Il racconto fantasy di Gabriella Pison

«Quando salgono le ombre» presentato a Capodistria al Salotto Italiano del Libro

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Il racconto fantasy di Gabriella Pison
Gabriella Pison e nadia Pastorcich. Foto: MARIANGELA PIZZIOLO

Al Salotto Italiano del Libro di Capodistria, Gabriella Pison ha presentato ieri, mercoledì, il racconto “Quando salgono le ombre”, ultimo di una trilogia pubblicata da “Giovane Holden Edizioni”. A dialogare con la scrittrice, medico e giornalista è stata Nadia Pastorcich, a sua volta scrittrice e giornalista, con l’introduzione di Nicoletta Casagrande, responsabile del Salotto nonché per l’occasione realizzatrice del video che ha fatto da sfondo all’incontro. Le immagini, ritraenti principalmente paesaggi e illustrazioni di alcune leggende, sono state utili per calare il pubblico nell’atmosfera del romanzo, ambientato proprio nell’angolo racchiuso tra Italia, Austria e Slovenia. Si tratta di un racconto fantasy ricco di colpi di scena, elementi magici, misteriosi e a volte raccapriccianti, la cui vicenda si sviluppa in un villaggio tra le montagne della Carinzia. L’anziano ispettore Fritz deve risolvere un oscuro mistero che trova le sue origini nel conflitto tra l’Impero Austro Ungarico e la popolazione dei nani, creature leggendarie legate all’Oltretomba. Senza rivelare troppi dettagli sulla trama, l’incontro è stato un’occasione per riflettere sulle motivazioni che hanno spinto l’autrice a scegliere questo filone letterario. Il genere fantasy, di sua natura, permette di trascurare la coerenza scientifica e la realtà per dare libero spazio all’immaginazione, compresa quella di sognare il lieto fine. Ispirandosi al suo autore preferito, J. R. R. Tolkien, Gabriella Pison scrive i suoi romanzi per donare ai lettori ristoro, evasione e consolazione. “Vivendo in una società che spesso pone le sue basi nell’odio e nell’insicurezza”, ha spiegato l’autrice, “penso sia necessario cercare dei metodi di evasione e delle fonti di speranza. Quello che i miei libri mi permettono di realizzare è il trionfo del bene sul male, sia a livello sociale che a livello personale e psicanalitico. Mi permettono di individuare le ombre e poi liberarle”. Il discorso si è focalizzato anche sull’ambientazione di confine, sulle tradizioni descritte nel libro e sulla cultura mitteleuropea di cui la Pison si sente permeata. “In queste zone, l’apertura a più culture avviene in maniera inconscia, con il relativo peso nel campo artistico e individuale”, ha commentato Nadia Pastorcich, sottolineando anche l’importanza di tradizioni e ritualità, come ad esempio quelle dell’Avvento conservate in Austria e in Slovenia. L’autrice, che aveva già presentato a Capodistria anche “La casa Matrioska” e “Veleno di lupo”, ha rivelato che sta scrivendo il quarto romanzo e ha ricevuto dal pubblico molti spunti sulla sua conclusione.

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