Furio Radin. Un’intervista a tutto tondo

Il deputato al seggio specifico della CNI e vicepresidente del Sabor croato ha chiacchierato a lungo con gli alunni dell’elementare italiana «Belvedere» in occasione delle celebrazioni del 75º anniversario della fondazione

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Furio Radin. Un’intervista a tutto tondo
L’incontro di Furio Radin con la scolaresca. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

“Sono estremamente onorato di essere stato invitato a questo incontro con i ragazzi – ha esordito Furio Radin, deputato al seggio specifico della CNI e vicepresidente del Sabor, in veste di ospite alla SEI “Belvedere” – siamo una delle minoranze più piccole, ma in compenso la meglio organizzata con una verticale educativo-istruttiva di qualità. Per questo motivo mi fa piacere partecipare a uno dei tanti incontri organizzati dal corpo docenti e dagli stessi alunni per il 75º anniversario della fondazione dell’istituto scolastico. E poi mi fa piacere che la scuola celebri più anni di quanti ne ho io”.

Non si è trattato di un incontro conviviale, ma di un’intervista a tutto tondo con il deputato fatta di domande, talune anche molto impegnative, ideate e poste dagli stessi interessati, gli allievi che formano il Consiglio degli alunni dalla seconda all’ottava classe di tutte le sezioni, per cui che le interpellanze sono state rivolte sia in italiano che in croato.

Domande pertinenti e impegnative
L’ospite ha voluto sottolineare il rapporto che lo lega al direttore della scuola, Denis Stefan, che ha espressamente voluto quest’incontro. “Siamo colleghi di studi, io nel campo della psicologia sociale e Denis in quello della neuropsicologia e siamo stati pure ‘rivali’ in una delle campagne elettorali per il seggio specifico. Rivali sì, ma non nemici, anzi curiamo un’amicizia fatta di rispetto e gli auguro di rimanere ancora attivo nei prossimi 75 anni”, ha detto Furio Radin complimentandosi per l’approccio innovativo scelto per i festeggiamenti dell’istituzione.
Il gruppo di alunni, di cui facevano parte pure quelli del gruppo scenico letterario, si è trovato subito a proprio agio con un interlocutore così aperto, tanto da riuscire a estrapolare con ‘l’interrogazione’ pure episodi sconosciuti ai più della vita e del percorso professionale del più longevo deputato al Sabor.
A porre le domande sono stati Mauro, Jan Luka, Maria Rita, Loris, Mia, Antonio, Jakov, Petra, e i ragazzi del gruppo scenico letterario Marta, Noemi, Leon e Fran.
A tastare… il terreno sono stati dapprima i più giovani con la domanda dove ha frequentato le scuole e se gli piace fare dello sport. “Sono nato e vissuto a Pola e ho frequentato la scuola italiana locale, poi il mio percorso ha preso un’altra piega e sono andato a studiare a Zagabria. Per quanto riguarda lo sport, mi piaceva correre ma negli ultimi anni ho dovuto desistere”.
Rimanendo nell’universo scolastico la seguente domanda ha toccato le materie preferite. “Una domanda davvero difficile. Da sempre mi piaceva leggere, soprattutto in italiano, giornali, fumetti e tantissimi libri, tanto che posso affermare che mi piaceva la lingua e letteratura italiana”.
Agli alunni interessava in modo particolare la provenienza del suo nome. “Il mio nome è stato scelto dalla mia mamma, sicuramente tratto da un romanzo, ma è di stampo antico, precisamente trae origine da una gens, i Furius, dell’Impero Romano. Per gli allievi delle sezioni croate dirò che il mio nome viene tradotto in Srđan”.
Da quanti anni è deputato e uno spaccato di una giornata tipica di lavoro, sono state le seguenti domande che gli alunni hanno posto all’Onorevole. “Sono stato eletto 30 anni fa e rappresento tutta la Comunità Nazionale Italiana. Siccome ricopro pure la carica di vicepresidente del Sabor, durante il periodo degli incontri in aula spesso sostituisco il presidente e questo non mi permette di occuparmi di affari più importanti. Ma in politica ci si deve mettere d’accordo, qualche volta litigare, ma mai insultare.
Una domanda pertinente è stata quella sul motivo per il quale ha iniziato a fare politica.
“Negli anni Novanta dello scorso secolo sono cambiate tante cose. Io lavoravo a Zagabria e mi occupavo un po’ di politica. Un gruppo di nostri connazionali mi ha chiesto di farmi avanti per curare i nostri interessi ed eccomi ancora qua”.
Tra le tante domande poste a Furio Radin, una ha riguardato il modo in cui vengono approvate le leggi. “C’è un iter ben preciso e delle regole molto chiare. Dapprima arrivano le proposte, poi la lettura della bozza, di seguito vengono effettuati gli accorgimenti e dopo si procede, in un primo luogo, con gli emendamenti e poi con le leggi. Pure le votazioni sono diverse da legge a legge. Per talune ci vuole la maggioranza in assoluto, per altre soltanto quella dei presenti in sala”.

