingersi. Spericolato com’era, non ambiva certo alla gloria, né tantomeno alla fama, e chissà quanto si sorprese la mattina del suo volo, nel vedere tanta gente giunta in zona per incitarlo e applaudirlo. Fu un giorno memorabile per Fiume, di cui scrissero tutti i giornali locali dell’epoca, ma non passò senza qualche iniziale difficoltà. Il monoplano di Guido Prodam fece le bizze e per due volte non riuscì a decollare come si deve. Al secondo tentativo l’aviatore rischiò addirittura di schiantarsi contro un deposito di mattoni dinanzi al vicino impianto per la produzione di asfalto. La terza manovra andò bene e Prodam riuscì finalmente a ergersi in volo raggiungendo i cento metri d’altezza e una velocità media di 90 chilometri all’ora. Il coraggioso giovane attraversò per due volte la rotta Fiume-Laurana, tra l’entusiasmo dei presenti, che non lo abbandonarono nemmeno per un attimo e accompagnarono il suo volo con grida d’incitamento e applausi a non finire. Al suo atterraggio fu accolto da vero eroe con tanto di felicitazioni ufficiali da parte delle autorità. Sceso dal suo valente monoplano, Guido Prodam fu trasportato a braccia dal pubblico fino all’hangar provvisorio costruito per le necessità dell’evento. L’allegra cerimonia proseguì fino a tarda sera e al pilota fu fatta gran festa.Cinque mesi dopo, Prodam ripeté la sua impresa scegliendo il pomeriggio del 17 maggio 1912 per volare nuovamente sopra il cielo di Fiume. Quel giorno, tra il foltissimo pubblico, c’era anche suo padre ottantenne, giunto per sostenerlo. Fu un avvenimento ancora più emozionante, anche perché finì nella maniera più improbabile con Prodam che si vide costretto ad atterrare prima del dovuto a causa del forte vento che aveva iniziato a soffiare mentre lui stava ancora volando. Quel giorno, in effetti, soffiava già dalla mattina, ma il trentenne aveva deciso di decollare lo stesso, sfruttando un momento in cui il vento si era un po’ calmato, appunto tra le ore 16 e le 17. Raggiunto il cielo di Laurana, capì di rischiare grosso dopo che alcune raffiche avevano più volte fatto sbandare pericolosamente il suo aereo. Virò verso il mare – non c’erano alternative se non quella – tentando di effettuare un ammaraggio quanto più morbido, ma andò a sbattere lo stesso con violenza contro la superficie marina riportando ferite al volto. Sopravvisse, a differenza del suo monoplano, che affondò. Prodam raggiunse a nuoto il porticciolo lauranese, dove venne recuperato da una torpediniera che lo trasportò fino a Fiume. Il suo aereo, che all’epoca costava sulle 12mila corone, venne estratto dal fondale quello stesso giorno. Quando la folla vide l’aviatore tornare sano e salvo, seppur coperto di abrasioni, esultò a non finire. Suo padre pianse. Guido Prodam aveva rischiato la vita, ma ce l’aveva fatta. Negli occhi dei fiumani, ma non solo, era un eroe assoluto.

Modello per altri

La location da lui scelta, ovvero il Porto petrolifero della vecchia Fiume, divenne in seguito teatro di vari altri tentativi di volo. Fu da lì che già nel settembre del 1912, il pilota russo Slaworossov si erse in volo con il suo monoplano Bleriot. Ebbe anch’egli successo, ma l’impresa di Prodam fu indimenticabile ed entrò di diritto nella storia.

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