Fiume. Una mano amica tesa verso migranti e rifugiati

Celebrata la Giornata mondiale dei profughi. Presenti i rappresentanti dell’Arcidiocesi, della Comunità islamica e della Caritas

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Fiume. Una mano amica tesa verso migranti e rifugiati
Mons. Mate Uzinić al punto d’accoglienza. Foto: RONI BRMALJ

Nel punto transitorio d’accoglienza dei migranti è stata ricordata ieri la Giornata mondiale dei profughi (World Refugee Day), indetta dalle Nazioni Unite per commemorare l’approvazione nel 1951 della Convenzione relativa allo statuto dei rifugiati da parte dell’Assemblea generale e che venne celebrata per la prima volta il 20 giugno 2001. Da allora tanta acqua è passata sotto i ponti, ma nulla è cambiato. La politica globale non va a favore della crisi migratoria e sono tantissime le persone che fuggono da regimi totalitari per la fame o per catastrofi naturali e artificiali. Nel lungo viaggio fatto di pericoli a di morte, si portano appresso la speranza di una vita semplice, onesta, migliore.

Nell’area a ridosso della stazione ferroviaria di Fiume la Giornata è stata onorata dalla Caritas dell’Arcidiocesi di Fiume, a cui si sono uniti il Centro islamico, il Servizio nazionale gesuita per i rifugiati, un gruppo di profughi ucraini e i migranti presenti in loco. Presenti pure l’arcivescovo di Fiume, monsignor Mate Uzinić e l’imam fiumano Hidajet effendi Hasanović.
Per l’occasione il coro di rifugiati ucraini, che opera presso la Caritas, ha eseguito due canti tradizionali della loro terra. “Siamo grati alla Croazia, alle genti di questa Regione di averci accolto senza riserve, dandoci il benvenuto e risollevandoci dagli orrori della guerra che sta imperversando nel nostro Paese. Siamo lontano dalle nostre case ma ci sentiamo a casa”, ha dichiarato Tajsija Prinmz, rifugiata dall’Ucraina.
Il tema della Giornata di quest’anno è “La speranza lontano da casa”, con cui si desidera offrire un po’ di conforto e prospettive migliori a tutti gli emigrati. “Il punto di raccolta nasce da un’iniziativa di un gruppo di persone per offrire un minimo di sostegno alle decine di emigrati che sostavano attorno la stazione ferroviaria in condizioni pietose. La collaborazione con la Città di Fiume e il Centro islamico ha fatto il resto – ha dichiarato monsignor Uzinić –. Ancora una volta i fiumani hanno dimostrato generosità, solidarietà, empatia e desiderio di aiutare il prossimo. Tutti noi siamo persone e abbiamo il diritto di venire trattati con umanità. A gestire il punto di transito è l’organizzazione umanitaria della Caritas che si avvale dell’esperienza del Servizio nazionale gesuita per i rifugiati e del Centro islamico per quanto riguarda i pasti. Una sinergia e collaborazione che dimostra che il dialogo ecumenico è sempre presente”.
Di seguito l’arcivescovo si è soffermato sul difficile cammino dell’emigrato. “Spesso la persona lascia i propri cari, il proprio Paese per sopravvivere a un regime dispotico, oppure per povertà. Un viaggio fatto di mille difficoltà, come lo è stato quello del barcone nelle acque della Grecia. Una tragedia immane che ha portato via 79 vite umane mentre oltre 200 fuggiaschi sono stati dichiarati dispersi. I dati statistici dicono che negli ultime anni 26mila persone sono morte in questi viaggi cercando una vita migliore, ma il loro numero è sicuramente maggiore. Porgendo un poco di conforto, un pezzo di pane, un gesto amico, dimostriamo che possono fidarsi di noi, che li accogliamo perché sono esseri umani, bisognosi di aiuto”.
L’imam Hasanović ha voluto ringraziare l’Arcidiocesi per tutto il lavoro svolto fino ad ora. “I fiumani hanno dimostrato uno spirito caritativo verso queste persone che provengono da Paesi lontani, diversi per colore di pelle, credo religioso e lingua, ma sempre persone”.
Fino all’anno scorso il numero di individui costretti alla fuga a causa di guerre, persecuzioni, violenza e violazioni dei diritti umani è salito a livelli record di 108,4 milioni, con un aumento senza precedenti di 19,1 milioni rispetto all’anno precedente. L’instabilità in Sudan e in Afghanistan ha fatto lievitare il numero delle persone provenienti da quelle aree geografiche, ma è senza dubbio la guerra in Ucraina a far registrare il balzo più ingente: Il numero di rifugiati dall’Ucraina è salito da 27.300 alla fine del 2021 a 5,7 milioni alla fine del 2022, costituendo così il più rapido esodo di rifugiati al mondo dalla Seconda guerra mondiale.

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