Dalle… note stonate di «Oliver» al ritardo della «Dalmacija»

Contrattempi e imprevisti per gli ultimi due rinforzi in casa «Jadrolinija»

0
Dalle… note stonate di «Oliver» al ritardo della «Dalmacija»
La “Oliver” ormeggiata sulla banchina tra la baia di San Martino e quella di Žurkovo. Foto Ivo Vidotto

C’è tanta Jadrolinija, ultimamente, al cantiere “Viktor Lenac”. Anche troppa, ritengono alcuni, ma non perché il cantiere sito nella baia di San Martino (Martinšćica), sia poco affidabile. Il motivo è, infatti, un altro. Il 9 aprile scorso, infatti, il traghetto “Oliver” (ex “Vela Luka”), uno dei rinforzi della compagnia armatoriale fiumana per l’entrante stagione turistica, avrebbe dovuto lasciare Fiume e dirigersi verso Spalato, dove sarebbe stato accolto come… un re. C’è sempre qualcuno che poi ti rovina la festa e stavolta a farlo sono stati gli ispettori della Capitaneria di porto fiumana le cui “richieste aggiuntive”, come spiegato in modo laconico dalla “Jadrolinija”, hanno costretto la nave a prolungare la sua permanenza al “Lenac”.

Chieste le dimissioni di Sopta

Nel capoluogo dalmata il suo arrivo era stato annunciato in pompa magna, come pure a Vela Luka (Vallegrande), sull’isola di Curzola, il paese che diede i natali al grande Oliver Dragojević, scomparso il 29 luglio di sei anni fa. La direzione della “Jadrolinija” non ha lasciato trapelare nessuna notizia sulle cause di questo “contrattempo”, a parte “alcune carenze che verranno prontamente rimosse”. Nell’ambiente si mormora che la rampa di prua sia troppo alta e che pertanto non potrebbe approdare né a Spalato e tantomeno a Vela Luka e Ubli (Lagosta). Nel caso in cui l’informazione fosse esatta, la “Jadrolinija” si troverebbe a dover affrontare una grana non proprio piccola, dopo averlo acquistato lo scorso anno in Grecia, dove navigava con il nome di “Hermes” dal 2020 al 2023. La “Oliver” (IMO 9168518) era stata costruita nel 1997 presso i cantieri di Usuki, sull’isola di Kyūshū, in Giappone, dove ha prestato servizio per 23 anni con il nome di Ferry Tsurugi prima di venir acquistata dagli ellenici. La nave è lunga 108 e larga 17,5 metri, con un pescaggio di 4,4 metri.

La “Oliver” ormeggiata sulla banchina tra la baia di San Martino e quella di Žurkovo. Foto Ivo Vidotto

Tutte queste “peripezie” hanno messo in subbuglio anche la sezione “Jadrolinija” del Sindacato dei marittimi, che ha chiesto le dimissioni dell’amministratore delegato David Sopta, ritenendolo l’unico responsabile dell’acquisto di “navi vecchie e poco sicure”, aggiungendo poi che Sopta fosse stato dal primo momento consapevole del fatto che la “Oliver” non sarebbe stata idonea per la linea Spalato-Vela Luka-Ubli. In una lettera inviata all’Assemblea e al Consiglio di vigilanza della “Jadrolinija”, i sindacalisti sostengono che David Sopta fosse stato messo a conoscenza di tutti i problemi relativi alla “Oliver”, cosa poi confermata dagli ispettori della Capitaneria di porto. “Sono ormai quattro mesi che il traghetto si trova al ‘Viktor Lenac’ – afferma il Sindacato – mentre per la linea che avrebbe dovuto coprire ci vuole una nave nuova, come del resto per tante altre…”.

