Il teatro a servizio della didattica

L’asilo Rin Tin Tin ha ospitato ieri l’Appuntamento con la fantasia con protagonista Petra Blašković

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Il teatro a servizio della didattica
La magia che nasce da un foglio di giornale grazie a Petra Blašković (a destra). Foto: Arletta Fonio Grubiša

Nel mondo dei bambini non si entra senza la chiave della fantasia. E Petra Blašković lo sa: occhio ai cerchi della magia che l’attrice, regista e pedagoga teatrale ha disegnato nei soggiorni prescolari una volta aperte le porte delle Scuole d’infanzia della Comunità nazionale italiana. Il trucco c’è e si vede. Nessuno protesta nel venire condotto, completamente ignaro, attraverso un percorso di crescita psico-fisica, personale, linguistico-culturale e relazionale che se fosse imposto da regole istituzionali e con rigorosità didattica sortirebbe un gran disappunto nell’animo ribelle e sbarazzino di ciascun bambino. La formula del Teatro-educazione importato nell’ambito dell’Appuntamento con la fantasia, attraverso i laboratori di Petra Blašković, ha funzionato eccome raggiungendo i traguardi perseguiti dal Settore istituzioni prescolari, scolastiche e universitarie della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana. Il lavoro sulla comunicazione linguistica, sullo sviluppo della creatività del bambino e delle educatrici stesse attraverso il teatro è “soltanto” l’aspetto serio che si nasconde dietro a una grande operazione di apprendimento ludico. Mente, lingua, corpo, testa salgono sul palcoscenico per creare simbiosi tra nomi, movimenti, gesti e suoni. E questo non è che l’inizio, prima di aprire una valigia d’altri tempi con dentro uno straordinario amico: un doppio foglio di giornale non stampato. Gran delusione per la generation di X-box e playstation 4, 5 o chissà quale altra produzione. Ma l’apparenza inganna e la smentita arriva immediata dopo una serie di metamorfosi, generate dalla complicità tra spirito d’inventiva e manualità. Palle, farfalle, lampi tuoni, pioggia, ciuffetti, fiammelle, gonne hawaiane, code di cavallo, meduse, alghe, pon pon finiscono per produrre una messa in scena finale di tanti piccoli, divertiti personaggi teatrali, ignari di essere tali.

Il magico mondo dei bambini
La prima tournée autunnale della fantasia teatrale nell’Istria meridionale, ha fatto tappa agli asili di Gallesano, Fasana, Dignano, Valle, Rovigno, Parenzo e ieri al Rin Tin Tin di Pola (sezioni della sede centrale e Delfini presso la SEI Martinuzzi). Qual è l’impressione a fine ciclo? “L’impressione è che – risponde l’attrice – questo laboratorio anche se creato 25 anni fa per l’attività didattica svolta nelle scuole d’Italia, di teatro applicato all’apprendimento alla conoscenza della lingua, sortisce effetto. È sempre magico vedere nei bambini di allora e di oggi, che quell’aspetto della fantasia e del volere inventare resta un bisogno sempre attuale. Oggi ancora di più, quando sono tanto legati agli schermi e agli stimoli immediati e predefiniti. Chiara è la delusione di alcuni bambini nel vedere soltanto un foglio di carta e mi piace vederli ricredere, dimenticare l’oggetto vissuto con sensazione dispregiativa, ora diventato amico magico con lo stesso entusiasmo dei bambini di una volta anche oggi quando è presente questa tecnologia”.

Si parla poco l’italiano
Abbiamo notato pure tanta cura della dizione italiana… “I bambini, oggi, parlano l’italiano troppo poco. Non lo usano perché siamo circondati dal croato a cui ci adattiamo sempre. In questo tipo di attività ludiche, dove non si rendono conto di imparare, la parola diventa una parola magica, la dobbiamo dire, ripetere correttamente, altrimenti non si innesca il tanto ambito desiderio di generare l’incantesimo. L’approccio ludico serve per propinare quei contenuti che molto spesso sono noiosi. Il gioco con la parola, la coordinazione motoria, il rispetto del compagno, la capacità d’ascolto, l’avere pazienza è questo che va proposto ai bambini di oggi resi impazienti da un mondo che gira troppo velocemente. Per ottenere un’ora di attenzione devo adottare i miei trucchi di mestiere, affinché loro giochino con la lingua, con la fantasia, con le parole, con il rispetto reciproco le dinamiche di gruppo. Qui è il teatro a servizio della didattica, della crescita e della lingua”.

Teatro è comunicazione
Che cosa vuol dire per un’affermata attrice di teatro catapultarsi con i bimbi piccoli? “L’ho fatto per tanti anni in Italia. Fare solo l’attrice è molto impegnativo, ma io ho sempre avuto bisogno di estendere la mia vita artistica, riflettere sulla vita umana da più punti di vista artistici. È bello avere il privilegio di fare anche regia e di ritornare con i bambini per vedere se sono ancora in grado di comunicare con loro. Perché teatro è comunicazione, il bambino azzera e cura l’ego di un attore se non si propone a dovere. Con loro devi fare ogni volta lo sforzo per rimetterti in discussione e in gioco, magari con formule che prima avevano funzionato e che adesso non funzionano, serve flessibilità. L’attività didattica è una specie di ‘reset’, che mi fa trovare molta soddisfazione nell’esclusiva di toccare il mondo di ogni bambino con cuore e sensibilità aperta per cogliere la sua vita, le sue paure e problemi, per intuire e capire chi ho davanti al fine di ‘aggiustare’ la maniera di comunicare. E poi, la didattica con cui io vado a far innamorare i bambini di un gioco con la fantasia è un piccolo semino che cerca di far nascere gli amanti del teatro del domani”.

I bimbi hanno partecipato con grande attenzione al workshop.
Foto: Arletta Fonio Grubiša

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