L’aeroporto di Altura stenta a decollare

L’anno in corso dovrebbe chiudere con il transito di 416.795 passeggeri, mentre quattro anni fa si è toccata quota 771.210. Il periodo giugno-settembre ha fatto registrare l’80 per cento del traffico annuo

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L’aeroporto di Altura stenta a decollare
Un aereo atterra alll’aeroporto di Pola Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

Dicembre è certamente il momento di tirare le somme su quanto fatto e magari di azzardare qualche (buon) proposito per il futuro. Ha tirato le somme anche l’Aeroporto polese, del cui stato di salute si tratterà alla prossima seduta dell’Assemblea regionale. In breve, bene bene l’impianto non sta; per svariati motivi. Ma vediamo l’auto-analisi che l’aeroscalo ha inviato alla Regione.

L’attività dell’Aeroporto è legata principalmente al settore turistico e, proprio come il settore, ha sofferto a causa del Covid: la pandemia ha ridotto il traffico aereo in penisola al solo 10 p.c. di quello che era stato registrato nel 2019, ormai preso un po’ dappertutto come anno record e quindi da confronto o, se si preferisce, da spartiacque tra “prima” e “poi”. Si sarebbe potuto sperare in una ripresa, ma è speranza durata poco: nel 2022 il traffico aereo ha subito un’altra batosta con lo scoppio della guerra in Ucraina e le conseguenti restrizioni decretate nei confronti della Russia; in primo luogo la cancellazione di voli diretti. Per capire quanta sia stata la… sofferenza gestionale, basti il dato che il mercato russo e ucraino garantivano il 25 p.c. del traffico totale. Naturalmente, non ci sono speranze per un’inversione di tendenza nel medio termine. Attualmente, il transito (partenze e arrivi) registrato corrisponde ai parametri del 2016.

Il transito anno per anno
Il 2023 dovrebbe chiudere con il transito di 416.795 passeggeri. Per novembre e dicembre è stato previsto un transito di 1.500 passeggeri al mese; i dati relativi agli altri mesi sono certificati. Gennaio ha fatto registrare il transito di 1.379 passeggeri, febbraio di 1.048, marzo di 2.398, aprile di 13.924, maggio di 33.032, giugno di 65.641, luglio di 108.453, agosto di 102.241, settembre di 67.572 e ottobre di 18.107 passeggeri. Il 2016 al quale siamo… scivolati aveva fatto registrare in tutto 427.753 persone in transito (quindi si è anche leggermente sotto i parametri di sette anni fa). Il 2019, anno che il settore turistico ha sottolineato e preso quale unità di misura per le stagioni successive, ha visto transitare per l’aeroscalo polese 771.210 passeggeri. Dal 2016 ad oggi risultato irraggiungibile: del 2016 abbiamo detto, nel 2017 il transito si è fermato a 587.349 passeggeri, nel 2018 a 709.176; nel 2020 a 81.918; nel 2021 a 267.139; nel 2022 a 387.297 e nel 2023 a 416.795. Dati alla mano, se il 2019 è l’anno da emulare, il 2020 è in assoluto quello da dimenticare, con un transito minimo che più minimo non si potrebbe proprio. Salvo smantellare la pista e azzerare tutto. Per dire dell’anoressia del traffico aereo, basti il dato che nel mese di aprile del 2020, per l’aeroporto polese è transitato un unico passeggero. Comprensibilmente, è nel periodo giugno-settembre che il transito risulta essere il più corposo, corrispondente all’80 p.c. di quello annuo. Guardando all’anno in corso, giugno ha registrato 65.641 persone in transito, luglio 108.453, agosto 102.241 e settembre 67.572. Il mese più magro di quest’anno è stato febbraio, con 1.048 persone in transito. Come detto, i numeri di novembre e dicembre sono semplici proiezioni. Il mese record del periodo 2016-2023, luglio del 2019, che ha fatto transitare per l’aeroporto polese 186.159 persone.

Una concorrenza seria
Nel corso degli anni è cambiata la struttura degli aviotrasportatori, che ha visto una crescente presenza di compagnie low cost (Ryanair, Easyjet, Eurowings e altri). Se, da una parte, ci sono state agevolazioni per i passeggeri, con la possibilità di raggiungere un numero crescente di destinazioni a un costo a portata di tasca, dall’altra, questa preponderante presenza di compagnie low-cost le ha messe in una sorta di botte di ferro nei confronti dell’Aeroporto in materia di trattative. E ancora, fanno notare dall’Aeroporto, l’impianto polese ha una seria concorrenza negli altri aeroscali, quali Zagabria, Venezia, Lubiana, Fiume, Trieste, che spesso condividono lo stesso bacino e mercato. Ma, aggiungiamo noi, questa non è certo una novità. Altro dato di fatto, che certamente incide sull’attività: l’Istria è una destinazione preponderatamente automobilistica se si guarda ai principali mercati emissivi (Germania, Austria, Svizzera e Italia).

Trattative con nuove compagnie
Come sarà il domani? Si è in trattative con nuove compagnie (Wizzair, Pegasus, Turkish, ad esempio), ma manca il tempo per realizzare nuove tratte e si sta dialogando per far ritornare qualcuno (Volote, Swiss): difficile dire come andrà. Per arrivare a nuove tratte servono in media 3-4 anni di trattative, si è invece estremamente veloci nel perderle (bastano 3-4 settimane). All’Aeroporto si guarda anche a investimenti per portare la pista a 3.200 metri, il che consentirebbe di accogliere anche aerei più grandi e al solito, come fa il settore turistico quasi a memoria d’uomo, si vorrebbe dilatare l’alta stagione. Sarà che dicembre mette addosso un po’ di stanchezza e di malinconia, ma, in genere, ci sembra che non siano propriamente rose.


In luglio e agosto sono stati registrati oltre 100.000 passeggeri.
Foto: Sasa Miljevic/PIXSELL

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