LA CITTÀ NASCOSTA Cantrida e Volosca: ambiti inconsueti fatti di porticcioli, pescatori e casematte

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LA CITTÀ NASCOSTA Cantrida e Volosca: ambiti inconsueti fatti di porticcioli, pescatori e casematte
Il bunker nel porticciolo di Cantrida. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Prima di cambiare nuovamente rotta, alla scoperta di altre casematte nella parte meridionale del capoluogo quarnerino, seppure non provvisti di molte informazioni e linee guida, decidiamo di fare un ultimo sopralluogo in quella occidentale e, nello specifico, nelle zone di Cantrida e Volosca. Anche stavolta, come in tutti i percorsi affrontati finora, ci affidiamo all’immancabile collega Igor Kramarsich il quale, per prima cosa, ci sollecita a fare una capatina in uno dei più pittoreschi porticcioli della costa quarnerina, sin dai tempi antichi sinonimo del succitato rione, noto come Portić. Dallo stile squisitamente mediterraneo, lo stesso un tempo rappresentava un luogo di ristoro per quasi tutti gli abitanti della contrada e per quelli del vicino Zamet, mentre oggi è il luogo perfetto per piacevoli momenti di relax, sia per coloro che vi hanno un posto barca, che per quelli che si fermano a fare un giretto e prendersi un caffè nel baretto “centrale”. Appoggiati alla ringhiera che accompagna il lungomare, soffermiamo gli sguardi sulle dondolanti barche fittamente allineate e ascoltiamo l’eterno mormorio dei pescatori, riunitisi nell’iconico caffè per raccontarsi le solite storie. In quel salotto a cielo aperto naturale, reso ancor più suggestivo dal fascino tipico delle architetture locali e da una vista davvero unica, che coinvolge lo specchio acqueo dai mille riflessi, sembra che il tempo si sia fermato. Nel delizioso quadretto le baracche circostanti non stonano e, anzi, donano quel tocco romantico dei paesini di una volta, ormai andato quasi perso.

A un certo punto Igor ci indica una leggera infossatura nella parete rocciosa che divide i giardini e le villette sovrastanti dalla riva. Notiamo che è caratterizzata da un ingresso costituito da tre vetrate contenute da telai bianchissimi e, il primo pensiero, ricade su qualche esercizio commerciale, forse un negozio di souvenir o di attrezzatura da pesca. A darci torto sono le due importanti sporgenze cilindriche in cemento site a destra e a sinistra dello stesso, come pure quella sopra l’entrata, le quali riportano senza alcun dubbio alle architetture di difesa del Secondo conflitto mondiale.Trattasi, infatti, di un bunker con deposito munizioni su entrambi i lati, edificato dai tedeschi verso la fine del 1943 o all’inizio del 1944. La struttura, se non per la curiosità che suscita, s’amalgama perfettamente con il paesaggio circostante e le dona un certo non so che di nostalgico e vissuto, come spesso accade passeggiando per il capoluogo quarnerino. Se ne sta lì, solitaria e indisturbata, ma sempre attenta della vita che le scorre intorno.

La casamatta di villa Lenac.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

La casamatta di villa Bunker
La nostra seconda tappa è Volosca, un altro luogo dai mille fascini, in cui s’alternano momenti di scene marinaresche fatte di reti rammendate, odore di barche verniciate, pesce di giornata e occhi antichi e profondi dei pescatori che, dietro alle persiane o in riva al mare, guardano e vivono di e per il mare, a quelle di ridenti coppie che teneramente si tengono per mano o di scoppiettanti famiglie che si cercano e rincorrono. Il tutto è intriso delle tipiche atmosfere dei posti di mare, di una miriade di lingue che s’intrecciano e si confondono, delle luci dei ristoranti i cui profumi fanno venire l’acquolina in bocca e della sensazione di chissà quali vite dentro alle lussuose e stupefacenti ville che sbocciano qua e là. Fermi sul molo ne ammiriamo una, forse la più bella, sita dall’altra parte dello stesso. È villa Lenac o villa Bunker, ex residenza del generale Mirko Lenac, figlio del noto ufficiale partigiano fiumano Viktor il quale, con la propria famiglia e con quella dei Ćošić, ci ha vissuto fino al 2009, quando l’hanno venduta a degli investitori russi, che l’hanno fatta restaurare da capo a piedi. Successivamente, nel 2022, la proprietà è stata acquistata da un generale in quiescenza, Ivan Čermak. La signorile abitazione, oltre a essere munita di tutti i comfort, vanta quasi 4.500 metri quadri di aree verdi e giardini fioriti, di cui una parte, tuffata nella pineta, tramite una lunga scalinata, raggiunge il mare e vanta un molo, una spiaggia e…un bunker privati. Eh, sì, perché quella che ci fa vedere il collega Kramarsich è proprio una vera e propria casamatta, dalle connotazioni e dalla storia uguale all’altra, vista a Cantrida. La stessa, però, in quanto proprietà privata, non è raggiungibile se non via mare. La guardiamo da lontano, mettendo a fuoco l’obiettivo e, anche se non c’è nessuno, la sensazione è strana, quasi di rubare o invadere la privacy altrui. Così ce ne andiamo, come sempre ricchi di nuovo stupore.

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