Fiume. In via Zvonimir si tornerà a scavare. Posa del collettore tra un anno e mezzo

Non solo per la D403. Anche per via Adamich le cose vanno per le lunghe con un altro rinvio...

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Fiume. In via Zvonimir si tornerà a scavare. Posa del collettore tra un anno e mezzo
La strada D403 è stata inaugurata di recente, ma in via Zvonimir si tornerà a scavare. Foto: Roni Brmalj

Da due settimane il traffico lungo via Zvonimir si svolge senza limitazioni, senza i “new jersey” spartitraffico e con la possibilità di accedere alla nuova arteria inaugurata il 18 ottobre dal premier Andrej Plenković, la D403. In contemporanea con i lavori alla carreggiata, tra il parco Ponsal e il distributore in Mlaka, era prevista la posa del collettore, un modo per contenere i costi e ridurre i tempi di realizzazione. Qui si sono incontrati, o scontrati, due grandi progetti finanziati dai fondi dell’Unione europea. Uno è quello della D403, statale costruita principalmente per le esigenze del terminal container che viene costruito in Molo Zagabria, l’altro fa parte di quello dell’Agglomerazione di Fiume con il programma di miglioramento del sistema di smaltimento delle acque reflue.

La burocrazia, a volte, fa brutti scherzi…
Foto: Roni Brmalj

Nuovo cantiere non prima del 2025
Via Zvonimir è stata riasfaltata, ma il segmento del nuovo collettore, circa 320 metri, non è stato posato. Occorrerà pertanto tornare lì, riaprire il cantiere per mettervi le condutture. Quando? Lo abbiamo chiesto al direttore della municipalizzata ViK, l’azienda investitrice, Andrej Marochini il quale, comprensibilmente, non ne parla volentieri: “Il progetto dell’Agglomerazione avanza in varie località e direzioni, ma qui in via Zvonimir non si tornerà a scavare in tempi brevi. Per ben che vada, ne riparleremo tra un anno e mezzo”.
L’altra azienda investitrice, la “Hrvatske ceste”, era legata ad altre tempistiche e vincolata dalle scadenze dettate dall’Unione europea, motivo per il quale non ha potuto aspettare che si risolvesse il “caso” che era venuto a crearsi tra la ViK e l’impresa appaltatrice albanese “Gener 2”. Alla gara internazionale, l’impresa di Tirana si era aggiudicata appalti per un valore complessivo di 27,3 milioni di euro, mentre per il segmento di collettore a cui facciamo riferimento erano previsti 1,8 milioni. Il motivo per cui le operazioni sono state sospese è di natura amministrativa, di certificazioni date o non date in tempo, di autorizzazioni negate e altro, con epilogo in tribunale. Alla fine, hanno dato ragione all’azienda albanese, mentre la ViK, oltre a non avere potuto eseguire dei lavori pianificati, ha dovuto sostenere le spese giudiziarie per un totale di 9.115 euro. Se tutto fosse andato secondo i piani, si sarebbero risparmiati 45.000 circa, quelli necessari per asfaltare la strada. Non è una spesa aggiuntiva, in quanto la posa del collettore prevede anche il rifacimento del manto stradale, ma qualcosa si sarebbe potuto risparmiare. Ciò che non ci verrà risparmiato, inoltre, saranno altre settimane o mesi di scavi in via Zvonimir, come se non bastassero tutti gli altri cantieri aperti in città. Questa volta, senza andare ad attribuire delle responsabilità dirette, è colpa della burocrazia con i suoi ragionamenti che noi, comuni mortali, abbiamo difficoltà a comprendere.

In questo caso lo slittamento è dovuto a incidenti di… percorso.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Via Adamich, con calma…
Per quanto riguarda il centro città, il cantiere più importante e complesso è quello che interessa e interesserà il tratto tra la mensa studentesca “Index” e l’inizio di via Adamich, dalle parti di Palazzo Modello. Per consentire la posa del collettore era stata annunciata la chiusura della stessa per un anno e mezzo circa. La chiusura era prevista nel mese di ottobre, ma l’operazione è slittata a causa degli imprevisti incontrati in Žabica, dove le macchine edili hanno “inciampato”, trovando degli scogli dove si pensava di trovare il terrapieno. Dal Corso a via Krešimir è tutto terrapieno, o quasi, superficie che fu tolta al mare per consentire lo sviluppo della città. Per scavare il mini tunnel a 4-5 metri di profondità, una nuova tecnica per la posa delle tubature sotterranee, mai usato prima dalle nostre parti, ci vorrà più tempo del previsto. “Purtroppo, non abbiamo delle certezze. Operazioni di questo tipo possono incontrare ostacoli imprevisti che hanno come conseguenza il prolungamento dei tempi. Per ora – conclude Marochini –, è certo che via Adamich non la chiuderemo sicuramente nemmeno a novembre”. Anche in questo caso sarà impegnata, assieme alla ViK, l’azienda “Hrvatske ceste” che provvederà al rifacimento completo della via. Questa fase non avrà inizio prima di gennaio 2024…

Via Adamich non verrà chiusa nemmeno a novembre.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

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