Baia… affollata

Dicevamo, all’inizio, “tanta Jadrolinija al Viktor Lenac”, troppa, se si considera la presenza “stonata” di “Oliver”. Nella baia di San Martino troviamo ancora i traghetti “Petar Hektorović” e “Korčula”, in attesa del “rinforzo” più grande, la nave “Dalmacija”, giunto nel Quarnero nella mattinata odierna. Nel principale bacino di carenaggio del “Viktor Lenac” troviamo il “Petar Hektorović”, per il consueto maquillage stagionale. Costruito nel 1989 presso i cantieri Svendborg Skibsvaerft & Maskinbyggeri, in Danimarca, nelle acque scandinave navigava con il nome Langeland III. La “Jadrolinija” lo ha acquistato nel 1998 e lo ha rinominato “Petar Hektorović”. Acquistato principalmente allo scopo di mantenere la linea tra Spalato e Cittavecchia di Lesina (Stari Grad na Hvaru) – questo il motivo per il quale era stato chiamato con il nome del famoso poeta nativo di Lesina, Petar Hektorović (Pietro Ettoreo) – opera principalmente sulla rotta Spalato-Lissa. È lungo 91,8 e largo 18 metri, con un pescaggio di 3,8 metri. Può sviluppare una velocità massima di 15,5 nodi. Il “Korčula”, invece, è stato costruito nel 2007 in Grecia nei cantieri Kanellos Bros di Atene. Ha una lunghezza complessiva di 101 metri e una larghezza massima di 17 metri.

La “Petar Hektorović” in bacino di carenaggio. Foto Ivo Vidotto

Il lungo viaggio dalla Danimarca

Dulcis in fundo, passiamo all’ultimo arrivo, la “Dalmacija”, del cui acquisto (noleggio) avevamo parlato già agli inizi di febbraio, dando per imminente (fine febbraio-inizio marzo) il suo approdo a Fiume. Invece, per “motivi tecnici e burocratici” la nave è rimasta ormeggiata una quarantina di giorni più del previsto nel porto di Hirtshals, cittadina situata sulla costa occidentale dell’isola di Vendsyssel-Thy all’estremità superiore della penisola dello Jutland, nel nord della Danimarca, da dove è salpata soltanto il 7 aprile alle 10.30 del mattino.

La “Dalmacija” (IMO 9058995) – nomi precedenti: Bergen, Duchess of Scandinavia, Atlantic Traveller, Bergensfjord e Oslofjord – è lunga 134,40 metri fuori tutto, larga 24 m, con un pescaggio di 5,7 m. Ha una stazza lorda di 16.794 t e una portata di 3200 t. L’apparato propulsore è composto da una coppia di motori 8ZA40S Sulzer diesel da 25.662 CV (18.875 kW). La nave è dotata, inoltre, di 2 eliche, 2 eliche di manovra e 2 pinne stabilizzatrici (una su ciascun lato). Può raggiungere una velocità massima di 19 nodi (35,2 km/h).

Lo scafo è stato costruito nel 1993 presso il cantiere navale Bruce Shipyard di Landskrona, in Svezia, dopo di che è stata equipaggiata nei cantieri Fosen Mekaniske Verksteder a Rissa, in Norvegia e poi completamente ristrutturata nel 2014 nei cantieri Lindø a Rauma, in Finlandia. La sua compagnia di navigazione è stata finora la norvegese Fjordline e ha svolto per anni i collegamenti tra Sandefjord in Norvegia e Stromstad in Svezia. Le cabine passeggeri, originariamente presenti sulla nave sono state rimosse durante la ristrutturazione del 2014 per guadagnare spazio per i sedili e migliorare il comfort dei passeggeri. Infatti, fino al 2014 poteva trasportare 882 passeggeri (disponeva di 559 posti letto) e 350 automobili, mentre ora c’è posto per 1.800 passeggeri e 370 automobili.
Ad ogni modo, salvo inconvenienti dell’ultima ora – sempre possibili, ultimamente, quando si tratta della “Jadrolinija” –, la “Dalmacija” dovrebbe entrare oggi nella baia di Martinšćica, dove le maestranze del Viktor Lenac si premureranno di farle indossare quanto prima la livrea bianca della Jadrolinija, che aveva annunciato il suo viaggio inaugurale lunedì 29 aprile. Salperà (dovrebbe salpare) dal porto di Gravosa (Ragusa/Dubrovnik) alla volta di Bari, linea internazionale che dovrebbe mantenere durante tutta la stagione turistica con partenze da Ragusa il lunedì, il mercoledì e il venerdì.

Dopo aver superato Otranto martedì verso le 21.30, ieri mattina alle 8 la nave si trovava esattamente tra le due summenzionate città sulle sponde opposte dell’Adriatico, quasi a voler annunciare il suo prossimo ritorno.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display