L’autoctonia fiumana
Arrivando a livello locale, al deputato è stato chiesto che cosa è riuscito a fare per i diritti dei connazionali. “Ci sarebbe ancora tanto da fare, ma a livello cittadino decidono le autorità locali. Anni addietro, quando il sindaco era Slavko Linić, dopo accese discussioni, quest’ultimo su mia insistenza, ha accettato di inserire nello Statuto l’autoctonia per i cittadini di madrelingua italiana. Poi è stata la volta del seggio specifico nel Consiglio cittadino. A livello nazionale sono riuscito, con un emendamento, a ripristinare in una parte dell’Istria il bilinguismo attivo”.
Ai ragazzi interessava se il deputato viaggia per lavoro. “In passato l’ho fatto tanto, poi con la pandemia molto meno. Attualmente i viaggi di servizio sono stati ripristinati. L’ultimo ha riguardato una trasferta in Cile, dove ho incontrato per motivi di lavoro il presidente e il vicepresidente del Parlamento cileno. Ho incontrato pure i rappresentanti dei discepoli della comunità croata che rappresentano l’1,3 per cento della popolazione, molto attivi a livello politico e industriale”.

Implementare l’educazione civica
Di seguito è stato trattato il tema della scuola a tempo pieno e a Radin è stato chiesto se sia favorevole all’introduzione dell’educazione civica quale materia nelle scuole elementari. “Per quanto riguarda la scuola a tempo pieno, questo dilemma lo lascio a chi si occupa con cognizione di causa. Per effettuare una riforma di questa grandezza avremmo bisogno di più insegnati, più professori, più personale e strutture adeguate. Ai miei tempi eravamo più autonomi e dovevamo arrangiarci da soli nello studio. I nostri genitori venivano a scuola solo alle riunioni obbligatorie e non incolpavano gli insegnanti dei brutti voti. La colpa era nostra, dovevamo impegnarci di più.
Per quanto riguarda questa nuova materia, sono del parere che si dovrebbe assolutamente introdurre nelle scuole, ma come educazione civica e di democrazia per apprendere già in giovane età i propri diritti, ma pure i doveri dei cittadini”.
Le domande più “semplici” hanno toccato le letture preferite e un episodio rimasto impresso nella memoria. “Siccome mi piace leggere, metterei in evidenza ‘Il piccolo principe’, le opere di Fedor Dostoevskij e ‘Il buon soldato Švejk’, che ho letto due volte, in età giovanile e poi in quella adulta. Per quanto riguarda l’episodio che mi è rimasto più impresso devo ritornare alla mia giovinezza, quando al termine dell’ottava classe avevo affermato ‘adesso cambia tutto’ conscio dell’inizio di un nuovo percorso”.
“Per chi tifa?” è stata l’ultima domanda all’On. Furio Radin. “Per quattro anni di studio mi sono occupato di tifoseria e mi sono stufato di tifare. In passato mi piaceva la squadra del Milan, ma sono rimasto legato al Napoli” ha concluso il deputato.

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