Isabella Flego, voce letteraria autentica

A Palazzo Gravisi-Buttorai presentata la sua ultima raccolta lirica «Per ogni domani di cristallo»

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Isabella Flego, voce letteraria autentica
Isabella Flego. Foto: MARIELLA MEHLE

“Per ogni domani di cristallo” è il titolo dell’ultima raccolta lirica di Isabella Flego, figura poliedrica e di rilievo della Comunità italiana, nota per la sua intensa attività socio-politica e culturale, ma particolarmente apprezzata dalla critica e dal pubblico nella veste di narratrice, saggista e poetessa. La ricca tessitura delle pagine narrative suddivise in versi e prosa, accompagnati da immagini eloquenti, sono concentrate sulla ricerca del vero significato della vita, tra momenti di gioia e malinconia e racchiude un bilancio esistenziale, considerazioni sulla fugacità della vita, il profondo amore per i famigliari, l’ammirazione per la natura e le sue creature. “È lo specchio che riflette quello che sono dentro”, ha spiegato l’autrice in occasione della recente presentazione a Palazzo Gravisi-Buttorai davanti ad una numerosa platea. “Dietro l’immagine riflessa c’è tanto altro: la mia esperienza, le mie emozioni e i miei pensieri. Sono scampoli di vita che passano attraverso la mia razionalità e la grande forza che hanno la memoria e il passato. Arrivati a una certa età, il passato fin troppe volte chiede udienza bussando alle porte, nonostante abbia una vita tranquilla crogiolata tra affetti famigliari”. Nel presentare l’intensa e complessa raccolta lirica è stata Irene Visintini, storica della letteratura e critica letteraria definendola “una scrittura limpida e tersa in cui si alternano motivi affettivi autobiografici, intimistici, una grande corrispondenza tra personaggi e luoghi, tra stati d’animo e la sua terra istriana. È un’identità plurima, come molti scrittori di frontiera, una voce che ha acquistato una sua specificità semplice, genuina e autentica”. “Scrivo con l’anima come fosse l’inchiostro, la penna scorre sotto gli occhi e disegna segni di luce e di buio. La parola che “assorbe la luce” ha il suo valore e un suo peso”, ha raccontato la poetessa rivelando di non ricercare espressioni auliche, ma di usare soltanto le parole che dentro di lei hanno le radici. Apprezza le cose semplici e predilige i poeti e scrittori legati alle piccole cose, che sanno sfruttarle nell’esprimere contenuti universali profondi, mai banali. Nella seconda parte della serata, ad interloquire con l’autrice è stato Mario Steffè, presidente della Comunità degli Italiani “Santorio Santorio” organizzatrice dell’incontro, il quale ha sottolineato la grande padronanza di genere, il risultato di un lungo e costante lavoro. La Flego ha spiegato di avere un rapporto particolare con il libro e di sentirsi appartenere alla favola di Pinocchio, al Pinocchio della miseria, della fame, dell’abbecedario, che assieme al catechismo erano gli unici libri che possedeva a scuola. Nella pubblicazione non poteva mancare un riferimento alla cittadina natale, Arsia e la sua miniera, tema estremamente sentito dall’autrice, affrontato in una toccante prosa scaturita dopo la visita al Museo di Albona. “Le vie sono le stesse però le porte sono chiuse. Lungo le vie c’è un silenzio irto, come quello che s’incontra nelle tragedie greche, perché Arsia ha avuto le sue grosse tragedie”, ha rimarcato l’autrice ringraziando il signor Tullio Vorano, presente in sala e un tempo direttore del Museo nonché la CI di Albona, che hanno ridato alla cittadina la sua importanza e l’hanno avvicinata anche alla gente d’oltre confine. Quale dimostrazione di stima e affetto, a seguire con interesse la serata in sala, numerosi conoscenti, amici e i familiari della Flego accanto alle autorità quali il deputato al seggio specifico Felice Žiža, Roberta Vincoletto, presidente della CAN di Capodistria tra l’altro editore del volume e Rinaldo Rakovac studioso e conoscitore di Arsia e della miniera. A scandire la serata sono stati i delicati inserti musicali di carattere intimistico e sognante eseguiti alla chitarra da Elvis Šahbaz, espressamente voluto dall’autrice, entrambi uniti da una passione che si fa azione e concretezza, uno attraverso la musica e l’altra attraverso la parola scritta.

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