Distretti elettorali, Unione del Quarnero e PGS contrari

Vasilić e Boras Mandić bocciano la proposta di legge dell’HDZ

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Distretti elettorali, Unione del Quarnero e PGS contrari
Marko Boras Mandić e Darijo Vasilić. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

PGS e Unione del Quarnero fanno sentire la loro voce, insieme, contro la proposta della legge sulle circoscrizioni elettorali. Il presidente del PGS Darijo Vasilić, sindaco di Veglia da trent’anni, ha commentato le modalità attraverso le quali la struttura politica attualmente al potere in Croazia sta per definire le regole del gioco per le prossime elezioni politiche, in programma nel 2024. Lo ha sostenuto Marko Boras Mandić, presidente dell’Unione del Quarnero e dell’Assemblea regionale, che a sua volta si era espressa con una risoluzione, non vincolante, contro la proposta dell’HDZ e dei partner che costituiscono la maggioranza nel Parlamento croato.

“L’argomento che affrontiamo è d’importanza cruciale per il Paese, per quelli che sono gli standard democratici. Mi trovo d’accordo con le valutazioni degli ‘addetti ai lavori’ sulle questioni giuridiche e costituzionali che si riferiscono alla proposta della Legge per la quale è stato avviato l’iter per la sua approvazione. Il modo con il quale vengono definite le circoscrizioni non deve essere oggetto di ‘ingegneria elettorale’. Con questa proposta si vuole mantenere la situazione attuale in base alla quale, con il 27 per cento dei voti alle elezioni si dispone del 51 per cento dei deputati al Sabor. È evidente che l’attuale assetto non corrisponde a quello amministrativo del Paese, aspetto su cui insiste la Corte costituzionale. Occorre considerare l’aspetto territoriale più del numero di elettori per ciascuna circoscrizione. Oggi ci sono 500mila elettori in più iscritti nelle liste elettorali rispetto a quelli dell’ultimo Censimento. Ciò significa che il voto non ha lo stesso valore in ogni punto della Croazia. Se si seguissero le indicazioni degli esperti e del GONG, si arriverebbe presto alla conclusione che sia più opportuno considerare integralmente le Regioni. Le Regioni possono essere una circoscrizione a sé stante e in questo caso ve ne sarebbero 21, ma si possono anche unire due Regioni con dieci circoscrizioni, oppure, come propone il GONG, unire più Regioni. In quest’ultimo caso assieme alla nostra ci sarebbero quella istriana e quella della Lika e di Segna. Tutti questi modelli sono per noi accettabili. Non possiamo accettare che una Regione si trovi per metà in una e per metà in un’altra circoscrizione oppure che una parte del territorio venga aggregata a una Regione distante 200 chilometri”.

Marko Boras Mandić ha aggiunto: “Sono soprattutto i partiti regionalisti a doversi esprimere su questo punto perché il loro sviluppo, con leggi come questa, viene impedito. Ciò avviene per volontà di una struttura politica con l’approvazione di un’altra opzione politica. Vogliamo sottolineare questo fatto perché la questione delle circoscrizioni è al centro delle discussioni da oltre vent’anni. Chi si trova al potere, vuole restarci. Il potere deriva dalla volontà degli elettori, ma deve essere una volontà democratica. Nel circondario e negli altri Paesi dell’Unione europea non troveremo esempi come il nostro. Non dà onore alla Croazia, che sul piano della politica estera ha raggiunto tutti gli obiettivi che erano stati fissati. Non possiamo permetterci una Legge che consenta di fabbricare i risultati elettorali. Ci sono stati otto anni in cui SDP e partner avrebbero potuto fare qualcosa in questo senso, quando erano al potere, ma non è successo nulla. Pertanto, l’SDP è l’ultimo ad avere diritto a parlare su quest’argomento”.

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