Portorose. Testimonianze, storie di vita vissuta

L’Auditorio di Portorose ha ospitato la seconda parte del progetto basato sulle interviste agli anziani connazionali del Piranese

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Portorose. Testimonianze, storie di vita vissuta
Alcuni dei protagonisti del progetto. Foto: Kris Dassena

La storia di un territorio è composta da una moltitudine di storie individuali che, come i pezzi di un puzzle, si incastonano creando un’immagine più ampia, ricca di dettagli che spesso passano inosservati e che possono essere anche tristemente cancellati con un colpo di spugna. Per far riemergere e soprattutto immortalare spaccati di vita quotidiana, tradizioni e usanze di un tempo la CAN di Pirano, assieme alla Comunità degli Italiani “Giuseppe Tartini” e all’Associazione dei giovani della CNI, ha dato vita al progetto intitolato “Testimonianze – Interviste ai nostri anziani”.

Il secondo atto di quest’iniziativa, avviata lo scorso anno, è stato presentato domenica sera all’Auditorio di Portorose, dove i presenti hanno potuto ascoltare aneddoti e ricordi di nove piranesi, che oltre ad aprire le proprie case agli intervistatori hanno aperto anche i propri cuori, lieti di potersi raccontare e di contribuire così ad un progetto di più ampio respiro. Padre dell’iniziativa è Andrea Bartole, presidente della CAN piranese che, come ha spiegato all’evento, ha voluto creare “un archivio digitale contenente la storia e le memorie dei nostri anziani che hanno sempre vissuto in questo territorio, in modo da poter raccontare come era una volta, alla luce di quelle che sono le nostre tradizioni e la nostra identità”. In un filmato della durata di poco più di un’ora sono state condensate le testimonianze di Piero Rotter, Marcello Vesnaver, Lidia Maria Ruzzier Buršič, Giovanni Petronio, Ondina Lusa, Anita Dessardo, Bianca Ruzzier Zudich, Elena Dugan Ferjančič e Giorgio Bruno Smilovich che hanno parlato della propria infanzia e giovinezza, tristemente segnate da sciagure belliche e vicende infelici. Di certo non era tutto rose e fiori, ma come emerso dai loro racconti, la loro umile vita spesa in città e nella campagna piranese, a contatto con la terra e il mare, riservava anche molte soddisfazioni e sprazzi di gioia. Ricordi vivi e nitidi che il tempo a distanza di oltre mezzo secolo non ha scalfito, racconti che non hanno lasciato indifferenti nemmeno gli intervistatori: “Ho potuto avvertire una grande sensibilità. Ci sono dei momenti molto divertenti e altri piuttosto commoventi. Le persone allora avevano tanto voglia di crescere, di imparare, di conoscere il mondo, ma in quei tempi l’unico grande pensiero era trovare un impiego e prendersi cura della propria famiglia”, ha rivelato Daniela Ipsa che assieme a Mattia Banić, Tina Braico e Leon Kolman ha contribuito a raccogliere le testimonianze. Novità di questo secondo ciclo di interviste è stato il coinvolgimento anche di due esuli piranesi, prassi che Bartole auspica possa diventare punto saldo di questo progetto, che è frutto di una collaborazione intergenerazionale, come ha evidenziato Dyego Tuljak, presidente dell’Associazione dei giovani della CNI. Uno degli obiettivi, infatti, è anche quello di mettere a confronto varie generazioni, offrendo occasioni di dialogo.

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